Pochi gruppi ma tanti sorrisi: al lavoro!
Il preparatore Bonocore avvisa: «Occhio ai carichi e alla gestione del recupero»
Cristiano Ronaldo contro Ciro Immobile? Sfida affascinante, certo, ma se proprio volessimo ridurre la volata-scudetto a un duello tra uno juventino e un laziale forse sarebbe più appropriato indicare Daniele Tognaccini e Fabio Ripert: i responsabili della preparazione atletica delle due squadre. In campo, ovviamente, ci andranno i giocatori ma mai come questa volta sarà prezioso il lavoro di chi si occupa del motore dei campioni e quindi i preparatori atletici, ma anche i medici e i fisioterapisti. Sono professionalità sempre molto importanti, ma nella fase finale della stagione 201920 avranno un valore immenso. L’ipotesi è quella di giocare con il clima estivo più o meno ogni tre giorni: esperienza nuova e massacrante per tutti. Gli allenamenti saranno fondamentali soprattutto adesso, mentre dopo la ripresa delle partite il riposo e la gestione degli sforzi diventeranno più importanti delle sedute sul campo. Sarà un complesso lavoro d’équipe, che è già iniziato anche se quasi tutte le squadre non hanno modificato i programmi.
La situazione
In attesa del nuovo protocollo ufficiale, infatti, ieri hanno svolto lavoro individuale Inter (tra oggi e domani si tornerà all’antico), Napoli (da domani in gruppo), Verona, Fiorentina, Cagliari, Sassuolo, Udinese, Genoa, Sampdoria, Spal e Lecce; solo facoltativo per Torino e Brescia. Il Bologna ha evitato partitelle e contrasti. La Juve si è divisa in piccoli gruppi, anche la Lazio ha seguito questo schema con sei giocatori (scelti in base ai reparti) per turno. La Roma ha riposato. Il Milan farà partire le sedute di gruppo probabilmente nel weekend, dopo i risultati del secondo tampone. In pratica ad aver svolto allenamenti di gruppo sono stati l’Atalanta (giocatori divisi in due unità) e il Parma.
Il lavoro
I preparatori atletici, intanto, hanno già stilato i programmi. Giovanni Bonocore, ex preparatore personale di Alessandro Del Piero e attento ricercatore e innovatore, prova a tracciare qualche linea-guida: «Per rimettere i giocatori in discreta forma servirebbero almeno quattro settimane di allenamento. Di sicuro non si può sbagliare il menù: vedo immagini di giocatori che corrono, ma bisogna stare attenti ai volumi. Il lavoro organico ci vuole, ma senza esagerare». Allo sprint finale si arriverà in condizioni diverse: «Il rendimento atletico sarà dato dalla somma di tre componenti. Innanzitutto il lavoro casalingo appena concluso: chi si è mosso bene in questi due mesi avrà giovamenti sul campo. Poi, la preparazione: privilegerei gli allenamenti con la palla e farei lavoro a secco solo di alta qualità, ossia neuromuscolare. Infine la terza componente emergerà durante l’attività agonistica, in cui non ci si potrà allenare tanto e la gestione dei recuperi sarà fondamentale. Ovviamente la personalizzazione degli allenamenti avrà un valore assoluto». Gli infortuni saranno una variabile: «Il caldo inciderà. Sarà determinante la collaborazione tra preparatori, medici e nutrizionisti. Per diminuire il rischio di infortuni è fondamentale dare i giusti carichi di lavoro e leggere bene i dati degli allenamenti scovando eventuali squilibri neuromuscolari».