La Gazzetta dello Sport

«Ralf ha idee: può funzionare Julian è bravo ma molto giovane»

L’ex interista: «Rangnick fa giocare bene le squadre ma deve scegliere che cosa fare La lingua potrebbe essere un ostacolo»

- di Pierfrance­sco Archetti - MILANO IPP

«Il Milan alla tedesca potrebbe funzionare, sì». Ma a Andreas Brehme, campione d’Italia con l’Inter nel 1989, campione del mondo con la Germania a Roma nel 1990, segnando il rigore decisivo, preme anche sapere cosa succede in casa rossonera. «Già, sono interista e parlo di Milan».

Forse perché oltre a essere cugino dei rossoneri, lei è anche tedesco.

«Sono amico di Paolo Maldini, ci siamo trovati per qualche manifestaz­ione di beneficenz­a. Ho letto le sue ultime dichiarazi­oni e mi dispiace per la situazione. Però sono amico anche di Ralf Rangnick, da lungo tempo».

E il suo amico le ha spiegato i suoi piani per il futuro?

«Giochiamo a golf insieme, ma lui è uno molto intelligen­te, sta attento a parlare. Non so cosa vuole fare».

Ma sarebbe l’uomo adatto per ricostruir­e il Milan?

«Penso di sì, certo. Non so cosa succederà, però lui ha sempre fatto bene in realtà del genere. Con l’Hoffenheim, con le squadre della Red Bull. Sa far giocare bene i suoi calciatori, ha molte idee tattiche, è sempre capace di sorprender­e. Bisogna vedere anche in che ruolo arriva. Rangnick deve scegliere: sarà direttore tecnico oppure allenatore?».

Lei dove lo vedrebbe meglio, in panchina o in ufficio?

«Come allenatore è stato bravissimo. Potrebbe essere quello il suo vestito ideale al Milan. Però c’è un ostacolo».

Quale?

«La lingua. Sul campo non puoi arrangiart­i in qualche maniera, devi saperla maneggiare bene, ne hai bisogno. Io ne so qualcosa. Devi saper dialogare con i giocatori in maniera efficace. Gli ordini in partita devono essere immediati, comprensib­ili. Una squadra deve sempre sapere cosa fare».

Dicono che stia imparando anche l’italiano.

«Allora deve farlo bene. Ma magari ha intenzione di essere soltanto il direttore tecnico».

Quindi servirebbe un allenatore, magari con cui si capisca. In Germania ci sono indizi?

«Julian Nagelsmann lavora con lui a Lipsia. E’ un allenatore giovane, molto bravo, sta facendo strada. Ma per me non è ancora pronto per andare all’estero, ha solo 32 anni. Adesso da noi riprende il campionato, per fortuna. Vediamo come finirà la stagione il Lipsia; è terzo, si è qualificat­o ai quarti di Champions. Insomma è una squadra in ascesa. Ma le esperienze all’estero sono diverse. Piuttosto, il vostro campionato riprenderà?».

Non è ancora stato deciso, per ora le squadre si allenano, ma non insieme.

«Che tristezza questa situazione, che dispiacere per i tanti amici italiani. Spero che tutto si riaggiusti in fretta. Qui a Monaco è diverso, almeno in qualche locale si può andare. Ho voglia di tornare in Italia, nella mia casa, di poter rivedere tanta gente che non se la passa bene, ma di vedere anche la Serie A come era una volta».

Brehme sui rossoneri

Sono amico di Maldini, ho letto le sue ultime dichiarazi­oni e mi spiace per questa situazione

Rangnick l’uomo ideale per ricostruir­e il Milan? Penso di sì, in realtà simili ha fatto bene

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Rigore pesantissi­mo Andreas Brehme, oggi 59 anni, l’8 luglio 1990 all’Olimpico di Roma calcia il rigore che all’85’ decide la finale del Mondiale contro l’Argentina di Maradona

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