Imprevedibile Milan Densità, fantasia e falso 9 Pioli vuole sbalordire così
Con la Juve peseranno le assenze: il tecnico prepara una squadra imbottita di trequartisti. Scadenze: Ibra, Jack e Biglia avanti fino a agosto
Imprevedibile, in fondo, lo era stato anche all’andata: alzi la mano chi avrebbe immaginato un Milan capace di mettere sotto l’armata bianconera per almeno 70 minuti, confezionando la bellezza di 11 tiri in porta contro i 4 di Ronaldo e compagnia. Stavolta però bisognerà superarsi e stupire con effetti ancora più speciali, perché senza la potenza di Ibra, la spinta di Theo e i ricami di Castillejo il divario con i sarriani ha raggiunto sulla carta dimensioni gigantesche: il più grande inganno del Diavolo consisterà nel far perdere le proprie tracce sul campo e colpirla quando (e da dove) meno se lo aspetta.
Senza Ibra
Pioli lavora sul tema da giorni, praticamente da quando ha annusato che il ritorno in campo dopo lo stop imposto dalla pandemia sarebbe coinciso proprio con il secondo round della semifinale di Coppa Italia. Studiare un Milan camaleontico per lo Stadium è diventata una urgenza, perché certi intricatissimi nodi andavano sciolti a prescindere dalla contingenza, vedi
Ibrahimovic: con o senza l’infortunio al polpaccio che lo ha bloccato a fine maggio, Zlatan non sarebbe stato comunque della partita causa squalifica, e la sua assenza pone un problema tattico che porterà l’allenatore a ripensare il Milan quasi totalmente. Magari non nella forma − a Milanello si lavora anche all’albero di Natale, ma il 42-3-1 resta il riferimento da cui Pioli fatica a derogare perché è quello che più esalta le qualità dei singoli e che garantisce copertura in fase di non possesso rimodulandosi in un 4-4-1-1 – ma nella sostanza certamente sì. A cominciare dal centravanti: che tocchi a Rebic muoversi da terminale offensivo, o a Leao, le cui quotazioni al momento sono decisamente in ribasso, il Milan dovrà ripensare al modo con cui cercare la profondità. Lanci e verticalizzazioni immediate, ad esempio, potrebbero ridursi al minimo: Pioli ha spiegato che con Ibra quella era una strada battuta spesso «perché Zlatan vince tutti i duelli aerei». Verissimo. Lo svedese è il giocatore che in media ne ha vinti di più in tutta la Serie A (5,8 a partita), staccando non solo gli altri pivot come Cornelius (4,2) o Dzeko (3,8), ma ovviamente chi tra i rossoneri dovrà prenderne il posto venerdì: Leao e Rebic galleggiano rispettivamente a una media di 0,9 e 0,5 a partita. Con Ibra il Milan saliva e teneva palla cercando la verticalità – la percentuale dei passaggi lunghi riusciti aumenta dal 53,2% dell’era pre-Zlatan al 57,4% con Zlatan −, senza il suo totem Pioli dovrà affidarsi ad altre soluzioni. Ricorrendo ad esempio agli inserimenti e alla creatività dei trequartisti.
Fantasia
Perché il Diavolo potrebbe appoggiarsi meno alle fasce – oltre al centravanti classico mancheranno i due esterni che più alimentavano le catene laterali – e puntare di più sulla zona centrale. Imbrigliando i bianconeri con una massa critica a centrocampo fatta di densità, aggressività e pressing come nell’1-1 di San Siro, e sul palleggio di chi si muoverà tra le linee, da Calhanoglu a Bonaventura e Paquetà. Il turco è l’ago della bilancia, il fantasista che resta “alto” e quindi più vicino alla punta quando le altre mezzepunte ripiegano
IL NUMERO 5
nel 4-2-3-1 (era successo all’andata e Pioli aveva sorpreso Sarri anche così), ma può essere una alternativa a Paquetà come interno sinistro in una mediana a tre. Calha dovrà provare a sfruttare gli spazi che Rebic creerà. Con Ibra in campo la sua media tiri scende da 3,1 a 2,6 e lo stesso succede a Paquetà (da 1,5 a 0,3) e Bonaventura (da 1,8 a 1,3). Tutti stavolta dovranno cercare di più la porta: Jack, maestro nello sbucare da dietro e infilare le difese avversarie, può indicare la strada. Contro la Juve il colpo gli è già riuscito a Doha ed è il momento di ritentare, magari per lasciare il ricordo migliore possibile. Il suo contratto, in scadenza, non verrà rinnovato per la prossima stagione, ma lo sarà per luglio e agosto (due mesi extra a cui i giocatori non sono obbligati a dire sì), così come non filtrano problemi o potenziali fumate nere in questo senso nemmeno per gli altri che scadranno a fine giugno. Ovvero Biglia, e soprattutto Ibra.