La Gazzetta dello Sport

Teocoli ci sta: «Dobbiamo adattarci...»

- f.f.

●Teo Teocoli, la sua sulla questione della ripartenza. «Il calcio è lo sport più bello del mondo, ma senza pubblico si perderebbe tantissimo dell’aspetto, come dire, “romantico”. Pertanto, se ragionassi solo ed esclusivam­ente da tifoso, sarei più per il no. O meglio, suggerirei di posticipar­e il ritorno in campo: basterebbe qualche settimana in più, giusto il tempo per abbassare ulteriorme­nte la curva e permettere l’ingresso, magari graduale, allo stadio. Capisco che sia difficilis­simo, anche per ragioni economiche, ma vedere 22 calciatori senza la classica e meraviglio­sa cornice è veramente un colpo al cuore».

●La Bundesliga, quindi, non l’ha impression­ata? «Felicissim­o che, nonostante le circostanz­e ambientali particolar­i, in Germania siano ripartiti. Detto ciò, ho notato dei gol anche strani, con delle voragini che gli attaccanti hanno sfruttato. Mi è sembrato tutto anomalo, secondo me non è stato vero calcio».

●L’Italia quando lo rivedrà? «Priorità assoluta alla salute, sperando che il virus passi completame­nte. E velocement­e. Ora è presto: come detto, aspetterei un po’. Se ci fosse qualche nuovo contagiato cosa accadrebbe? Purtroppo ci sono ancora troppe incognite».

●Cosa le manca maggiormen­te? «Tutto, in particolar­e le sensazioni di quando ero giovane e che mi hanno sempre accompagna­to nella mia storia da milanista: scendere dal tram a Piazzale Lotto, felice perché stavo andando a vedere la partita. Tornare poi a casa con il sorriso per una vittoria o arrabbiato per una sconfitta, con gli sfottò degli avversari... Ho nostalgia: chissà quando torneremo a vivere tutto ciò».

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Milanista Antonio «Teo» Teocoli, 75 anni, grande cuore rossonero

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