CHI È
In bacheca spiccano i due successi dell’Eurolega con il Cska Mosca (2006 e 2008). Ora è anche presidente dell’Uleb (Unione leghe europee basket)
Quaranta milioni di euro. «Quaranta, sì». Tomas van den Spiegel lo ripete due volte, anche se non c’era il rischio di non aver capito: il suo italiano è ancora più che buono. Il riferimento è al valore economico complessivo per il Belgio, indotto compreso, del Giro delle Fiandre. E nessuno può saperlo meglio di lui: l’ex cestista è l’amministratore delegato di Flanders Classic, la società che organizza la «Ronde». Oggi con la Brugge-De Panne, erede della storica «Tre Giorni», sarebbe dovuto cominciare l’avvicinamento al Monumento di domenica 5 aprile che tra Muri, pavé e un entusiasmo debordante per molti rappresenta l’essenza più autentica delle classiche di un giorno. Niente da fare: il coronavirus ha cancellato il grande ciclismo di primavera. E allora con Van den Spiegel si può ragionare di ciò che è stato e immaginare quello che sarà.
3Tomas, neanche la seconda guerra mondiale aveva impedito la disputa del Fiandre. Quanto è stato difficile rinviarlo a data da destinarsi? «Molto. Sarebbe stato il mio terzo da amministratore delegato. Però dobbiamo essere
3Che sensazione è stata dovere arrendersi?
«Flanders Classic è una realtà medio grande (organizza tra le altre corse pure la Gand-Wevelgem, ndr) e ci sono decine di persone che lavorano tutto l’anno per degli eventi di 5-6-7 ore. L’identificazione è totale. Sa quando una cosa preziosa le sfugge dalle mani? Ecco, così. Ma dobbiamo fidarci degli scienziati, dei virologi, di chi ne sa più di noi. E delle scelte dei governi».
3Il Fiandre è un fenomeno economico per certi versi unico nel ciclismo. Quanto vale? «Ci sono tante voci che ne compongono il bilancio, a cominciare dai pacchetti speciali
Da oggi Belgio senza le classiche: l’a.d. Van den Spiegel svela le cifre della Ronde. «Nuova data? Non lo so»