La Gazzetta dello Sport

Roma, Napoli e Milan: tre grandi per l’Europa

Fonseca ha abbondanza, Gattuso ci crede, Pioli in bilico. E occhio a Verona e Parma

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Uno sguardo alle tre grandi che sgomiteran­no per l’Europa. E dovranno fare i conti con rivelazion­i da applausi: Verona e Parma

ROMA Un Pastore e un’idea in più

Anche dall’altra parte del Tevere il gruppo è solido e ottimista. L’intesa trovata sugli stipendi è una conferma in più. La coscienza che le mensilità sospese torneranno in tasca più velocement­e in caso di Champions è un buono stimolo. L’Atalanta dista 3 punti e ha una partita in meno. Calendario tosto: Milan, Napoli, Inter, Juve. Ma Fonseca, armonia di gruppo a parte, ha ragione se si sente più forte. Ha recuperato Zappacosta, DiawaPasto­re e si sa quanto contino le alternativ­e in un contesto di sofferenza e temperatur­e alte. La sosta inoltre ha consentito al tecnico di allenare l’opzione della difesa a tre che considerav­a pregiudizi­evolmente troppo difensiva. In Italia, grazie anche a Lazio e Atalanta, ha cambiato idea. Il collaudato 4-2-3-1 potrà avere così un’alternativ­a tattica, anche se pare particolar­mente adatto al calcio che ci aspetta. La verticaliz­zazione lesta, che accorcia i tempi di gioco e consente ai quattro attaccanti di spendere negli spazi velocità e tecnica, diventa un tesoro in uno scenario affaticato. La Roma di Fonseca sa farlo bene. Più passeranno le settimane più far correre la palla invece delle gambe diventerà vangelo. Il Flaco, Pastore, potrebbe diventare l’uomo dell’estate. Quando la giostra rallenta, lui si diverte.

NAPOLI Carica Rino e Koulibaly

Dimentican­do il suicidio con il Lecce, il Napoli ha messo in fila sette vittorie, Coppa Italia compresa, e la bella prova di Champions con il Barcellona. Tra i tecnici che più hanno stramalede­tto il virus va iscritto Rino Gattuso che ha sfogato la rabbia nella direzione giusta, tenendo sempre compatta e allenata la squadra, da lontano e da vicino. Nessuno si è allontanat­o dalla città. Si registra dalle parti di Castel Volturno una grande concentraz­ione di energia. Il solo fatto che circoli un «patto Champions» con l’Atalanta a +9 e una partita in meno, racconta la carica del gruppo. La prospettiv­a di far storia al Camp Nou eccita. Tegola Mara, nolas, ma c’è Koulibaly. I prossimi rinnovi di Mertens e Zielinski hanno portato altra fiducia. Ci aspettiamo un Napoli con gli occhi di Rino, affamato di rincorsa.

MILAN Ibra allenato ma troppo caos

I rilevatori di energia a Milanello registrano ben altro. Pioli ha a disposizio­ne l’uomo più allenato della Serie A, l’unico che abbia fatto una partita quasi vera in Svezia: Ibra. Aggiungiam­o pure la legittima speranza che il potente Rebic, bravo a ripartire dopo un momento buio, faccia ripartire anche la squadra. Stop. Kessie e Krunic sono in ritardo, in un reparto quasi sempre sofferente. Ma il vero problema è un altro. Il Milan che riparte ha un allenatore indebolito dalle scompose uscite di Rangnick, mai intercetta­te dalla proprietà. Ha provato a farlo Maldini, ma la sua invettiva è rimbombata nel silenzio delle alte sfere e ha aperto altre crepe. Voci di gente in partenza e in arrivo, come a Malpensa. Il paziente lavoro di Pioli, che aveva ridato un senso alla stagione, è stato soffiato via come un castello di carte. Era fondato sulla stima tra il mister e Ibra. Ora sono in ballo entrambi. Il d.t. Maldini e il d.s. Massara provano a tenere uniti i cocci. Come reagirà la squadra in campo? A dividere il Milan dall’Europa c’è una pozzangher­a. Ma in un contesto così può diventare un oceano.

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