La Gazzetta dello Sport

Imprevedib­ile Milan Densità, fantasia e falso 9 Pioli vuole sbalordire così

Con la Juve peseranno le assenze: il tecnico prepara una squadra imbottita di trequartis­ti. Scadenze: Ibra, Jack e Biglia avanti fino a agosto

- di Marco Fallisi e Marco Pasotto - MILANO

Imprevedib­ile, in fondo, lo era stato anche all’andata: alzi la mano chi avrebbe immaginato un Milan capace di mettere sotto l’armata bianconera per almeno 70 minuti, confeziona­ndo la bellezza di 11 tiri in porta contro i 4 di Ronaldo e compagnia. Stavolta però bisognerà superarsi e stupire con effetti ancora più speciali, perché senza la potenza di Ibra, la spinta di Theo e i ricami di Castillejo il divario con i sarriani ha raggiunto sulla carta dimensioni gigantesch­e: il più grande inganno del Diavolo consisterà nel far perdere le proprie tracce sul campo e colpirla quando (e da dove) meno se lo aspetta.

Senza Ibra

Pioli lavora sul tema da giorni, praticamen­te da quando ha annusato che il ritorno in campo dopo lo stop imposto dalla pandemia sarebbe coinciso proprio con il secondo round della semifinale di Coppa Italia. Studiare un Milan camaleonti­co per lo Stadium è diventata una urgenza, perché certi intricatis­simi nodi andavano sciolti a prescinder­e dalla contingenz­a, vedi

Ibrahimovi­c: con o senza l’infortunio al polpaccio che lo ha bloccato a fine maggio, Zlatan non sarebbe stato comunque della partita causa squalifica, e la sua assenza pone un problema tattico che porterà l’allenatore a ripensare il Milan quasi totalmente. Magari non nella forma − a Milanello si lavora anche all’albero di Natale, ma il 42-3-1 resta il riferiment­o da cui Pioli fatica a derogare perché è quello che più esalta le qualità dei singoli e che garantisce copertura in fase di non possesso rimoduland­osi in un 4-4-1-1 – ma nella sostanza certamente sì. A cominciare dal centravant­i: che tocchi a Rebic muoversi da terminale offensivo, o a Leao, le cui quotazioni al momento sono decisament­e in ribasso, il Milan dovrà ripensare al modo con cui cercare la profondità. Lanci e verticaliz­zazioni immediate, ad esempio, potrebbero ridursi al minimo: Pioli ha spiegato che con Ibra quella era una strada battuta spesso «perché Zlatan vince tutti i duelli aerei». Verissimo. Lo svedese è il giocatore che in media ne ha vinti di più in tutta la Serie A (5,8 a partita), staccando non solo gli altri pivot come Cornelius (4,2) o Dzeko (3,8), ma ovviamente chi tra i rossoneri dovrà prenderne il posto venerdì: Leao e Rebic galleggian­o rispettiva­mente a una media di 0,9 e 0,5 a partita. Con Ibra il Milan saliva e teneva palla cercando la verticalit­à – la percentual­e dei passaggi lunghi riusciti aumenta dal 53,2% dell’era pre-Zlatan al 57,4% con Zlatan −, senza il suo totem Pioli dovrà affidarsi ad altre soluzioni. Ricorrendo ad esempio agli inseriment­i e alla creatività dei trequartis­ti.

Fantasia

Perché il Diavolo potrebbe appoggiars­i meno alle fasce – oltre al centravant­i classico mancherann­o i due esterni che più alimentava­no le catene laterali – e puntare di più sulla zona centrale. Imbriglian­do i bianconeri con una massa critica a centrocamp­o fatta di densità, aggressivi­tà e pressing come nell’1-1 di San Siro, e sul palleggio di chi si muoverà tra le linee, da Calhanoglu a Bonaventur­a e Paquetà. Il turco è l’ago della bilancia, il fantasista che resta “alto” e quindi più vicino alla punta quando le altre mezzepunte ripiegano

IL NUMERO 5

nel 4-2-3-1 (era successo all’andata e Pioli aveva sorpreso Sarri anche così), ma può essere una alternativ­a a Paquetà come interno sinistro in una mediana a tre. Calha dovrà provare a sfruttare gli spazi che Rebic creerà. Con Ibra in campo la sua media tiri scende da 3,1 a 2,6 e lo stesso succede a Paquetà (da 1,5 a 0,3) e Bonaventur­a (da 1,8 a 1,3). Tutti stavolta dovranno cercare di più la porta: Jack, maestro nello sbucare da dietro e infilare le difese avversarie, può indicare la strada. Contro la Juve il colpo gli è già riuscito a Doha ed è il momento di ritentare, magari per lasciare il ricordo migliore possibile. Il suo contratto, in scadenza, non verrà rinnovato per la prossima stagione, ma lo sarà per luglio e agosto (due mesi extra a cui i giocatori non sono obbligati a dire sì), così come non filtrano problemi o potenziali fumate nere in questo senso nemmeno per gli altri che scadranno a fine giugno. Ovvero Biglia, e soprattutt­o Ibra.

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LAPRESSE/IPP Piedi buoni Lucas Paquetà, 22 anni, Jack Bonaventur­a, 30, e Hakan Calhanoglu, 26. In basso a destra, Stefano Pioli, 54
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