La Gazzetta dello Sport

Il tecnico chiude sempre le stagioni in crescendo: ora è tutto diverso, ma...

- Di Valerio Clari

CHI È

Che fretta c’era? La primavera è arrivata e lo ha trovato a casa. Vicino alla sua famiglia, certo, ma lontano dal campo, dal lavoro, dalla passione e dai suoi giocatori. La primavera è sempre stata la sua stagione. Non che nelle altre parti dell’anno Antonio Conte vada piano, ma quando le temperatur­e si alzano anche i giri del motore delle sue squadre aumentano.È il periodo in cui gli obiettivi che a ottobre sembrano impossibil­i si trasforman­o in reali opportunit­à. Serve “solo” allungare una mano per andare a prenderli, serve trovare le contromisu­re per superare gli ultimi ostacoli, serve non alzare mai il piede dall’accelerato­re. Ma quello, con lui al comando, è un rischio che si corre raramente.

Stagione di trofei

Questa è, sarà, una primavera diversa: nella prima parte (almeno), bisognerà viverla così, con allenament­i personali a distanza, con contatti ridotti a messaggi e chiamate, con tanto tempo per pensare soluzioni e nessuna possibilit­à di metterle in pratica. Non è nemmeno detto che si possa viverla sul campo, almeno una fetta di primavera, ma un tecnico perfezioni­sta e auto-esigente come Conte non può certo concedersi di aspettare che arrivino certezze, o rischiare di farsi cogliere impreparat­o da una ripartenza. Così, meglio pensare che si ricomincer­à. Difficile ipotizzare che sarà il 4 aprile, ma poco cambia: l’importante è preparare la ripresa e pensare a come ripetere quelle primavere in cui, alla Juventus o al Chelsea, alla fine ha sempre alzato un trofeo (quattro campionati, una F.A. Cup). Dal 21 marzo in poi, in 5 anni, ha messo insieme 42 vittorie, 6 pareggi e 11 sconfitte: mai più di tre k.o., nemmeno nell’annata più difficile (la seconda in Blues). Al suo primo anno di Juve in primavera infilò 9 vittorie e un pareggio, perdendo solo la finale di coppa Italia. In questo 2020, se si tornerà a giocare, i match saranno necessaria­mente di più: ne mancano 13 solo di campionato e tanti, sperano nel club nerazzurro, in Europa.

Le strade

Per non interrompe­re il filotto di “stagioni con trofeo” del tecnico la strada più praticabil­e,

JUVENTUS 2012 1 1

JUVENTUS 2013

JUVENTUS 2014 2 con meno salite e chilometri da percorrere sembra infatti quella dell’Europa League. Per seguirla serve un’inversione a U rispetto al recente passato, quando il campionato era la via maestra e la coppa terreno per le riserve. C’è tempo per studiare nuove rotazioni, anche se farlo oggi presuppone un buon numero di mosse al buio, visto che non si alzerà presto la nebbia su eventuali calendari post-emergenza. In queste settimane di forzata inattività i giocatori raccontano un Conte comunque “vicino”, anche se per vie telematich­e e le sue ore non passeranno certo all’insegna dell’ozio. Il suo staff è probabilme­nte sotto-torchio per analizzare, pensare, rivedere e studiare. «Conte si può definire con una sola parola: intensità. Lui stesso

CHELSEA 2017

CHELSEA 2018 è intensità, vive al 100% tutte le cose della quotidiani­tà. Ha questa forza,vuole vincere sempre a tutti i costi»: lo ha detto Borja Valero, che ne ha visti tanti, ieri a Inter Tv. E allora questa pausa sarà servita per provare a trovare una soluzione ai problemi evidenziat­i nell’ultimo periodo.

Tattica e muscoli

Facile che ci si concentri sulla fase offensiva, sulla maniera per tornare a innescare i due capo-branco, Lukaku e Lautaro. Non solo la nuova posizione e il nuovo peso di Eriksen, di cui si è parlato a lungo, ma anche nuovi movimenti da mandare a memoria, da aggiungere a quelli che ora le difese si aspettano di più. La sua Inter, poi, cambia faccia a seconda della velocità e della forza con cui interpreta le gare: le tossine di un inverno vissuto sempre al limite sono ormai un ricordo, se l’isolamento non ha fatto danni la ripartenza potrà essere all’insegna della brillantez­za. L’infermeria sarà vuota, Moses ha avuto tempo per recuperare, Sensi dovrebbe essere finalmente a disposizio­ne. Il gruppo resta sempre quello: la lontananza, almeno a giudicare dalle dichiarazi­oni dei giocatori, potrebbe averlo ulteriorme­nte cementato. La voglia di aggredire il campo, dopo settimane fra cyclette e divano, non mancherà. E Conte saprà convogliar­la: primavera di rinascita, ora più che mai.

TEMPO DI LETTURA 3’21”

49

gol fatti

24

La ripartenza Quando (e se) si torna in campo infermeria vuota e tossine smaltite

I finali Per il tecnico chiusure con poche sconfitte e sempre un trofeo

gol subiti

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