Palazzo di giustizia in fiamme a Milano Tre piani inagibili
Un violento incendio nella notte ha danneggiato il palazzo di giustizia di Milano. Tre piani sono stati dichiarati inagibili e molti atti, per fortuna salvati anche in digitale, sono andati distrutti. A innescare il rogo forse un cortocircuito. a voce di Chicco Cerea è stanca, ma felice. «Quando sarà finita l’emergenza, ringrazierò tutti personalmente ma ora non abbiamo tempo: approfitto della Gazzetta per dire mille grazie alle 500 adesioni all’iniziativa. Ho sentito veramente l’affetto di tutti, in un momento terribile per l’Italia e, in particolare, per la mia terra». Ieri, l’executive chef del famoso Tre Stelle Michelin Da Vittorio – che gestisce con la famiglia - ha iniziato a cucinare per la mensa dell’ospedale da campo, allestito nella Fiera di Bergamo dall’Associazione Nazionale degli Alpini («Fantastici loro e fantastici i trasportatori, senza i quali non sarebbe arrivato il materiale», dice). Al suo fianco, c’e il fratello Bobo – altro executive chef – in pieno decorso per un’operazione all’anca. Il cuore non manca ai Cerea: l’appello sui social di Chicco, lanciato il 18 marzo è stato raccolto prontamente e, in una decina di giorni, eccoci già ai primi servizi. Saranno molto essenziali, più veloci di quanto avviene quotidianamente al ristorante di Brusaporto ma tecnicamente complicati per la piccola brigata, composta da cinque cuochi e una decina di addetti alla logistica. «Dobbiamo seguire dei protocolli giustamente severi, trattare il cibo dall’arrivo in dispensa sino allo smaltimento immediato dopo il consumo. Tutto viene servito in monodosi e confezionato. Strada facendo, potremo anche adattare meglio i blocchi cucina, che sono quelli dell’Ente Fiera, alle esigenze richieste».
Numeri importanti da servire tra dottori, infermieri e volontari: si calcolano 100 persone a
Il nostro obiettivo è far mangiare bene questa gente meravigliosa
colazione, 120 a pranzo e 80 a cena. I Cerea peraltro non si spaventano minimamente, abituati al maggior numero di coperti in un Tre Stelle italiano e catering con migliaia di persone, stabilendo dei record. Per anni hanno anche curato il servizio dentro lo stadio Azzurri d’Italia a Bergamo, con somma gioia dei frequentatori abituali e degli ospiti dell’Atalanta. Ma la situazione ora è ben diversa. «Vorrei svegliarmi un mattino e capire che ho vissuto un incubo notturno. È una vicenda che segnerà a lungo tutti, qui da noi è impossibile che un parente o un conoscente non ne sia stato coinvolto». Tanti clienti e amici lo hanno chiamato per offrire sostegno e chiedere quando riaprirà Da Vittorio. «Spero il primo possibile, non solo per l’aspetto economico ma perché si sente una voglia pazzesca di normalità, di sedersi a tavola insieme. Di sicuro, la prima fase andrà vissuta a ritmi differenti da quelli di un tempo, in locali con tavoli distanziati e controlli all’ingresso. Ci vorrà pazienza e poi torneremo al meglio».
Meglio concentrarsi sui piatti che usciranno dalla mensa. «Abbiamo un’ottima dispensa, ci sono i cibi basici ma anche hamburger di carne piemontese o baccalà del Nord Europa. Cucineremo i classici primi italiani, non mancherà la polentina alla sera. Ma oltre a non sprecare nulla, il nostro obiettivo è fare mangiare bene questa gente meravigliosa, tenendola in forma ma anche regalando il piacere del gusto». I Cerea ci riusciranno, di sicuro.
TEMPO DI LETTURA 2’27”