INTESA GOVERNO-REGIONI SULLE RIPARTENZE DI LUNEDÌ E L’ITALIA SI PREPARA A RIAPRIRE LE FRONTIERE
L’ok a linee guida uguali per tutti sul tavolo del Cdm notturno Regole per negozi e spiagge, un metro di distanza al ristorante Si va verso gli ingressi dall’Ue senza quarantena dal 3 giugno
Negozi di abbigliamento, 1 bar, ristoranti, centri estetici. Da lunedì l’Italia riapre. Dovremo convivere con il virus, con molte precauzioni.
Dopo il confronto con le Regioni, accogliendone «il testo unitario, con linee guida uguali per tutti», il premier Giuseppe Conte ha lavorato fino a tarda notte al decreto su quella che potremmo definire la “Fase 2-bis”, dopo la ripartenza del 4 maggio, quando sono tornati al lavoro 4,7 milioni di italiani. Da lunedì, dopo oltre due mesi, riapriranno i negozi di abbigliamento, che dovranno essere puliti, igienizzati e aerati almeno due volte al giorno. Clienti e dipendenti dovranno indossare mascherine e guanti usa e getta. Ingressi e uscite saranno differenziate, se possibile. Si accederà uno alla volta, nei locali molto piccoli. Prevista la sanificazione degli abiti e degli accessori indossati e non acquistati. Parrucchieri e centri estetici potranno restare aperti anche domenica e lunedì, per smaltire e suddividere la clientela, con prenotazione obbligatoria (ed elenco dei presenti per 14 giorni, per tracciare eventuali contagi in un luogo molto a rischio). Sanificazioni continue e possibili “barriere” tra i clienti. Mascherine negli hotel e pulizia degli impianti di condizionamento, niente giochi in spiaggia. Novità anche per i bambini. «Da lunedì ripartono le attività all’aria aperta nei parchi e dall’1 giugno le attività organizzate per i più piccoli», annuncia la ministra per la Famiglia, Elena Bonetti. Le Regioni potranno emanare ordinanze meno restrittive, rispetto all’indirizzo dato dal governo e avranno margini di discrezionalità sull’applicazione dei protocolli dell’Inail per la sicurezza.
Si potranno di nuovo incontrare 2 gli amici.
Cade il vincolo di uscire solo per fare visita ai congiunti (parenti e partner). Da lunedì si potranno incontrare anche amici e conoscenti. Non c’è un numero specifico di amici che si possono incontrare, ma il limite è tacitamente stabilito dal divieto di assembramento, che rimane in vigore. Almeno un metro di distanza tra i soggetti per strada, mascherine obbligatorie nei luoghi chiusi ma aperti al pubblico (mezzi pubblici e supermercati, per fare due esempi) mentre la distanza di sicurezza sale a due metri all’interno di bar, ristoranti, parrucchieri, centri estetici e spiagge. In bar e ristoranti si entrerà in maniera ordinata, in base allo spazio. Due metri di distanza tra i tavoli, con almeno quattro metri quadrati a disposizione di ogni cliente. Un metro tra le persone allo stesso tavolo. Questi protocolli dell’Inail hanno molto irritato i gestori dei locali, che minacciano di non riaprire con queste condizioni. Inoltre spariranno i menù, i camerieri indosseranno mascherine e guanti. Previste sanzioni da 400 a 3 mila euro per chi viola le regole, con chiusure per gli esercizi commerciali fino al ripristino delle condizioni di sicurezza.
Altro tema importante, 3 quello degli spostamenti.
Da lunedì si potrà tornare a circolare nella stessa Regione, senza il modulo di autocertificazione, che invece resta necessario per gli spostamenti extra-regionali, ancora vincolati a motivi di «lavoro, salute o necessità e urgenza». Si potrà andare nelle seconde case, se si trova nella stessa regione. Dal 3 giugno, quindi dopo la Festa della Repubblica (per evitare gite non consentite), sarà invece possibile spostarsi da una Regione all’altra. Le misure resteranno in vigore fino al 31 luglio. Naturalmente per chi è in quarantena, perché positivo al coronavirus, resta l’obbligo di non spostarsi da casa. Sempre dal 3 giugno riaprono le frontiere italiane a tutti i cittadini Ue, senza distinzioni, senza quarantena e senza autocertificazione.
Una buona notizia: i dati 4 sul virus non segnalano risalite dei contagi.
Quello di ieri era il primo traguardo a cui guardare, a undici giorni dalle riaperture del 4 maggio. I contagi non sembra
Stop al modulo dell’autocertificazione per gli spostamenti. Si potrà andare nelle seconde case e vedere gli amici. Dal 3 giugno sì ai viaggi tra Regioni. Misure rigide per i parrucchieri. La ministra Catalfo (nella foto): il contagio non implica in automatico la colpa del datore di lavoro
no risalire, elemento indispensabile per non tornare indietro. I 68.176 tamponi effettuati nelle ultime ore hanno rivelato 789 nuovi positivi, con il rapporto tamponi/positivi più basso di sempre, all’1,2%. Altri 4.917 sono stati dichiarati guariti (il totale ora è di 120.205), facendo scendere (-4.370) il numero degli attualmente positivi. Ancora in calo (-47) i posti occupati in terapia intensiva, scesi a 808 (il 4 aprile erano quasi 4.100). Purtroppo si registrano altri 242 decessi, con il numero dei morti che per il secondo giorno di fila supera quota 200, con il totale salito a 31.610. Migliora anche il dato della Lombardia, la zona più colpita dal virus. I nuovi positivi sono 299 (giovedì erano stati 522), i posti occupati in terapia intensiva sono scesi di altri 21. In tutte le Regioni, la percentuale di posti occupati è ben sotto il 30%, requisito per evitare il lockdown del territorio.
Andrà rivista la responsabilità dei datori di lavoro. E i sindaci criticano il decreto Rilancio.
Dopo le polemiche dei giorni scorsi, non dovrebbe esserci automatismo tra l’eventuale contagio da Covid sul posto di lavoro e la responsabilità dell’azienda. Il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha incontrato i vertici dell’Inail e ne ha condiviso l’orientamento: nei casi di infezione, in occasione di lavoro, non discende automaticamente la responsabilità del datore di lavoro. «Fondamentale per le aziende - afferma la Catalfo - sarà il rispetto dei principi stabiliti dai protocolli di sicurezza stipulati da parti sociali e governo. Proprio per fugare tutti i dubbi emersi in questi giorni, ministero e Inail stanno preparando un nuovo documento». Intanto il decreto Rilancio, approvato dal Consiglio dei ministri mercoledì sera, non è ancora in Gazzetta Ufficiale. «Le misure per sostenere i bilanci dei Comuni sono insufficienti», dicono dall’Anci, l’associazione dei sindaci. © RIPRODUZIONE RISERVATA
C’è stata una portentosa collaborazione istituzionale
Se i contagi dovessero tornare a salire, il governo interverrà