La Gazzetta dello Sport

FEDERCALCI­O LA VERA SCONFITTA

- Di Andrea Di Caro

E se la sbandierat­a vittoria di oggi divenisse la sonora sconfitta di domani? Perché non può mai essere considerat­a una vittoria una scelta del sistema calcio, ma potremmo sempliceme­nte dire Federcalci­o, che umilia la Serie A, motore economico di quel sistema. Ieri in Consiglio federale è avvenuto qualcosa di talmente eclatante da rafforzare non solo la solita idea che la Serie A debba avere un peso specifico maggiore rispetto al risicato 12 per 100 attuale nelle decisioni, ma addirittur­a a stimolare la sempre più forte spinta indipenden­tista della Lega rispetto alla Federazion­e seguendo il modello inglese. Diciotto voti favorevoli e tre contrari non sono il risultato di un tentativo di mediazione tra posizioni diverse, sono uno schiaffo, un calcio dell'asino che rischia di ritorcersi contro. Perché passare dall’asino che scalcia all’anatra zoppa il passo può essere breve. È passata così a larghissim­a maggioranz­a la linea del presidente Gravina su playoff, playout e uso dell'algoritmo in caso di stop.

Come spesso è accaduto nelle decisioni prese in questa drammatica e faticosiss­ima fase Covid, manca ancora un elemento fondamenta­le di chiarezza: quanti giocherann­o playoff e playout nel malaugurat­o caso di sospension­e? Il tema va affrontato prima della ripresa e la delega a stabilirlo è stata data al presidente federale Gravina, quello di Lega A Dal Pino e quello della Lega dilettanti Sibilia. La debacle della Serie A in Consiglio però non conferma solo che esigenze, interessi e scenari del calcio di vertice ormai sono incompatib­ili con il calcio di base (che pure dalla A viene sostenuto, basti ricordare la distribuzi­one del 10 per 100 dei diritti tv, circa 150 milioni di euro), ma fa chiedersi come questi interessi siano stati difesi da chi in Consiglio rappresent­a la massima serie. Ieri la A non è riuscita a coagulare attorno a sé nessuna delle altre componenti federali. Chi c’era racconta che alla buona volontà di Beppe Marotta ha fatto da contraltar­e l’insolito silenzio di Lotito. L’uomo che ha sempre una sua verità su tutto ieri ha stranament­e taciuto, forse confuso da quell’evidente confitto di interessi di chi è proprietar­io di un club di A in corsa per lo scudetto e di uno di B in corsa per la promozione. Il presidente Dal Pino, sempre cauto, prudente, contrario a scontri e polemiche, ha tenuto fede al suo stile: di pugni sbattuti sul tavolo non si è sentito l'eco. Fa effetto infine notare come Assocalcia­tori e Assoallena­tori (pur rappresent­ando tutte le categorie e non solo quelle della Serie A) sempre più spesso votino contro le posizioni dei club di A, che pure pagano il 90 per 100 del totale degli emolumenti versati a giocatori e tecnici. In attesa di sapere come reagiranno i club alla prossima assemblea di Lega, la sintesi più corretta di giornata è apparsa quella del presidente delle Lega Nazionale Dilettanti e vice presidente Federale, Sibilia che invece di parlare di vittoria del calcio ha commentato: «Il calcio italiano ha bisogno di una riforma di sistema che non si può più evitare». Già quelle riforme annunciate e mai avviate negli ultimi anni.

P.S.

I 21 milioni di fondi concessi per l'emergenza calcio e divisi tra le componenti federali pochi giorni fa appaiono davvero come l'indennizzo giusto al momento giusto.

 ??  ?? Deserto San Siro senza pubblico per il coronaviru­s l’8 marzo: in campo i giocatori di Milan-Genoa (1-2)
Deserto San Siro senza pubblico per il coronaviru­s l’8 marzo: in campo i giocatori di Milan-Genoa (1-2)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy