La Gazzetta dello Sport

«Vai Girardengo, vai grande campione» A Campobasso c’è il mito

Il ventenne di Novi Ligure conquista la tappa partita da Bari e apre una carriera leggendari­a. Pavesi: «Furbo come una faina»

- Di Andrea Schianchi

Più della gloria, che mica riempie lo stomaco, può il denaro. E Costante Girardengo, che diventerà il primo campioniss­imo, al denaro era devoto come sanno esserlo i contadini che, per sfamarsi, devono piegare la schiena e raggiunger­e la terra. Il 16 maggio 1913, al via da Bari, il ventenne di Novi Ligure, che ha abbandonat­o il lavoro da garzone di sartoria per tentare l’avventura sulla bicicletta, ha un piano ben chiaro: pedalare come un forsennato fin dai primi chilometri e, a forza di scatti e controscat­ti, fiaccare la resistenza degli avversari fino a staccarli. Non proprio una tattica da raffinato stratega, ma i pionieri ragionano così: non si dosano le energie, non si fanno calcoli, si suda, si sgobba, si fatica come muli e si va sempre al massimo sino all’arrivo.

A ingolosire Girardengo, alla vigilia della tappa, è il premio in denaro messo in palio dall’organizzaz­ione per il primo: soldi veri, monete sonanti. Lui al Giro corre gratis, «così fai un po’ di esperienza e ti prepari per la prossima stagione» gli hanno detto i dirigenti della Maino, e volete che non si faccia tentare dal profumo del denaro? Del percorso, che da Bari porta la carovana a Campobasso lungo 256 chilometri di strade impolverat­e, Girardengo non s’interessa. E non s’interessa nemmeno dei soliti ordini di scuderia che imporrebbe­ro di proteggere il capitano, Oriani, e di non prendere iniziative azzardate.

Poco dopo il via, il ragazzo aumenta il ritmo delle pedalate e se ne va in progressio­ne staccando il gruppo. Vengono in mente i versi della canzone di Francesco De Gregori: «Vai, Girardengo, vai grande campione, nessuno ti segue su quello stradone!».

A dir la verità, uno che lo segue c’è: Giuseppe Azzini, un tipo tosto, che ha esperienza, fiato e muscoli. Ma a duecento metri dall’arrivo, dopo aver attraversa­to pianure e colline, dopo più di nove ore di fatica, quando Azzini si alza dal sellino per lo sprint, Girardengo lo fulmina con uno scatto bruciante e va a vincere. «Quel ragazzo è furbo come una faina» dirà la maglia rosa Eberardo Pavesi. Per Girardengo è il primo successo di tappa al Giro. E, soprattutt­o, sono i primi soldi che mette in tasca facendo il mestiere del ciclista. La gloria, per adesso, non gl’importa: verrà in futuro. Intanto, con queste monete, c’è di che comprare pane, vino e qualche etto di salume.

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 ??  ?? Primo Campioniss­imo Costante Girardengo (1893-1978) ha vinto il Giro 1919 e 1923, più 6 Milano-Sanremo, 3 Giri di Lombardia e 9 campionati italiani
Primo Campioniss­imo Costante Girardengo (1893-1978) ha vinto il Giro 1919 e 1923, più 6 Milano-Sanremo, 3 Giri di Lombardia e 9 campionati italiani

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