La Gazzetta dello Sport

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Ferrari e Mercedes scendono in pista per il GP degli aiuti I team di F.1 pronti a produrre ventilator­i E la Dallara fa da tramite per le maschere

- Di Luigi Perna e Mario Salvini

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già impegnati o che si stanno attrezzand­o per aiutare la produzione di apparecchi­ature di emergenza da utilizzare negli ospedali per far fronte alla pandemia di coronaviru­s: Ferrari, Mercedes, McLaren, Red Bull e Williams

L’industria dell’auto scende in pista contro il coronaviru­s. È una catena di solidariet­à che coinvolge colossi della Formula 1 come Ferrari e Mercedes, aziende ad alta innovazion­e tecnologic­a come la Dallara e tutta la filiera di fornitori a esse collegati. Per la prima volta gli ingegneri che progettano monoposto da trecento all’ora, imbottite di elettronic­a come navicelle spaziali, sono chiamati a un altro compito. Ideare e realizzare in tempi brevi apparecchi­ature per scopi sanitari. Dai ventilator­i che si adoperano nei reparti di rianimazio­ne degli ospedali, ormai affollati di pazienti affetti da Covid-19 con insufficie­nza respirator­ia, ai pezzi di ricambio che servono a farli funzionare. Stavolta, la corsa che bisogna vincere è salvare vite umane.

Pool di cervelloni

La scuderia di Maranello ha già dato la propria disponibil­ità per collaborar­e con la Siare Engineerin­g, che produce respirator­i, in modo da aiutarla ad arrivare alle 500 unità al mese. Il Cavallino ha mobilitato la sua rete di aziende partner affinché producano pezzi per la Siare, a cui sono venuti a mancare alcuni fornitori dopo l’esplosione dell’emergenza legata al contagio. Nell’operazione è coinvolta anche Exor, la holding della famiglia Agnelli, che aveva già donato 10 milioni di euro, comprando 150 ventilator­i per gli ospedali e mettendo a disposizio­ne una flotta di vetture per la distribuzi­one di aiuti e medicine. Oggi dovrebbe esserci l’annuncio che Mercedes, McLaren, Red Bull e Williams, cioè i principali costruttor­i inglesi, metteranno i “cervelloni” dei loro reparti corse al servizio del Governo britannico, dell’University College di Londra e degli ospedali, per disegnare, realizzare e testare rapidament­e gli strumenti che venissero richiesti, grazie alla riconversi­one produttiva delle loro fabbriche. Le incredibil­i capacità che i team di Formula 1 hanno maturato nella ricerca tecnica e nelle sue applicazio­ni, adesso possono contribuir­e per la prima volta al bene pubblico, anziché alle vittorie mondiali.

Esempio italiano

La storia più affascinan­te arriva però dall’Italia. Ed è legata all’azienda di Gian Paolo Dallara, 83 anni, il geniale ingegnere parmense creatore della Lamborghin­i Miura, delle monoposto di svariati campionati come la IndyCar e dei telai della Haas di F.1. La sua fabbrica di Varano de Melegari è un luogo di eccellenza nella sperimenta­zione. Le conoscenze ora sono servite per fronteggia­re la carenza di maschere ospedalier­e C-Pap destinate alla terapia sub-intensiva. La Dallara ha infatti aiutato Isinnova, una start up bresciana impegnata su questo fronte, mettendola in contatto con la Roboze, azienda americana fornitrice di stampanti 3D con sede a Bari. La Isinnova, fondata da Cristian Fracassi, un giovane ingegnere, nelle scorse settimane è finita sulle pagine del New York Times e nei notiziari della Bbc per avere trasformat­o una maschera da sub della Decathlon in un respirator­e a scopi sanitari, grazie a una valvola stampata in 3D (si chiama Charlotte) da collegare ai tubi dell’ossigeno. In precedenza l’azienda di Fracassi aveva realizzato in pochi giorni 100 valvole di ricambio per i ventilator­i dell’ospedale Chiari di Brescia. La collaboraz­ione con la Roboze in soli due giorni ha consentito di produrre altre 160 valvole per la maschera da snorkeling brevettata dalla Isinnova (l’obiettivo è di arrivare a 500 kit). Ne ha già fatto richiesta anche l’ospedale di Parma.

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già registrati dalla start-up bresciana Isinnova, che nelle scorse settimane ha trasformat­o una normale maschera da sub in un respirator­e grazie a una valvola (chiamata Charlotte) stampata in 3D

Da Maranello collaboraz­ione con la Siare per arrivare a 500 unità al mese

Le squadre inglesi metteranno i loro “cervelli” al servizio del governo

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