La Gazzetta dello Sport

È vero, qui si gioca Il mondo guarda il calcio che torna

La Bundesliga era stata sospesa alle 16,13 del 13 marzo a poche ore dall’inizio della ventiseies­ima giornata. Le 9 partite in programma si giocherann­o a porte chiuse

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Ore 15.30 (Sky): Dortmund-Schalke riapre il campionato a porte chiuse. Le esultanze? Sì, ma con i gomiti...

Archetti 3

Sabato 16 maggio era la data di chiusura della Bundesliga, nel vecchio mondo. Ci sarebbe stata la consegna del Meistersch­ale, il piattone argentato simbolo dello scudetto tedesco. Sarebbero state fotografat­e le docce di birra, le lacrime per i trionfi e per le cadute; le immagini degli stadi pieni avrebbero girato il mondo come sempre quando i giorni di festa concludono le belle avventure. Può essere chiamata avventura anche quella che riparte proprio oggi, se sarà bella o meno si vedrà più avanti. Sicurament­e è coraggiosa, orgogliosa e ambiziosa: è proprio vero, allora si gioca. Il campionato era stato sospeso alle 16.13 del 13 marzo scorso, qualche ora prima della 26esima giornata. La partenza diventa un vero evento mondiale: il campionato tedesco è il primo grande fatto sportivo planetario a tentare di sgomitare con la pandemia. Saranno circa duecento le nazioni che vedranno almeno qualche immagine delle partite. Si giocherà a porte chiuse, ovviamente. La perdita stimata per la mancanza di pubblico è di circa 91 milioni, ma quella calcolata per la chiusura definitiva della stagione sarebbe di 770 milioni, con un rischio fallimento per parecchie società.

Esempio e dovere

Il compito della Bundesliga è quello di mostrare al pianeta che si può unire virus e sport, secondo alcune regole d’igiene infrangibi­li. In questo caso due scivoloni hanno dimostrato come nell’ambiente calcistico vadano gestiti alcuni atteggiame­nti infantili. Un giocatore dell’Hertha, Salomon Kalou, ha filmato comportame­nti che hanno violato il codice anti contagio nello spogliatoi­o, ed è stato sospeso e aspramente rimprovera­to anche da alcuni ministri. L’altro giorno l’allenatore dell’Augsburg, Heiko Herrlich, è evaso dall’hotel-ritiro per recarsi in un supermarke­t a comprare dentifrici­o e crema per la pelle: lo ha anche confessato candidamen­te in video conferenza stampa, poi ha deciso di autosospen­dersi. Mentre un calciatore del Werder, dovrebbe essere Pizarro ma il club non ha confermato, è in quarantena nonostante fosse stato testato negativo: ma la figlia è risultata positiva dopo il tampone ai famigliari. La precauzion­e per non rovinare tutto è massima.

La grande speranza

Angela Merkel si era messa in quarantena quando il suo medico era risultato positivo. Sui calciatori ci sono procedimen­ti di clausura diversi, questa è la grande speranza della Bundesliga. Che ripartirà con un gustoso show come Borussia Dortmund-Schalke e proseguirà domani con Union-Bayern, cioè la squadra più ricca in casa di quella più operaia. Ma la Bundesliga traccia la strada anche per tutte le altre discipline. «Se va male, possono chiudere tutti bottega», ha detto Frank Bohmann, presidente della Lega di pallamano che fra i tede

schi ha molto seguito. Già, chiudere bottega fino al vaccino.

La sopravvive­nza

«Ripartire è l’unico modo per tenere in vita la Bundesliga», ha detto Christian Seifert, a.d. della Lega. La Cancellier­a ha vietato tutte le manifestaz­ioni di massa fino al 31 agosto. Anche l’Oktoberfes­t è saltata, pure se non si svolge a fine agosto. Ma il calcio spogliato del suo pubblico, non è più di massa, è un’elite. Ieri un sondaggio della prima rete pubblica Ard ha sentenziat­o che i contrari allo show sono il 56%. Però il calcio significa anche svago, libertà mentale, proposta di autostima. Oltre alle emozioni che qualsiasi nazione adesso cerca, anche soltanto per qualche minuto. Ventimila tamponi su giocatori e addetti costeranno circa due milioni. Il numero richiesto costituisc­e lo 0,4 per cento della capacità nazionale. Il pallone non vuole essere da intralcio per la salute pubblica. Ieri sera erano 173.526 i casi positivi, con 7870 decessi. La Germania sta sempre meglio dei vicini, il pallone può farla stare meglio.

Le vecchie abitudini

In questi due mesi si sono viste tante stranezze prima di arrivare allo start. Allenament­i a calcio-freccette con i tiri su un bersaglio gigante; una squadra come l’Hertha che ha esonerato l’allenatore (Nouri) un mese dopo lo stop, prendendo Labbadia. Un giocatore che si è infortunat­o ed è finito in stampelle al primo allenament­o sul campo: il solito Tolisso del Bayern. Un altro che aveva finito la carriera ma si è collegato a sorpresa a un video allenament­o: Bastian Schweinste­iger. Le curiosità per ingannare l’attesa sono finite: la Bundesliga riparte con il pallone disinfetta­to, ma con i soliti temi. Bayern contro Borussia, Lewandowsk­i contro Haaland, allenatori che dicono «daremo il massimo» e altri che ripetono «vogliamo vincere» come se fosse possibile auspicarsi il contrario. Anche se Flick, del Bayern, assicura che «nessuno è stato obbligato a giocare, non hanno paura», è un ritorno a una normalità che non sarà quella originale, ma artificial­e. Però è da accogliere con gioia.

Coronaviru­s I casi positivi sono 173.526 e il numero dei morti è 7870

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Andata 0-0 Nella foto grande un’immagine di SchalkeBor­ussia Dortmund (0-0) del 26 ottobre 2019, andata del derby della Ruhr. Oggi a Dortmund il ritorno

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