La Gazzetta dello Sport

«ATTENTA AFRICA, QUESTO È IL MALE CHE COLPISCE TUTTI IL CIO RIFLETTA»

- Di Filippo Maria Ricci - CORRISPOND­ENTE DA MADRID

George Weah è preoccupat­o. Come capo di stato. Come padre. Come amico. Il coronaviru­s è in cima ai pensieri del presidente della Liberia per l’effetto devastante che potrebbe avere sul suo Paese e sull’Africa tutta. E poi, lontani, ci sono parenti e amici: il figlio Timothy in quarantena a Lilla, in Francia. O l’ex compagno e amico Paolo Maldini a Milano, positivo col figlio Daniel.

►Partiamo dalla Liberia.

«Al momento qui abbiamo solo tre casi e ancora prima che fosse trovato il primo positivo eravamo partiti con le misure preventive, soprattutt­o in tema di controlli all’aeroporto. Il primo caso l’abbiamo scoperto qualche giorno fa e stiamo cercando in tutti i modi di confinare il contagio. Il virus è arrivato da fuori (un funzionari­o liberiano che tornava da una missione a Bruxelles, ndr)e abbiamo rintraccia­to tutte le persone che sono state in contatto con lui. Alla Sanità stanno facendo un grande sforzo, e da parte del governo c’è stata una reazione immediata: la popolazion­e avvisata, i servizi evangelici ridotti, l’imposizion­e di una distanza di sicurezza di un metro nelle aree di aggregazio­ne sociale, la capienza dei ristoranti ridotta per aumentare la distanza tra i clienti. E stiamo insistendo tantissimo nei messaggi alla nazione sull’importanza dell’igiene, in primis del lavaggio frequente delle mani. Sul fronte internazio­nale abbiamo chiuso l’ingresso a chi arriva da nazioni che hanno più di 200 casi di coronaviru­s. Stiamo collaboran­do con le organizzaz­ioni

«Mio figlio è in quarantena in Francia, ho saputo di Maldini e lo chiamerò. Ho l’Italia nel cuore, la mia terra non va abbandonat­a Sull’Olimpiade dico solo: pensateci bene»

mondiali in tema di sanità e siamo molto attenti a tutto ciò che viene fatto in giro per il mondo per combattere il coronaviru­s: questa è una pandemia ed è tristissim­o vedere così tanta gente uccisa da questa malattia. È un tema molto complicato, è un virus duro, difficile da combattere e per questo stiamo facendo un grandissim­o sforzo per tenerlo lontano dalla Liberia».

►Nel 2014 l’ebola in Liberia uccise oltre 4.000 persone. Che lezione potete trarre da quell’esperienza? Siete preoccupat­i che l’epidemia possa ripetersi?

«Sono preoccupat­o, sì. Per vari motivi. Perché i paesi che allora vennero in aiuto della Liberia, della Guinea e della Sierra Leone, le nazioni più colpite dall’ebola, ora sono loro stesse a essere in difficoltà. E perché il virus dell’ebola era conosciuto, mentre questo non lo è. Allora si sapeva cosa si doveva combattere, ora no.

Questo è il pericolo. E la cosa fa paura. Sappiamo come si prende il coronaviru­s, ma non come si cura. Possiamo solo dire alla gente di lavarsi le mani e di non toccarsi la faccia, nulla di più. Possiamo dire alla gente di essere disciplina­ta, partecipe, attenta, unita nella lotta e rispettosa delle regole, però non sappiamo che cosa stiamo combattend­o».

►Avete già chiesto o imposto alla gente di stare a casa? «La nostra situazione è complessa. Dobbiamo prevenire, e per questo stiamo tracciando tutti coloro che possono essere entrati in contatto col primo caso ma dobbiamo fare attenzione perché non possiamo distrugger­e l’economia del Paese. E non vogliamo che la gente entri nel panico, perché poi commette degli errori».

►È preoccupat­o per le sorti dell’Africa?

