La Gazzetta dello Sport

«Maturo e intelligen­te, ho visto le sue partenze e mi ha impression­ato»

Marc analizza il Carlos pilota: «Grande forza mentale, sa che cosa vuole dalla vettura e nella bagarre sta crescendo»

- Di Gianluca Gasparini

Carlos Sainz, 25 anni, al volante della McLaren: è in F.1 dal 2015

Che pilota ha ingaggiato la Ferrari? E’ la domanda che si fanno in molti, pensando a Carlos Sainz al volante della rossa dal 2021. Analisi che abbiamo affidato a Marc Gené, 55 anni e 36 GP disputati in F.1, oggi tester nel team di Maranello e commentato­re tv con Sky. «Carlos è uno che sbaglia poco, non commette errori, per questo raccoglie tanti punti – spiega lo spagnolo -. La forza mentale è una delle sue grandi qualità. Quando parli con lui scopri un uomo maturo e intelligen­te: tre giorni fa siamo stati al telefono un sacco, e ne ho avuto un’altra conferma». Ma Gené, che ha studiato in modo analitico il connaziona­le, ha notato anche altro: «Mi ha impression­ato rivedere le sue partenze: al via è molto bravo. Senza considerar­e un giro completo, ma anche solo le prime curve, prende sempre la direzione giusta e sfrutta i buchi che si creano, come se intuisse in anticipo dove mettere le ruote: nella F.1 moderna è un grande talento».

Migliorame­nti

Charles Leclerc, che sarà il suo compagno di squadra, con 7 pole nel 2019 ha mostrato una super velocità. Sainz è più pilota da qualifica o da gara? «Se si analizza il confronto con Max Verstappen nel 2015, quando erano insieme in Toro Rosso ed entrambi all’esordio, la differenza in prova a fine anno era minima – dice Marc -. Ma a mio parere Carlos tira fuori il meglio in corsa. Si è visto l’anno scorso: il modo in cui guadagna posizioni, gestisce le gomme, la capacità strategica. Spesso è successo che partisse 11° e finisse 5°». Forse può fare passi avanti nella bagarre. «A inizio stagione sorpassava in sicurezza, senza grossi azzardi. Ma gara dopo gara è migliorato e, negli ultimi due GP, Brasile e Abu Dhabi, gli ho visto fare attacchi che non mi aspettavo. Segno di una maggior fiducia in se stesso». Difficile capire, da fuori, che tipo di monoposto prediliga come assetto. Ma il futuro ferrarista tecnicamen­te ha le idee chiare. «Ci sono piloti che si adattano, guidano sopra i problemi. Lui non è così: deve sentire l’auto come la desidera. Ma è metodico, studia, e si prepara bene. Se si guarda ai venerdì di prova dello scorso Mondiale, anche solo alla FP1, faceva una gran differenza rispetto al compagno Norris. In pochi giri entrava subito in ritmo: è un bel segnale».

Attenzione

Ma che Sainz fosse solido tecnicamen­te si era capito già dal primo test che affrontò, come collaudato­re della Toro Rosso, nell’estate del 2013 a Silverston­e. Le sensazioni e le informazio­ni trasmesse, a quanto dicono, erano molto buone. E soprattutt­o sapeva mettere a posto la vettura, come assetto. Oltre a far segnare, in quell’occasione, tempi davvero notevoli. Peraltro Carlos, nei due anni da tester per il team di Faenza, ha lavorato anche con Riccardo Adami, che si è trasferito poi a Maranello per seguire Sebastian Vettel e che lo spagnolo potrebbe ereditare come ingegnere di macchina. Un vantaggio, in caso. E chi ha seguito lo spagnolo con occhio attento mette in guardia dal considerar­lo l’agnello sacrifical­e di Leclerc: lo spagnolo è entrato nel mondo dei GP in punta di piedi, nonostante il retroterra non comune visto il mestiere del padre, ma già in un paio di stagioni aveva acquisito autostima e una sicurezza nei suoi mezzi che in certi casi arrivava a un pizzico di “sana” arroganza. Potrebbe regalarci qualche sorpresa.

In Toro Rosso ha conosciuto Adami, ingegnere di Vettel, che può diventare il suo

sTEMPO DI LETTURA 2’55”

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy