TORNA IL RE E IL PSG GLI FA LA CORTE
Ronaldo “riabbraccia” la sua Juve L’emiro: «Esempio per il futuro»
Signori, ci sono due notizie. La prima: Ronaldo è arrivato secondo. La seconda: non ha vinto Messi (e di solito le due cose non sono compatibili). France Football ha pubblicato una classifica interessante ma per una volta non si tratta del Pallone d’oro. Il magazine francese ha messo in fila i 50 personaggi più influenti del calcio e ha fatto scelte inevitabilmente discutibili. Primo Nasser alKhelaifi, presidente del Psg e di beIn Media Group. Secondo Cristiano, terzo Gianni Infantino, presidente della Fifa. Note a margine, per quel che vale.
Possibili sottovalutati: Jorge Mendes, solo quinto, Florentino Perez, ottavo, e la coppia Adidas-Nike, che insieme valgono più del 14o posto. Sopravvalutato di lusso: Klopp, quarto ma non così interessato ai giochi di potere. Il primo degli italiani è ovviamente Andrea Agnelli, sesto, mentre pare un bel segnale il nono posto di Megan Rapinoe, la stella del Mondiale femminile che incrocia pallone e diritti civili.
La dichiarazione
La Juve insomma ieri ha ritrovato in un momento un calciatore, un politico e un influencer. Cristiano si è presentato alla Continassa alle 9.21 per la prima giornata di allenamento dopo la quarantena: era arrivato a Torino da Madeira due settimane fa, in un lunedì sera di lockdown. Se n’è andato prima di pranzo e in quelle ore la Francia e l’Italia hanno letto i complimenti di Al Khelaifi nell’intervista rilasciata a France Football per commentare la top 50: «Anno dopo anno, Cristiano Ronaldo ha dato prova di una determinazione unica, di una forza di carattere fuori dalla norma. È sempre mosso da questa voglia di migliorarsi ogni giorno e supera sempre i suoi limiti. Ammiro questa volontà implacabile, è un grande esempio per tutti gli sportivi del futuro».
La spiegazione
Elogi che però non devono essere interpretati come una manovra di seduzione, almeno secondo la rilettura fornita a Parigi del passaggio incriminato. Benché si tratti effettivamente del pensiero diretto di Al Khelaifi, non si deve sconfinare dal perimetro di una risposta a una domanda sul secondo personaggio più influente del calcio. L’ammirazione per i valori, la forza e la mentalità del portoghese sono in effetti materia rara in molti spogliatoi, anche in quello dell’emiro del Qatar, che da sempre punta su grandi personaggi. A cominciare da Ibrahimovic, la prima star dell’era qatariota del Psg, indicato come uno dei giocatori più influenti dallo stesso Al Khelaifi: «Per il carattere, la leadership, il carisma e la capacità di far avanzare le cose, curando ogni dettaglio e affrontando senza piegarsi ogni sfida». Oppure David Beckham, che ha chiuso la carriera al Psg: «Un modello per chiunque aspiri a diventare un atleta professionista». O ancora Buffon, importante nel 2018-19 per far maturare alcuni giocatori. In ogni caso, ribadiscono a Parigi, non c’è alcun piano per portare via Ronaldo già quest’estate alla Juventus.
Il pronostico
La realtà è che Ronaldo segue logiche particolari. Il suo contratto con la Juve scade a giugno 2022 ma in questi due anni la sua volontà peserà molto, più del normale. Il Psg potrebbe permettergli di continuare a segnare gol in quantità e magari di avere un ruolo da ambasciatore per il Mondiale 2022, ma Cristiano a Torino sta bene e ha uno stipendio da 31 milioni a stagione, pesante per le casse e i conti da fair play di qualsiasi club. La questione quindi non è ipotizzare il prezzo di un ipotetico trasferimento – CR7 nel 2018 è costato 100 milioni ed è ancora su livelli di eccellenza, potrebbe valere 7080 milioni – ma considerare le sue priorità. Anche per questo, l’ipotesi più plausibile è che resti alla Juve fino al 2022: altri due anni di A, una cinquantina abbondante di gol e poi chissà. Attore, manager, presidente di un club: per restare su toni francesi... che sarà, sarà.