Dieta, tapis, cumbia Piano Zapata contro la doppia frenata
A Bergamo con le sue tre «D», Duván in peso-forma con il controllo smart working
Duván Zapata, nato a Cali il 1° aprile 1991, è arrivato in Italia nel 2013 dopo aver vestito le maglie di América de Cali (Colombia) ed Estudiantes (Argentina): va al Napoli, dove resta fino al 2015 (15 gol in 54 presenze contando tutte le competizioni). Sceglie poi l’Udinese e nelle successive due stagioni realizza 19 reti in 65 gare. Nell’agosto 2017 si trasferisce alla Sampdoria (11 centri in 32 partite), ma saluta nel luglio 2018, momento in cui sposa il progetto dell’Atalanta, con la quale esplode definitivamente: nel 2018-19 segna 23 volte in 37 match. Quest’anno ha raggiunto quota 12 (11 gol in Serie A e uno in Champions).
Corsa e forza. Fino a qui, nulla di nuovo. Rispetto a prima, ci sono i compiti con i figli, qualche piatto da lavare e le lenzuola da sistemare. Sempre con uno sguardo alla sua Fondazione: la quarantena di Zapata è (anche) questa. Un periodo di stop forzato, paragonabile - nei tempi – al’infortunio di ottobre con la nazionale: out tre mesi, ora bisogna aspettare che passi l’emergenza per tornare. Un po’ a tutto: alla vita, alle belle cose della quotidianità. Comprese quelle di campo: Duván scalpita e per farsi trovare pronto quando la A riempirà i week-end e quella famosa musichetta la settimana, ci sta dando dentro. Pure a Bergamo, nonostante i chiari limiti pratici. Dando un’occhiata a qualche settimana fa, oggi c’è una differenza: è un giocatore «completo». E l’area di rigore e la porta non c’entrano...
Il sudore e quella torta
A casa con la moglie Diana (l’artefice del nuovo taglio, da abbinare a un’insolita barba), il piccolo Dayton e la figlia Dantzel, lo sforzo fisico e i piaceri non mancano. Come nella serata di mercoledì, quando le sue «D» gli hanno preparato una festa speciale per gli anni appena compiuti: cena ordinata da «Vittorio» e una torta con un 29 al centro. In sottofondo la musica, meglio se cumbia colombiana, la colonna sonora che ascolta scendendo dal pullman con la squadra: sono alcune delle tante gioie che, tra ritiri e viaggi, non riesce a godersi al 100%. Di fronte a qualche caloria, in una giornata così bella, si può chiudere un occhio. È un compleanno, «sgarrare» può starci, ma vietato pensare che la bilancia stia andando oltre il consentito: il peso-forma c’è, l’alimentazione è impeccabile e il lavoro, condiviso e programmato con lo staff di Gasperini (con il quale si confronta ogni 24-48 ore), procede. Pure in coppia.
“Usciremo dal tunnel”
Un allenamento al giorno (a volte anche due), in primis con un tapis roulant messo a disposizione dalla società: con lui Diana, seppur – evidentemente - a
●Un’immagine della famiglia Zapata (con Duván la moglie Diana, il piccolo Dayton e la figlia Dantzel) scattata mercoledì, giorno in cui il bomber ha compiuto 29 anni. ritmi diversi. Non manca la forza, nonostante non possa essere intensa come durante una settimana-tipo a Zingonia. Per entrambi, sudare è necessità e piacere. Anche in un periodo tanto delicato: Duván e sua moglie lo considerano catartico, una via per sentirsi meglio interiormente. Per questo, al di là del dovere da professionista, diventa difficile farne a meno. E dopo la doccia, si torna padre e uomo, dando un’occhiata a ciò che sta accadendo in Italia, in particolare a Bergamo: «Il mio pensiero va alle persone che lottano contro il Covid-19. La festa, quella vera, la faremo insieme al termine di questo periodo. Illumineremo il futuro e recupereremo il tempo che ci ha fatto riflettere e capire che sono poche le cose che contano, sul serio», ha dichiarato ieri via Instagram, inoltre ringraziando chi si è fatto sentire attraverso i tantissimi messaggi di auguri.
Forza: non quella fisica
Il momento è duro, lo sport viene dopo, tuttavia il richiamo dell’erba e del pallone è forte. Così, tra un film e l’altro, Zapata si concede un «replay» di alcune vittorie dell’Atalanta, magari con qualche sua perla: si mette comodo sul divano per gustarsele, sognando di poter replicare il prima possibile. E finita la registrazione, altri compiti e piatti da lavare, al mattino una sana colazione e la rassegna stampa (italiana e colombiana) per restare informato su ciò che accade nel mondo. Poi, magari nel pomeriggio, una chiamataSkype in Colombia, per essere vicino alla sua Fundación: con Diana, infatti, sta organizzando con altri gruppi di beneficenza una raccolta di cibo e materiale sanitario, ciò di cui i connazionali hanno più bisogno. E Bergamo? Impossibile dimenticarla, per la famiglia Zapata garantire il proprio contributo all’ospedale Papa Giovanni XXIII è un piacevole obbligo. Ecco la quarantena di Duván: tanta corsa e forza. Quella fisica, ma soprattutto di cuore. Ciò che oggi vale più di un gol segnato.
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