COSÌ RIPARTE IL G7
A porte chiuse verso lo scudetto. Con dubbi (da Higuain a Lautaro) e certezze, ecco l’imprevedibile volata finale
La Juve può contare su Ronaldo al top, la Lazio su un gruppo motivato, l’Inter sulle nuove opzioni di Conte. L’Atalanta è carica, la Roma ha forze fresche, il Napoli ritrova l’entusiasmo Per il Milan c’è Ibra
Ronaldo in testa Cristiano Ronaldo (Juve) ripartirebbe davanti a Ciro Immobile (Lazio), Romelu Lukaku (Inter), Papu Gomez (Atalanta), Edin Dzeko (Roma), Lorenzo Insigne (Napoli), Zlatan Ibrahimovic (Milan)
Non c’è la data, ma c’è la volontà. Il campionato ripartirà, ma come? Si può solo intuirlo perché 12-13 partite a porte chiuse, dopo tre mesi di stop, sono un pianeta sconosciuto, mai attraversato. Proviamo a indovinarlo.
JUVE Dubbio Pjanic ma attacco rodato
La Bundesliga ha spiegato che Haaland e Lewandowski segnano come prima. Facile che succeda anche a Cristiano Roporterà naldo che ha potuto allenarsi in campo, nella sua Madeira, e da una decina d’anni almeno è il più decisivo del mondo, specie nel finale, quando i gol pesano il doppio. Chiellini, ancora più rodato, è pronto per le partite chiave che sceglierà di giocare. Poi tre lanci di moneta. Higuain. Croce: le titubanze del Pipita, faticosamente rientrato dall’Argentina, potrebbero frenare l’unico vero 9 di Sarri. Testa: ora però l’attacco ha un’identità più definita, Dybala-CR7. Con la corsa di Douglas a sostegno. Pjanic. Croce: come lo ritroveremo dopo i tuoni di mercato e le prospettive catalane? Testa: Sarri però potrebbe avere meno remore a piantare la mediana che più lo ha convinto: Ramsey-Bentancur-Matuidi. Champions posticipata. Testa: settimane più leggere (specie a livello nervoso). Grazie a una rosa unica, la Juve sarà quella che meglio sop-gli impegni ravvicinati. Croce: la Champions però garantiva concentrazione e furore che quest’anno la Juve non ha mostrato sempre in campionato. Dovrà imporseli per tenere a distanza la Lazio che ha la furia del sogno e verrà a Torino senza dover temere lo Stadium intimidatorio. Dove, per altro, ha già vinto. Un punto è nulla.
LAZIO Gruppo e sogno con panchina corta
I big sono rimasti a Roma, nessuno è volato via su jet privati, e sono rimasti collegati come in una seduta spiritica per evocare il grande sogno. Milinkovic, Luis Alberto, Immobile… E poi gli altri. Più che le chiacchierate partitelle a Formello, sarà la forza del gruppo, coltivata in chat, e la consapevolezza di un’occasione unica a far esplodere la Lazio dai blocchi. Subito l’Atalanta, una cima Coppi, anche a stadio vuoto. Prima della sosta, sarebbe stato in dubbio Acerbi che ora c’è. Recuperato pure Leiva. Correa è pronto a volare su campi asciutti. Inzaghi però ha perso il vantaggio di essere rimasto senza coppe. Vero che i vari Patric, Cataldi e Caicedo hanno dimostrato di essere più che ripieghi, ma in un torneo compresso e sfiancante la differenza di panca conta molto. Il capocannoniere Ciro Immobile è diffidato, per dire.
INTER Decide Conte Con Eriksen-Lautaro
La pausa ha fatto bene soprattutto al centrocampo, luogo della parziale implosione dopo l’ottimo avvio di stagione. Conte recupera il rimpianto Sensi, da alternare a Barella, ma anche un mediano più fisico come Gagliardini, da alternare Vecino. Perché il tecnico predilige questa tipologia di mediana, con l’insostituibile Brozovic in mezzo. Ed Eriksen? Anche lui e Lautaro sono due monete, vedremo da che parte cadranno. Eriksen. Testa: accetterà di spendere la sua classe a partita in corso e diventerà utile quando la stanchezza renderà ancora più incisiva la sua magia tecnica. In attesa di un ruolo da protagonista, nella stagione prossima, quando sarà finita la rieducazione fisico-tattica di Conte. Croce: il danesino freme d’impazienza e l’aria alla Pinetina si fa elettrica. Lautaro. Testa: il Toro s’impone un gran finale per ricambiare la fiducia dell’Inter, ma anche per indurre il Barcellona a scucire la clausola o comunque a fare di tutto per portarlo da Messi che lo reclama ogni giorno. Croce: i pensieri di un possibile trasferimento al Camp Nou disturberanno i pensieri e gli ardori del Toro che nell’ultima parte della stagione non è stato all’altezza della prima. La sensazione forte è che per lo sprint il più decisivo sarà Conte, così come nella sgasata iniziale. La Lazio è a 5 punti virtuali, meglio dare un occhio anche all’Atalanta dietro a -6.
ATALANTA Gioca per la città Intensa come sempre
Gasperini ha studiato i test dei suoi e ha sorriso come un maestro davanti a compiti impeccabili. Durante la pausa i Gasp Boys hanno sgobbato duro, oltre le attese. Dopo tre stagioni di educazione, quest’Atalanta ha il lavoro piantato in testa, non c’è più neppure bisogno di pretenderlo. Aspettiamoci l’intensità di sempre. Abituata a ritmi e carichi alti, giocando ogni tre giorni non si stancherà: si allenerà e recupererà la qualità tecnica sfiorita in queste settimane. Alternative come Malinovskyi e Muriel saranno preziose. La Dea ha due turbine nel cuore. La prima: la favola agostana di Champions, l’assalto a una semifinale storica da covare in campionato. La seconda: il dolore di una città martoriata dal Coronavirus. Quasi tutti i giocatori sono rimasti a Bergamo nelle ore più buie. L’Atalanta farà ancora di più per regalare gioia al suo popolo. Nella sua testa ha più l’Inter da raggiungere che la Roma da staccare. Aspettiamoci una Dea feroce già dall’importantissimo incrocio con la Lazio, anche se non avrà la spinta della sua gente. Ma l’Atalanta ha dimostrato al Mestalla di potere offrire la miglior versione di se stessa anche in un castello di fantasmi. Le altre?