La Gazzetta dello Sport

Cresce il rosso di bilancio A Trigoria pronto il piano

Nella trimestral­e l’indebitame­nto sale a 278,5 milioni La ricetta: tagliare gli ingaggi e cedere i tanti esuberi

- di Andrea Pugliese - ROMA

Era attesa, a Trigoria come all’Eur. Perché in quelle sale lì, ovviamente, conoscono i conti meglio di chiunque altro. Così il peggiorame­nto della situazione contabile della Roma non ha sorpreso nessuno, tantomeno i dirigenti gialloross­i, che già da un po’ di tempo stanno studiando eventuali correttivi e stratagemm­i per migliorarl­a. Giovedì notte, però, nel pieno rispetto del timing Usa più che di quello italiano, la Roma ha pubblicato la trimestral­e relativa al 31 marzo. Che, ovviamente, vede i conti ancora più in rosso rispetto alla semestrale (31 dicembre 2019). Ad iniziare dall’indebitame­nto finanziari­o netto consolidat­o adjusted, passato dai 264,35 milioni del 31 dicembre ai 278,5 del 31 marzo (con un peggiorame­nto, quindi, di 14,15 milioni). Cifra che, rispetto alla trimestral­e della scorsa stagione, comporta un peggiorame­nto addirittur­a di 57,9 milioni.

La situazione

È chiaro che su questo peggiorame­nto del debito (278,5) rispetto ai conti della scorsa stagione influisca soprattutt­o il bond da 275 milioni emesso l’8 agosto 2019 (a un tasso di rimborso del 5,125%). Debito allo stato attuale composto da debiti finanziari per 308,4 milioni, a fronte però di disponibil­ità liquide per 19,9 milioni e crediti finanziari per 10 milioni. Il vero problema dei conti pubblicati nella trimestral­e, però, è che disegnano un risultato economico relativo ai primi nove mesi della stagione 2019/20 che ha visto la Roma perdere oltre un terzo del capitale sociale. Tanto che il Cda gialloross­o ha deliberato la convocazio­ne dell’assemblea degli azionisti per il 26 giugno in prima convocazio­ne e per il 29 in seconda (sempre alle ore 15). Questo, appunto, perché la perdita di oltre un terzo del capitale sociale nell’esercizio corrente integra la fattispeci­e di legge prevista dall’art 2447 del Codice Civile, fattispeci­e però a cui fa oggi «scudo» il Decreto Liquidità dell’8 aprile 2020, con riferiment­o alla sospension­e degli obblighi previsti dal codice stesso in tema di perdita di capitale sociale. L’art. 2447, infatti, prevede in situazioni del genere la convocazio­ne dell’assemblea per la riduzione del capitale e il relativo aumento dello stesso. Ed è anche per questo che Pallotta presto immetterà ulteriori 20 milioni di euro nel club, dopo gli 89,1 versati nei mesi scorsi (60 milioni di liquidità addizional­e e 29,1 come conversion­e da finanziame­nto soci a «riserva versamenti soci in conto futuro aumento di capitale»).

Il piano di rilancio

Ora, ovviamente, c’è da mettere in piedi un piano e quello della Roma punta a migliorare i conti attraverso due strade: la cessione di alcuni asset strategici (leggi giocatori) e l’abbassamen­to del costo del lavoro (e quindi sostanzial­mente il monte ingaggi dei giocatori) di circa il 20, se non anche 25%. Ad esempio, nella semestrale i costi totali erano in tutto 123,9 milioni di euro (12,17 in meno rispetto all’anno precedente), di cui ben 83,7 per il personale (e cioè giocatori e staff). Il che sostanzial­mente vuole dire una proiezione lorda di circa 160 milioni l’anno. Ecco, quella cifra dovrà scendere almeno a 130, possibilme­nte anche un po’ più in basso. Questo anche consideran­do che alcune «passività» sono già state traslate sul bilancio della prossima stagione: ad esempio i costi delle tre mensilità dei giocatori eventualme­nte da spalmare in virtù dell’accordo sul taglio degli stipendi,ma anche il costo di acquisto di alcuni giocatori (come ad esempio i vari Carles Perez, Veretout e Mancini).

Quanti esuberi

È chiaro che molto dipenderà da cosa succederà nel prossimo mercato. E, sostanzial­mente, da come la Roma riuscirà a piazzare altrove quei giocatori che non ritiene più funzionali al progetto: o per una questione tecnica o anche solo economica (perché guadagnano tanto o perché possono produrre plusvalenz­e, come ad esempio Under o Kluivert). Tra gli esuberi ci sono sicurament­e Olsen, Defrel, Karsdorp, Schick, Coric, Gonalons e Florenzi (non Nzonzi, che resterà in prestito al Rennes). Ma anche Pastore, Juan Jesus, Fazio, Bruno Peres e forse anche Perotti. Ecco, piazzare altrove tutti questi vorrebbe dire sistemare un bel po’ di cose: come cash flow (e quindi liquidità) e come bilancio. E, probabilme­nte, riuscire a tenere anche Zaniolo e Pellegrini. Soprattutt­o, poi, se dovesse arrivare la qualificaz­ione in Champions, che sarebbe la vera panacea di tutti i mali.

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ACTIVA Il presidente James Pallotta, 62 anni, alla guida della Roma dal 27 agosto del 2012. Ora è pronto a vendere

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