Eroi e furbetti: non sempre l’imperterrito è un esempio
Lo “smart working” (ovvero il lavoro da casa) è stato adottato persino dal comando militare del Pentagono, negli Stati Uniti, che, nonostante le difficoltà planetarie da pandemia, continua imperterrito a testare armi micidiali e missili nucleari, l’ultimo lanciato recentemente da Kauai, un isolotto delle Hawaii. Una ben strana condizione quella di limitare la diffusione del virus lavorando da casa a progetti di distruzione. Imperterrito però è anche l’esercito di medici, infermieri e operatori sanitari impegnato nelle trincee dei nostri ospedali dove, nonostante i rischi altissimi di contagio e di morte, tutti, anche gli specializzandi e chi è rientrato dalla pensione per aiutare in corsia (per esempio il dottor Gino Fasoli, morto sabato per il coronavirus nel Bresciano) si impegnano per il bene comune, curando e salvando vite umane. Imperterrito è anche il runner che, nonostante i divieti, continua a sgambettare sul Lungotevere deserto proprio sotto le mie finestre.
Una parola, “imperterrito”, che - a seconda della sua applicazione - cambia insomma prospettiva, senso e valore.
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