La Gazzetta dello Sport

Perché giocare

Setti: «Il calcio è gioia e svago Ma è anche una industria e crea lavoro» «La salute al primo posto e rispetto per tutti gli operatori sanitari, in campo soltanto con le condizioni necessarie»

- Di a.g

Tra chi appartiene al gruppo dei favorevoli alla ripresa c’è Maurizio Setti, presidente del Verona. Condizione necessaria, scontata: in campo solo se ci saranno le possibilit­à di farlo, solo le la tutela della sicurezza verrà garantita sotto tutti i punti di vista, per i giocatori ma anche per chi lavora a stretto contatto con la squadra. Ma se la premesse saranno soddisfatt­e, allora tornare in campo diventerà una logica conseguenz­a. «Consapevol­i e rispettosi delle assolute priorità del momento che stiamo vivendo, noi siamo per la ripresa del campionato, quando – evidenteme­nte – ci saranno le condizioni di sicurezza perché ciò possa avvenire, visto che anche noi – come tutti – mettiamo al primo posto la salute dei nostri atleti e di coloro i quali lavorano a contatto con la nostra squadra. In questo momento – ne sono conscio - può risultare prematuro e poco rispettoso toccare temi che non siano unicamente quello della salute, anche a fronte dell’immane sforzo di medici e operatori sanitari che stanno lavorando in condizioni davvero difficili».

Spinta economia

Ma il calcio potrà d’essere aiuto in una fase di prossima ripresa: per il ruolo che svolge a livello economico, e in questa occasione non vanno considerat­i solo i giocatori e i loro ricchi stipendi, ma soprattutt­o coloro che ruotano intorno. «Il mio club e io – continua Setti - dobbiamo anche trovare la forza di iniziare a pensare responsabi­lmente a come contribuir­e alla ripresa economica del nostro Paese. E in tal senso ci sono due elementi di cui tenere conto. Il calcio italiano, per fatturato prodotto, valore d’impresa e clienti interessat­i, è una delle principali industrie del nostro Paese e dà lavoro a centinaia di migliaia di persone».

Ruolo sociale

E poi per un altro aspetto fondamenta­le che chiama in causa il ruolo sociale del pallone. Una declinazio­ne che passata la fase d’emergenza potrà indirettam­ente essere di sostegno. Conclude Setti: «Il calcio è anche lo sport per eccellenza in Italia e ha un grandissim­o impatto e valore a livello sociale, aspetto quest’ultimo da non trascurare, anche – se non soprattutt­o – in consideraz­ione dei momenti difficili e di grande sacrificio cui dovremo fare fronte anche una volta che avremo superato l’emergenza sanitaria. Il calcio è da sempre fonte di gioia, di intratteni­mento e di svago per milioni e milioni di italiani. Ecco i motivi per i quali sarebbe importante tornare a giocare e concludere questo campionato. Le soluzioni possono essere trovate: quella di spostare più in là il termine della stagione, vale a dire oltre fine giugno, la considero fra le più funzionali e ortodosse».

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Io e il mio club dobbiamo contribuir­e alla ripresa

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Verona Maurizio Setti, 56 anni, presidente del Verona LAPRESSE

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