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ARRIVEDERCI ITALIA ERIKSEN E LUKAKU GUIDANO L’ESODO LONTANO DAL VIRUS Altri cinque stranieri raggiungono le famiglie: se ne vanno pure Godin, Young e Moses. Incertezza sulla ripresa
Tutti a casa, o quasi. Come prevedibile, il «rompete le righe» concesso dall’Inter dopo la fine della quarantena post contagio dello juventino Rugani al coronavirus ha portato all’esodo dei giocatori stranieri. Lunedì Marcelo Brozovic e Samir Handanovic si erano mossi per tornare immediatamente in Croazia e Slovenia, ieri li hanno seguiti altri cinque uomini della rosa di Antonio Conte: Lukaku, Eriksen, Godin, Young e Moses. L’incertezza sui tempi della ripresa degli allenamenti ha convinto il club nerazzurro a dare agli stranieri la libertà di scegliere se restare a Milano – come consigliato dall’Inter - o volare nei Paesi di origine. I sette nerazzurri hanno deciso di lasciare l’Italia per motivi familiari: molto banalmente, passare questi momenti difficili lontano dalla famiglia è stato duro per tutti, potere riabbracciare i propri cari lontani è una spinta importante ad andare avanti. Per i sette non cambia nulla a livello di allenamenti:
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i compiti a casa dati da Antonio Conte e dal suo staff restano gli stessi, la forma va conservata anche lontano da Milano. Tuttavia a oggi c’è un grosso punto di domanda sul loro rientro a pieno regime: fuori dall’Italia dovranno fare 14 giorni di quarantena e al rientro altri 14 giorni di sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario, come previsto dal governo. Con l’eventualità che in caso di ritorno in campo per gli allenamenti tra un paio di settimane l’Inter sia costretta a fare a meno di loro. Fare previsioni sul decorso del virus è impossibile, quindi il club di viale della Liberazione monitorerà la situazione giorno dopo giorno.
Europa e non solo
Lukaku nei giorni scorsi era stato il più esplicito in merito alle criticità della quarantena: «Sono quasi andato fuori di testa un giorno. Non posso andare fuori, né fare shopping. Sono rinchiuso. Mi manca la quotidianità: stare con mia mamma, stare con mio figlio e mio fratello». E infatti Big Rom è volato a Bruxelles da mamma Adolphine e dal figlio Romeo: in quattro e quattr’otto erano tornati in Belgio quando la situazione stava diventando preoccupante. Anche se la vita milanese di Lukaku nelle ultime settimane è stata solo tra casa e Appiano, con la madre i contatti saranno comunque minimi: ha il diabete ed è esposta a maggiori rischi di contagio. Anche l’altra star nerazzurra Christian Eriksen ha preferito riabbracciare la fidanzata Sabrina e il figlio Alfred in Danimarca: nei giorni di quarantena forzata alla Pinetina l’ex Tottenham si è sicuramente allenato meglio dei compagni reclusi tra quattro mura, ora però il richiamo della famiglia è stato fortissimo. Gli altri tre autorizzati a tornare a casa sono stati Diego Godin, Ashley Young e Victor Moses. Il ritorno in Uruguay dello Sceriffo era dato per scontato dai media locali da qualche giorno: si parlava anche del rientro di Vecino ma per il momento il centrocampista resta a Milano. I due esterni, entrambi arrivati nel mercato di gennaio, sono tornati in Inghilterra, dove il premier Boris Johnson ha chiuso tutto e dove la pandemia è in ritardo di 8-10 giorni rispetto all’Italia.
Sempre al lavoro
Per tutti, comunque, il programma di lavoro non cambierà: doppia seduta di allenamento al giorno, lavoro con cyclette e tapis roulant, esercizi con gli elastici, dieta ferrea seguendo le indicazioni preziosissime del nutrizionista Matteo Pincella. Tutto quello che faranno ancora gli interisti rimasti a Milano. Tra questi c’è anche Lautaro Martinez, che continua a documentare il suo lavoro su Instagram. Ieri il Toro è comparso in un video in bianco nero mentre correva sul tapis roulant, accompagnato da un messaggio di speranza: «No paramos», ovvero «non ci fermiamo». All’Inter, di sicuro, anche adesso non vuole fermarsi nessuno.
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