La Gazzetta dello Sport

Leiva, due partite Per il Brasile e per lo scudetto

Avvisa i connaziona­li sui rischi del contagio e insegue il titolo con la Lazio

- Di Nicola Berardino - ROMA

LA SCHEDA

È nato a Dourados in Brasile il 9 gennaio 1987. Cresciuto nel Gremio con cui ha esordito in prima squadra. Dal 2007 con il Liverpool per disputare dieci stagioni in Premier. Nel 2017 l’arrivo alla Lazio dopo la cessione di Biglia al Milan. In biancocele­ste il regista sudamerica­no ha vinto due Supercoppe e una Coppa Italia

Lucas Leiva in campo per fare da scudo. Come quando agisce da baluardo davanti alla difesa della Lazio. Sempre nel segno del pragmatism­o, anche ora che si fa sentire nell’emergenza legata al Coronaviru­s. A protezione di tutti e in particolar­e del suo Brasile. «Qui siamo nell’occhio del ciclone, ma vedo che ci sono sempre più contagi anche in Brasile. Bisogna essere coscienti del pericolo. Fino a tre settimane fa giocavamo e ci allenavamo regolarmen­te, nessuno si aspettava uno scenario del genere: è stato tutto molto veloce. Il virus non ci ha dato il tempo. Mi appello al popolo brasiliano: evitate il contatto con le altre persone», le sue parole da Roma postate sul profilo Instagram del Gremio, la sua ex squadra.

Preoccupaz­ioni

Già nei giorni scorsi il centrocamp­ista non aveva nascosto le proprie apprension­i. E anzi sui social aveva fatto ricorso a un’immagine significat­iva sulla situazione attuale. Un selfie che lo inquadrava con tanto di mascherina in fila al supermerca­to. Con l’inquietudi­ne a intrappola­re il suo sguardo, solitament­e sorridente. Il cuore tormentato anche dalla lontananza dei figli e della moglie, rientrati in Brasile nelle passate settimane. Ma già il primo marzo, all’indomani della gara vinta contro il Bologna (l’ultima disputata dalla Lazio), Leiva aveva avvertito il peso di certe preoccupaz­ioni. «Quando hai la domenica libera, ma il Coronaviru­s è vicino», le sue sensazioni dettate ai social. Il giorno prima la squadra di Inzaghi era salita in vetta alla classifica. Un primato di passaggio, visto che dopo il successo contro l’Inter la Juventus si è ripresa il ruolo di capolista. Ma i biancocele­sti sono comunque entrati nella corsa scudetto, ora congelata dallo stop del campionato.

Nuova prospettiv­a

Il salto al vertice ha ridisegnat­o le ambizioni della Lazio. Leiva, ancorato alla sua concretezz­a, non vuol concedersi a facili illusioni. «Il nostro obiettivo resta la Champions, poi si penserà allo scudetto», il suo diktat dopo i tre punti contro il Bologna. Il progetto del ritorno in Champions aveva animato tre anni fa le sue ambizioni nel passaggio dal Liverpool alla Lazio. Ora la prospettiv­a di poter vincere lo scudetto con la Lazio riscatta pure progetti non decollati nelle dieci stagioni di Premier con il Liverpool. In particolar­e, nell’annata 201314, quando i Reds incapparon­o in una beffarda sconfitta interna col Chelsea alla terz’ultima giornata e si videro sorpassare nel rush finale dal Manchester City. Come i suoi compagni di squadra, Leiva è rimasto a Roma in attesa della ripresa degli allenament­i, rinviata dalla società a data da destinarsi. Per proiettars­i sulla ripartenza del campionato e riavviare quel suo sogno rimasto in sospeso: vincere un campionato. In Brasile, col Gremio vinse il torneo dello Stato di Rio Grande, che però non era nazionale. Ora, a 33 anni, da regista della Lazio, rivede quel suo obiettivo mai raggiunto. Anche se in un orizzonte confuso dalla minaccia inquietant­e del Coronaviru­s.

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