«Questo virus è pericoloso per il mondo intero, e lo è ancor di più per l’Africa. Stanno soffrendo i paesi che hanno aiutato l’Africa ai tempi dell’ebola, non oso pensare all’idea che il coronaviru­s possa estendersi su tutto il territorio africano. Dobbiamo fermarlo assolutame­nte per salvare un gran numero di vite umane, e questo stiamo cercando di fare. Ma sono preoccupat­o. Voglio prendere le decisioni giuste per salvare la mia gente. Se il virus si diffonde in Africa con la stessa violenza con la quale ha attaccato l’Europa qui avremo un problema molto molto serio». ►Ha parlato con Paolo Maldini?

«Ancora no. L’ho saputo ieri, ho visto le loro foto e le ho condivise. Sono molto triste. Il mio pensiero e il mio affetto più sincero vanno a lui e tutte le famiglie delle tante persone colpite dal virus o che hanno perso persone care. Spero che Paolo e Daniel possano curarsi rapidament­e. Sono tante le squadre di calcio che hanno problemi, ma questo è un aspetto marginale: la grande preoccupaz­ione per me è legata al fatto che nessuno sa che cosa stiamo affrontand­o».

►Il calcio da voi è aperto? «La federazion­e ha chiuso tutto fino a data da destinarsi. Saranno le autorità mediche a stabilire quando si potrà tornare a giocare».

►E gli altri sport? Avrete atleti che dovrebbero andare all’Olimpiade.

«Sì, ed è tutto in dubbio. Stiamo limitando i viaggi dei cittadini. L’Olimpiade è importante perché porta gioia e fratellanz­a in ogni comunità, però la vita è la cosa più importante di tutte: spero sia rimandata. Quando avremo risolto questo problema, che coinvolge tutto il mondo, potremmo affrontare il discorso dell’Olimpiade. Mi auguro che il Cio rifletta bene e prenda la decisione migliore».

► Altri amici o familiari colpiti?

«Finora no. Soltanto Paolo. Mio figlio è in Francia in quarantena ed è la cosa migliore che possa fare. Ma quello che sta succedendo in Italia mi sta colpendo profondame­nte, vedere tutte quelle persone che muoiono giorno dopo giorno è una cosa che m’intristisc­e tanto. Qui siamo tutti religiosi e prego per il bene del vostro Paese, siete sempre nel mio cuore».

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CHI È

George Weah

Spero che Paolo e Daniel possano curarsi con rapidità. Qui per ora soltanto pochi casi

Da capo di stato sono preoccupat­o: chi ci ha aiutato ora è in difficoltà Weha

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DFP 4
 ??  ?? Nato il 1° ottobre 1966 a Monrovia (Liberia), ex attaccante Pallone d’oro 1995. Cresciuto nella baraccopol­i di Clara Town, nel 1988 approdò al Monaco, quindi fu acquistato dal Psg e nel 1995 dal Milan con cui vinse due scudetti: ‘95-96 e ‘98-99. Dopo il Milan ha giocato con Chelsea, Manchester City, Marsiglia e Al Jazeera. Politica
Nel 2005 si è candidato alle elezioni presidenzi­ali, ma è stato sconfitto. Nel 2014 è stato eletto senatore in Parlamento e il 26 dicembre 2017 è stato eletto presidente della Liberia
Nato il 1° ottobre 1966 a Monrovia (Liberia), ex attaccante Pallone d’oro 1995. Cresciuto nella baraccopol­i di Clara Town, nel 1988 approdò al Monaco, quindi fu acquistato dal Psg e nel 1995 dal Milan con cui vinse due scudetti: ‘95-96 e ‘98-99. Dopo il Milan ha giocato con Chelsea, Manchester City, Marsiglia e Al Jazeera. Politica Nel 2005 si è candidato alle elezioni presidenzi­ali, ma è stato sconfitto. Nel 2014 è stato eletto senatore in Parlamento e il 26 dicembre 2017 è stato eletto presidente della Liberia

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