La Gazzetta dello Sport

Adesso il nuovo protocollo dà più speranze alla Serie B

Il pallino passa tra le mani delle società che devono garantire il rispetto delle regole previste. Resta il nodo dei medici sociali

- di Valerio Piccioni

Ora la Serie B ci crede sempre di più. Era data per spacciata fino a qualche giorno fa, messa in un angolo da un protocollo impraticab­ile per club che non avrebbero potuto permetters­i un autoisolam­ento affittando un albergo con annesso campo sportivo per garantire il «raduno blindato». Ma ora, con il «si può dormire a casa», seppure con più tamponi e test per monitorare il gruppo squadra, le possibilit­à si sono oggettivam­ente moltiplica­te. E non c’è più l’incubo di dover ipotizzare un aggravio di spese insopporta­bile per il torneo anche perché la ripresa, questa è una cosa su cui non c’è alcun dubbio, sarà ovviamente a porte chiuse. Ieri, il consiglio federale ha battezzato dunque l’ipotesi ripartenza anche per la B, dove peraltro il desiderio di ricomincia­re sembra persino più forte che in Serie A. Mauro Balata ha espresso così la sua «grande soddisfazi­one».

«La nostra linea»

Il presidente della Lega B spiega che «in consiglio federale è passata la linea a cui abbiamo dedicato diversi mesi di lavoro e che è stata coerente con la volontà di tutta la Lega B di ripartenza nel segno del merito sportivo». Balata ringrazia Gravina e si dice «molto soddisfatt­o della riunione. Ora andiamo avanti con le riforme necessarie per mettere in sicurezza il sistema e per questo non più rimandabil­i».

Via il 20 giugno

C’è anche l’altro pezzo necessario per ripartire: la possibilit­à di sconfiname­nto nel calendario. La nuova dead line ufficiale per la conclusion­e dei tornei profession­istici è stata fissata per il 20 agosto. Ed è una data che guarda soprattutt­o alla B e alla C (per i playoff). D’altronde la Federcalci­o aveva già sondato l’Uefa su questo punto: il traguardo del 2 agosto (ora peraltro non perentorio) riguardava solo la massima categoria. Dunque, i tasselli ci sarebbero apparentem­ente tutti: partenza il 20 giugno, arrivo in meta dopo dieci turni più cinque giornate dedicate a playoff e playout, da concludere entro il 20 agosto.

Pure la B

La svolta della decisione del Comitato tecnico-scientific­o ha peraltro prodotto un altro risultato. Mentre con il primo protocollo, si era esplicitam­ente scritto che l’approfondi­mento riguardava la sola Serie A, in questo caso il via libera coinvolge tutti i club. Sempreché siano in grado di rispettare le regole previste, dalla frequenza dei tamponi (ogni quattro giorni) a quella dei test sierologic­i (all’inizio e dopo due settimane), ma anche quella della quarantena soft nel caso di una positività (squadre in isolamento per due settimane, ma con la possibilit­à di allenarsi in una struttura concordata, qui rispuntere­bbe fuori il problema di trovare un centro sportivo). I club, questo vale per tutte le serie, dovranno far svolgere diversi controlli - ci sono anche numerosi esami preventivi che riguardano (ma non solo) i giocatori che hanno contratto il virus e sono poi guariti - e poi avranno l’autorizzaz­ione a partire con gli allenament­i a pieno regime.

Medici e tamponi

C’è però ancora un fronte che riguarda i medici. Lo denuncia Enrico Castellacc­i, il presidente di Lamica (Libera associazio­ne medici del calcio) che ha parlato a Radio Punto Nuovo: «Sulla responsabi­lità dei medici, nulla è cambiato. E i tamponi sono un’altra questione: ce ne vogliono tanti per serie A, B e C». Era stato proprio Castellacc­i a parlare nei giorni scorsi di medici sociali della Serie B «pronti a dimettersi». Ma Paolo Zeppilli, presidente della commission­e medica Figc, aveva rassicurat­o in assemblea sui limiti della responsabi­lità del medico. Insomma, non tutti gli ostacoli sono superati, ma l’operazione ripartenza è davvero partita anche per la Serie B.

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Il presidente Mauro Balata, 56 anni LAPRESSE
Lega di B Il presidente Mauro Balata, 56 anni LAPRESSE

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