La Gazzetta dello Sport

Le nomine della Rai Orfeo guida il Tg3 Di Mare alla rete

- Di Davide Chinellato

mesi di trattative fra Pd e M5S, è arrivato il parere favorevole del consiglio di amministra­zione della Rai alla proposta dell’amministra­tore delegato Fabrizio Salini di nominare Mario Orfeo a direttore del Tg3, al posto di Giuseppina Paterniti, che è stata invece indicata direttrice dell’Offerta informativ­a. Via libera anche a Simona Sala come nuovo direttrice del Gr Rai e di Radio 1, come pure per Franco Di Mare alla direzione di Rai 3 al posto di Silvia Calandrell­i. Il cda ha confermato per Rai Cinema alla presidenza Nicola Claudio e Paolo Del Brocco amministra­tore delegato.

Cantante

Il talento, l’arte, la cultura, la forza, la sensibilit­à: Bosso è l’Italia che rimane nella storia

Cantante

Alla fine ha smesso di lottare, Ezio Bosso. Lo aveva fatto fin da bambino, per combattere quel pregiudizi­o secondo cui «un povero non può fare il direttore d’orchestra». Solo che lui ci è riuscito talmente bene che il mondo della cultura italiana lo piange, ora che se n’è andato a 48 anni, portato via da una lunga malattia. È morto nella sua casa di Bologna, ucciso dal cancro e da quella malattia degenerati­va che lo aveva costretto su una sedia a rotelle. Ma che non gli aveva tolto la voglia di lottare, di ispirare, di incantare con la sua musica. Da pianista, compositor­e, direttore d’orchestra. Da combattent­e. Da artista. «La musica è per tutti perché annulla la grammatica delle lingue e ne forma una valida per ognuno di noi», è una delle sue tante frasi celebri.

Anche al cinema

Bosso era nato a Torino il 13 settembre 1971. Si era innamorato della musica da bambino e, per inseguire questa sua passione, era andato via di casa a 16 anni per trasferirs­i prima in Francia e poi in Austria, dove all’Accademia di Vienna aveva studiato contrabbas­so, composizio­ne e direzione d’orchestra. E nella musica aveva trovato la sua vita, diventando un’eccellenza italiana da esportare in tutto il mondo, suonando e dirigendo

Aveva 48 anni Nato a Torino, è morto a Bologna dopo una lunga malattia

Sanremo 2016 All’Ariston una performanc­e che lo rese figura popolare

nei teatri più famosi del pianeta. Il suo talento era arrivato anche al cinema, grazie alle colonne sonore di Io non ho paura, Quo vadis, baby? e Il ragazzo invisibile, che gli sono valse anche due nomination per i David di Donatello. Non l’aveva fermato nemmeno la malattia, quella sindrome autoimmune sviluppata dopo un intervento per l’asportazio­ne di una neoplasia. Aveva continuato a suonare, a dirigere, ad ispirare con la sua passione per quella musica che nel 2016 lo aveva portato ad esibirsi anche al Festival di Sanremo. Uno show che lo aveva portato nel cuore del grande pubblico, con quel commovente spettacolo al pianoforte durato oltre 15 minuti che aveva fatto alzare in piedi la platea dell’Ariston. A settembre aveva dovuto dire addio al pianoforte perché le sue dita non rispondeva­no più come voleva. Ma aveva continuato a dirigere, fermato soltanto dal lockdown che gli ha tolto la sua linfa vitale: fare musica.

Parla Vasco

L’Italia intera lo piange. Lo ricorda il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «Sono rimasto molto colpito dalla prematura scomparsa del maestro Ezio Bosso. Desidero ricordarne l’estro e la passione intensa che metteva nella musica, missione della sua vita, e la sua indomabile carica umana». Lo ricorda la politica tutta, con Torino che vuole già intitolarg­li un pezzo della sua città. Lo piange soprattutt­o la musica: «Il talento, l’arte, la cultura, la forza, la sensibilit­à: Bosso è l’Italia che rimane nella storia», è il ricordo di Laura Pausini. Anche Vasco commenta. «Ezio Bosso è stato una prova vicente di quanto la musica possa rivoluzion­are l’esperienza, di quanto la musica possa essere arma potente per affrontare qualsiasi situazione, anche peggiore delle malattie». La Rai ha rivoluzion­ato il suo palinsesto per rendergli omaggio. Con la musica, che amava così tanto da trasformar­la nella sua vita, in quello che gli ha permesso di continuare a lottare.

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Laura Pausini
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Jovanotti

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