Starace «Granfondo? Ho scoperto i rulli»
«HO DOVUTO CONVERTIRMI AI RULLI E HO SCOPERTO CHE È DIVERTENTE»
Tra gli “orfani” della Dolomiti c’è l’a.d, dell’Enel, grande appassionato di ciclismo e Granfondo: «Ora pedalo virtualmente, anche con gli amici» Sull’emergenza: «La crisi ci cambierà. State a casa fiduciosi, ancora un po’»
Salta anche la Maratona delle Dolomiti. Un colpo al cuore per migliaia di appassionati che si allenano un anno intero per la più affascinante e ambita delle Granfondo. Tornerà il 4 luglio del 2021 e tra gli “orfani” di emozioni c’è anche Francesco Starace, l’amministratore delegato dell’Enel. Oltre ad essere il primo sponsor del Giro d’Italia e della Dolomiti, è uno dei più irriducibili amanti della bicicletta. Anche a lui si sono rivolti Michil Costa e Claudio Canins, presidente e organizzatore, prima di rinviare la “Maratona” al prossimo anno.
«Avevo sentito Michil Costa una decina di giorni fa — dice Starace —. Mi chiedeva consigli su che cosa fare e gli avevo detto che luglio sembra lontano, ma arriva subito e la decisione andava presa perché il problema non è solo italiano. Il contagio crescerà anche in altri Paesi e fare dei distinguo a pochi giorni dalla gara sarebbe stato troppo crudele. La Maratona delle Dolomiti è prima di tutto una gran festa tra gente che condivide la stessa passione. E non ci sarebbero state le condizioni per far festa».
Che cosa vuol dire per un top manager, che ha una grande passione per lo sport praticato, questo lungo periodo senza attività?
«Non c’è mai stato nelle nostre vite un periodo così lungo senza sport. A me manca in particolare quello praticato: mi mancano in particolare le pedalate del weekend. Chi mi conosce sa che ho sempre odiato i rulli, ma in questa situazione mi sono dovuto arrendere. Mi piace così tanto la bicicletta che temevo un impatto negativo. E invece faccio ogni giorno un’oretta di rulli. Forse non sono mai andato così tanto in bici come in questo momento. La verità è che sui rulli si fatica molto di più: un’ora vale come due o tre all’aria aperta».
Utilizza anche le applicazioni con i percorsi interattivi?
Alla domenica mi unisco a un gruppo di “meetup” e pedalo con qualche amico in questi spazi virtuali. Situazione un po’ surreale, ma divertente. Mi tengo in allenamento, pronto alla prima uscita all’aria aperta. E non vedo l’ora…». Il calcio e la sua Roma quanto le mancano? «Mi manca tantissimo la Roma... Mi manca la possibilità di andare allo stadio e urlare a squarciagola l’inno più bello che ci sia con tutti gli altri tifosi. In teleconferenza non si può cantare l’inno…». 3Quando ha un po’ di tempo libero che cosa legge, che film guarda? Qualche consiglio per chi sta in casa? «Leggo tanta poesia e non pretendo che piaccia a tutti. In questo periodo sto soprattutto ri-leggendo e ri-vedendo libri o film che mi sono piaciuti molto. Consiglio ad esempio la lettura di “The Story of America” di David Rubenstein, con le interviste ai biografi dei presidenti americani, con un sacco di curiosità sulla vita di quei grandi. Ho rivisto Gandhi con uno spettacolare Ben Kingsley, Apocalypse Now, 007… alcuni di questi devo vederli di nascosto da mia moglie che invece detesta rivedere gli stessi film». Anche lei convertito allo smart working? «Sono stato l’ultimo della mia azienda a lasciare l’ufficio il venerdì di tre settimane fa. Da allora abbiamo deciso di mandare tutta l’Enel in telelavoro: circa 37 mila persone di cui 15 mila in Italia. L’esperienza di queste tre settimane mi dice che si lavora più concentrati e con meno distrazioni perché sei solo. Vivo di videoconferenze una dietro l’altra. Siamo tutti isolati, ma è un isolamento che accresce la nostra fame di unità e di condivisione. Paradossalmente siamo più vicini. Come dicono gli atleti… distanti, ma uniti». Questa situazione sta cambiando un po’ tutti noi? «Certamente. In questi giorni mi sono imbarcato in una serie di colloqui video in “Teams” con 270 top manager, tutte le prime e le seconde linee della mia azienda nel mondo. Sono al 40 per cento del lavoro e vi assicuro che è un’esperienza molto interessante. E’ un viaggio dentro il cuore e il cervello dell’Enel che non avrei mai fatto senza questa occasione. E stiamo tutti facendo un corso accelerato di digitalizzazione. Ora le aziende devono pensare a sopravvivere, ma poi dovranno cambiare». E’ crisi anche per Enel? «C’è calo della domanda, c’è sofferenza anche per noi, e c’è un potenziale rallentamento dell’economia, ma non è così grave come si pensa… Noi ci siano concentrati su un unico grande obiettivo: la continuità di servizio alla società. Punto». Quando ne usciremo? Al momento il Sud resiste e la regione meno colpita è il Molise. «Ecco, salviamolo! Non andateci. State tutti a casa fiduciosi. Ancora per un po’...». Anche io mi sono convertito allo smart working: si lavora meglio, meno distrazioni L’uscita dalla crisi sarà graduale, servirà una crescita importante dei tamponi Francesco Starace