Coronavirus e terremoto: l’abbraccio con Zagabria
Gomez, i due match europei, il futuro: «Come sarà quando tornerà il calcio?»
due figli, Coti e Milo, e comincia la giornata. Giochi da femmine con Coti, playstation con Bauti, merenda, un po’ di allenamento, qualche film. L’importante, passando così tanto tempo chiusi in casa, è non litigare».
Ping pong continuo
Già, perché fra le cose che riguardano tutti ci sono anche gli ostacoli che affrontiamo tutti, l’umanissimo problema della convivenza di coppie o famiglie in stress da quarantena. I desideri di tutti, e di un calciatore anche di più: non lasciare che il fisico si abbandoni agli eventi. «Cerco di tenermi in forma e allenarmi un po’ ogni giorno: un’oretta e mezza, due ore. Provo a mettere la testa un po’ li, anche se per la maggior parte del tempo finisci per guardare o ascoltare le notizie». La testa va altrove, lo sappiamo bene: è un continuo ping pong fra nostalgie e paure, quello che eravamo e quello che saremo.
●BE▶●AM▲ Bergamo martoriata dal coronavirus, Zagabria scossa dal terremoto: tra Atalanta e Dinamo, rivali in Champions, segnali di vicinanza. Domenica l’Atalanta ha postato sui canali social un «Come on Zagreb, come on Dinamo», ieri i croati hanno risposto: «Grazie. Difficoltà e tempi duri per tutti noi. Non mollate, siate forti». Sempre ieri Federica Percassi su Instagram ha ringraziato «chi si è unito a noi, dedicando pensieri e preghiere alle vittime, ai loro famigliari e a chi, in prima linea, lotta per combattere questo male. Continuiamo a sostenerci. #BergAMO #MolaMia». Intanto la quarantena postValencia è ormai al termine, ma ieri il club ha annunciato: allenamenti rinviati a data da destinarsi. La situazione di Bergamo penso sia dovuta anche alla gara d’andata con il Valencia. A San Siro c’erano 45 mila bergamaschi, in Spagna erano tutti rilassati: zero controlli e uno dei loro contagiati era titolare contro di noi. Aver giocato queste partite è stato terribile». I suoi rimpianti trasudano impotenza: «In questo periodo - ha detto ancora a Sky - avremmo potuto essere molto felici: sappiamo che negli ultimi quattro anni abbiamo reso felice una città intera. Invece stiamo vivendo qualcosa di terribile che ancora non riesco a capire: Bergamo, la Lombardia, tutta l’Italia, siamo il Paese con più contagiati». I suoi pensieri sul futuro raccontano un vuoto di certezze: «Non so se e quando il calcio tornerà: d’estate, o quando? Il Paese si deve mettere a posto, ci vorrà tempo, magari saranno partite a porte chiuse, e in ogni caso ci saranno trasferte, dunque aerei, pullman, alberghi: come faremo a tornare a giocare? Questa è la grande domanda che mi faccio».
Pensiamo positivo
Solo una domanda ha già una risposta: quello che può fare la gente dell’Atalanta per la gente di Bergamo. «Pensare alle famiglie che soffrono: sto con loro per qualsiasi cosa abbiano bisogno e li invito ad essere positivi, proviamoci tutti. Come fanno medici e infermieri che stanno lottando contro questo virus: a loro mando un grande saluto e un abbraccio. Forti come i bergamaschi, gente tosta che non s’arrende facilmente, e questo mi rassicura: continuate così e grazie a voi ne usciremo sicuramente». E poi si tornerà finalmente anche a pensare al calcio.
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