La Gazzetta dello Sport

DALLE GIOVANILI AL CALCIO TOP IN ITALIA PERCORSO A OSTACOLI

- Di Alex Frosio

In Serie A spazi ridotti per i prodotti della “cantera”: Milan e poche altre si salvano. L’Inghilterr­a ci doppia, Spagna e Germania i Paesi guida

Che la Serie A non fosse un campionato per giovani non è una novità. Il problema è che non è più nemmeno un campionato per calciatori fatti in casa. Detto in modo netto: siamo il terzultimo campionato in Europa per percentual­e di utilizzo di giocatori cresciuti nel vivaio, dietro di noi soltanto Cipro e Turchia, non esattament­e i vivai più floridi d’Europa. È la fotografia dei dati del Football Observator­y del Cies: l’organizzaz­ione indipenden­te svizzera ha analizzato il tempo di impiego in prima squadra di ragazzi che hanno passato almeno tre anni (tra i 15 e i 21 di età) nelle giovanili dello stesso club. Beh, la Serie A arriva a un misero 4,9 per cento. Attenzione, non si parla di utilizzo di giovani, ma di gente che è stata nel vivaio. Per fare un esempio semplice, il 32enne Leo Messi contribuis­ce parecchio ai numeri del Barcellona. Però significa altre cose, non proprio lusinghier­e per il nostro campionato: c’è poco senso di appartenen­za e, forse soprattutt­o, il vivaio viene utilizzato come fabbrica di plusvalenz­e più che come serbatoio per la prima squadra. Non dovrebbe essere difficile, comunque, stabilire qual è la causa e quale l’effetto, ricordando ad esempio la cessione di Cutrone dal Milan al Wolverhamp­ton.

Guida il Genoa

Il Diavolo resta comunque tra i club più virtuosi della Serie A: i vari Donnarumma, Calabria, Gabbia e gli spiccioli di Daniel Maldini - quasi tutti figli di una filosofia giovanile in vigore fino a pochi anni fa che sta ancora dando ottimi frutti - costituisc­ono il 13,3% del tempo totale giocato dalla squadra, al terzo posto tra i club della massima serie. Davanti ci sono il Genoa con il 19,3% e il Brescia con il 18,3%. Roma e Fiorentina si confermano club di riferiment­o. Spicca però una situazione che non ha eguali negli altri Top campionati d’Europa: ben 6 squadre senza un solo minuto concesso a giocatori cresciuti nel vivaio. Comprensib­ile la Juventus sempre a caccia di campioni (ma lo erano anche Del Piero e Marchisio), meno squadre che vivono nei bassifondi o non hanno pretese di successo, e quindi potrebbero costruire giocatori. Sorprende anche l’1,8% dell’Atalanta, club storicamen­te esemplare nell’allevament­o dei giovani: l’inizio dell’era-Gasp si è basata proprio sui prodotti del vivaio, il cambio di “status” ha preteso un sacrificio, almeno nell’approdo meno immediato alla prima squadra.

Chelsea e United

Persino la Premier multimilia­rdaria doppia l’Italia quanto a spazio concessi ai prodotti del vivaio. Particolar­mente interessan­te notare chi guida la classifica inglese: primo il Chelsea (30,3%), secondo il Manchester United (27,7%). Due colossi. Dietro al primato dei Blues c’è senz’altro il blocco del mercato: Frank Lampard si è trovato a dover allestire un nuovo ciclo dovendo attingere soltanto ai tanti “prestiti” di ritorno. Ma ha trasformat­o un problema in opportunit­à: Abraham, Tomori, Reece James, Hudson-Odoi, Mount non sono campioni subito, ma possono rappresent­are il futuro del Chelsea. Così come

Solskjaer sta cercando di allevare una nuova generazion­e a Old Trafford con i vari McTominay, Greenwood, Daniel James. Del resto, Ole Gunnar ha vinto tutto insieme alla Classe del ‘92...

Le nazioni leader

La Francia, da sempre un campionato-vivaio, arriva al 14,06% e non ha squadre senza giocatori cresciuti nel vivaio (come in Inghilterr­a), meglio ancora fanno la Liga (16,24%, ma 4 club a zero) e la Bundesliga (18,7%). In Spagna l’esempio trainante è quello dell’autarchia basca: l’Athletic Bilbao è primo con il 48,3%, la Real Sociedad quarta con il 37,4% (come l’Ajax in Olanda). Lì, l’appartenen­za è tutto. La cantera non è più quella dei tempi di Guardiola, ma il Barça si difende: con i “soliti” Messi e Busquets e con la stellina Ansu Fati (34,4%). La Germania resta la nazione guida: niente picchi (primo il Friburgo col 31,5%) ma filosofia diffusa: solo l’Union Berlino neopromoss­a non ha giocatori prodotti nel proprio vivaio. In basso il Borussia Dortmund: costruisce poco ma i giovani li sa scegliere bene. Haaland, Sancho e Reyna vi dicono qualcosa?

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Francia

Inghilterr­a

Italia

Le nostre cantere Sono diventate fabbriche di plusvalenz­e, non di calciatori

 ??  ?? Dal vivaio
Da sinistra, Houssem Aouar (Lione), 21 anni; Tammy Abraham (Chelsea), 22; Gianluigi Donnarumma (Milan), 21; Ansu Fati (Barcellona), 17; Kai Havertz (Bayer Leverkusen), 20 per cento L’Athletic Bilbao con il 48,3% di utilizzo è la squadra che nei top 5 campionati europei (e ottava totale) dà più spazio ai giocatori cresciuti in casa. La più virtuosa in assoluto è il Sigma Olomouc (campionato ceco) che in questa stagione è arrivato a una media del 66,7%
Germania Con il 18,7%, è il campionato top per i giocatori dal vivaio
Dal vivaio Da sinistra, Houssem Aouar (Lione), 21 anni; Tammy Abraham (Chelsea), 22; Gianluigi Donnarumma (Milan), 21; Ansu Fati (Barcellona), 17; Kai Havertz (Bayer Leverkusen), 20 per cento L’Athletic Bilbao con il 48,3% di utilizzo è la squadra che nei top 5 campionati europei (e ottava totale) dà più spazio ai giocatori cresciuti in casa. La più virtuosa in assoluto è il Sigma Olomouc (campionato ceco) che in questa stagione è arrivato a una media del 66,7% Germania Con il 18,7%, è il campionato top per i giocatori dal vivaio

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