Cremonese, nel segno di Wembley
Qualche fotografia, un po’ di ricordi, tanta nostalgia. Il tutto naturalmente sui social, unici mezzi di trasporto in questo momento per condividere emozioni e speranze. Così ieri Cremona ha festeggiato il compleanno numero 117 della sua squadra, la Cremonese. Era il 24 marzo 1903 quando quattro amici amanti dello sport decisero su un tavolo del bar La Varesina, fra scodelle di trippa fumante e bicchieri di vino rosso, di mettere in piedi una polisportiva e di chiamarla Cremonese. All’inizio atletica, ciclismo a altri sport. Il primo presidente è un sarto, Emilio Faia. I colori sono il bianco lilla e solo successivamente quelli sociali diventeranno grigiorossi. Il calcio arriva nel 1912, la prima partita è Cremonese-Brescia nel torneo Città di Cremona, vincono i bresciani per 2-0. Comunque il dado è lanciato, la Cremonese diventerà una realtà nel calcio nazionale. Nel 1919 viene inaugurato il campo di calcio e lo si dedica a Giovanni Zini, portiere morto per infezione sul Carso due anni prima. Nome che mantiene anche oggi lo stadio di Cremona. In 117 anni la Cremonese ha navigato in tutte le categorie, dalla quarta serie alla A, senza mai provare l’umiliazione di un fallimento. Il primo allenatore a riportare la squadra nella massima serie dopo 53 anni nel 1983 è Emiliano Mondonico, cremonese di Rivolta d’Adda. Dopo di lui ci riusciranno solo Mazzia, Giagnoni e Gigi Simoni. Alla fine saranno sei promozioni in A dal 1929-30 (girone unico) con il record di tre stagioni consecutive in A con Simoni alla guida, l’ultima nel 1995-96. Ventuno invece i tornei di Serie B dal 1945 ai giorni nostri.
Trampolino
La Cremonese è stata anche trampolino di lancio per molti giocatori. Da chi è nato qua come Guarneri, Vialli, Cabrini,
Favalli, Franzini, Losi e Mondonico a quelli che sono cresciuti nel vivaio come Prandelli, Favalli, Marcolin e tanti altri. Venerdì la società festeggerà anche i 27 anni dalla conquista del torneo Anglo-italiano a Wembley contro il Derby County (3-1). E resta negli annali anche il record di Michelangelo Rampulla il 23 febbraio 1992 con l’Atalanta, primo portiere in serie A segnare un gol su azione.
Tutti a casa
Compleanno triste perché il calcio è fermo. I giocatori sono a casa e si allenano individualmente. Si tengono in contatto attraverso i social, ma stanno vivendo (come tutti) un momento inedito della loro vita professionale. E non si sa quando si potrà riprendere a giocare, sempre che si possa. Così i grigiorossi avvertono anche l’angoscia di una posizione in classifica (quart’ultimo posto) che non è del tutto rassicurante. Compleanno triste anche per due persone dell’ambiente uccise dal maledetto virus. Qualche giorno fa è morto il magazziniere del vivaio Roberto Denti, classe 1943, un personaggio stimato da chi frequentava il centro Arvedi.
Messaggi di cordoglio sono arrivati da molti giocatori che non sono più a Cremona, come Castrovilli, Cavion, Pesce, l’allenatore Rossitto. L’altro ieri invece è scomparsa la voce dello Zini, lo storico speaker Michelangelo Gazzoni, 84 anni. Era lui che annunciava formazioni e sostituzioni. Era lui che quando non riusciva a vedere il numero sulla maglia del giocatore lo invitava al microfono a girarsi verso la tribuna.
L’idea che gira
In questi giorni gira anche una notizia suggestiva. Considerato che il patron Giovanni Arvedi avrebbe manifestato una certa amarezza per la situazione di classifica certamente diversa dalle aspettative della vigilia pare essersi fatto sotto l’ex proprietario dell’Inter Massimo Moratti. Vorrebbe tornare nel mondo del calcio e la Cremonese potrebbe essere una buona occasione. Da affidare al figlio Angelo. Ma sembra che non ci siano stati contatti diretti fra Arvedi e Moratti, però la discussione corre sui social dei tifosi grigiorossi.
Una festa triste Uccisi dal virus il magazziniere del vivaio e lo speaker dello Zini
Il futuro Arvedi vorrebbe lasciare il club: voci di contatti con Moratti
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