La grande occasione di Leao Ma ora deve cambiare marcia
Sarà il portoghese, che fin qui ha segnato due gol ed è sparito di scena, a rimpiazzare Zlatan. Serve un approccio diverso
AMilanello è caduto un meteorite. Perché il k.o. di Ibra produce sull’attacco rossonero lo stesso effetto: una voragine larga e profonda. L’uomo che avrebbe dovuto prendere per mano il Diavolo e accompagnarlo alla bandiera a scacchi, rischia di restare a guardare in tribuna un sostituto che in realtà non c’è. Il problema, infatti, è doppio: uno è evidentemente l’assenza del leader, dentro e fuori dal campo; l’altro problema è che la rosa del Milan non dispone di un altro centravanti di ruolo. Al massimo di un paio di surrogati. Detto senza offesa, sia chiaro: qui si parla di caratteristiche e non di qualità.
Macigno
Giusto per complicare ulteriormente un finale di stagione tormentato anche da un futuro sempre più incerto, il destino ha tirato una bella randellata sulla schiena di Pioli, privandolo di un giocatore che fra l’altro era rientrato a Milanello decisamente più allenato rispetto ai compagni. E allora adesso chi pareva chiamato al riscatto soprattutto in vista della prossima stagione, deve mettersi a pedalare seriamente fin da subito. In altre parole: questa è la grande occasione di Leao. A meno di particolari novità tattiche dell’allenatore, toccherebbe a lui, nel 4-2-3-1, fare quell’«uno» la cui maglia pesa come un macigno. Pesa perché è quella di Zlatan, pesa perché Zlatan non gli sarebbe accanto a guidarlo, pesa perché il Milan ha un disperato bisogno di fare quei gol che fino a questo momento della stagione sono arrivati col contagocce. Rafa, peraltro, di questa sterilità offensiva è uno degli emblemi: i sorrisi sono soltanto due, a fronte di un minutaggio – considerando anche la Coppa Italia – che è il dodicesimo della rosa. Diciamo che si è perso lungo il cammino, dopo un inizio decisamente promettente e una fiammata portata, appunto, dall’arrivo di Ibra che però si è spenta in fretta.
Atteggiamento
Più lui di Rebic, comunque, là davanti al centro dell’attacco. Nessuno dei due è un centravanti, ma l’auspicio è che il croato riprenda come aveva finito, ovvero con un sostanzioso apporto in fascia. Meglio, quindi, affidarsi all’estro e all’imprevedibilità di Leao, davanti alla batteria di trequartisti. Rafa, che ama svariare e dispone di colpi imprevedibili, può aprire spazi decisamente interessanti per gli inserimenti. A patto di cambiare atteggiamento, e più che di tattica (anche se va comunque disciplinato) parliamo di testa. Rafa si è ritrovato in panchina anche per un approccio non ottimale lungo le settimane di lavoro e – questo visibile a tutti – a volte quando è stato chiamato in causa a partita in corso. Ingressi senza cattiveria, al limite della svogliatezza, per un giocatore che invece ha le caratteristiche per risultare uno spacca-partita. Ecco, adesso quel ruolo non dovrà più recitarlo, perché figurerà fra gli attori protagonisti. L’unica «fregatura» per lui potrebbe essere un recupero lampo di Ibra. Ma nemmeno un mese fa Rafa aveva detto: «La squadra viene prima del singolo, l’importante è farsi trovare pronti quando si viene chiamati in causa». Confidiamo che sia stato sincero.