Ue: l’Austria e il fronte dei rigoristi «No a contributi, sì a prestiti»
● Austria, Danimarca, Svezia e Olanda, i Paesi “frugali”, presenteranno all’Unione europea - come annunciato martedì dal cancelliere austriaco Sebastian Kurz una loro proposta di Recovery Fund, il «fondo per la ripresa» per far fronte all’emergenza economica generata dal Covid-19. Un piano basato «su prestiti e non su sovvenzioni» per controbilanciare quello elaborato dall’asse MacronMerkel, consistente in aiuti da 500 miliardi di euro a fondo perduto nell'ambito di un quadro di riforme. Proposta franco-tedesca a sua volta differente dal documento preparato dalla Commissione Ue, contenente un fondo di 1.000 miliardi attraverso prestiti a lunga scadenza e sovvenzioni. I commissari europei, intanto, hanno confermato ieri che non redigeranno procedure di deficit nei confronti degli Stati in difficoltà, alla luce dell’eccezionale incertezza economica causata dal Covid: tutti “rimandati” al prossimo autunno. Il Patto di Stabilità, in ogni caso, ha assicurato il commissario per l’Economia Paolo Gentiloni, resta sospeso finché la recessione europea non sarà finita. Nelle sue raccomandazioni economiche, la Commissione Ue ha invitato i Paesi membri a investire nella sanità pubblica, nella difesa dell’occupazione e nella formazione: «Tutti facciano il necessario per l’economia», ha detto Gentiloni. Bruxelles ha raccomandato al governo italiano di «supportare l’economia e sostenere la ripresa». Solo quando le condizioni economiche lo permetteranno, «l’Italia dovrà perseguire politiche fiscali volte a arrivare a posizioni di bilancio di medio periodo prudenti e assicurare la sostenibilità del debito».