Lazio blindata
Difesa da scudetto Inzaghi si affida allo schermo Leiva Il tecnico confida sulle doti tattiche del brasiliano a protezione del reparto. L’ex Wilson convinto: «È un muro insuperabile»
Una strategia ben precisa sulla strada per lo scudetto. Simone Inzaghi è pronto a fortificare ancor di più i meccanismi difensivi per accrescere le potenzialità della Lazio all’assalto della vetta della classifica. Verso la ripartenza del campionato il tecnico biancoceleste sta lavorando col suo staff per blindare ulteriormente quella che è la migliore difesa della Serie A. Un piano che mira a rendere ancora più granitica la compattezza della Lazio in fase arretrata. I 23 gol incassati nelle 26 gare disputate prima dello stop hanno affermato un indiscutibile punto di forza della formazione biancoceleste. Una crescita che ha trovato radici in una maggiore partecipazione di tutta la squadra, a cominciare dagli attaccanti, alla fase di copertura. Una nuova versione tattica scattata da una personalità maturata anche attraverso le difficoltà passate.
Svolta
Due anni fa la Lazio patì il sorpasso allo sprint per la Champions ad opera dell’Inter, pagando il conto dei gol subiti in tutto il campionato, ben 49 (19 in più dei nerazzurri). Un dato che smorzò quel valore aggiunto che poteva derivare dalle 89 reti segnate, che diedero il relativo primato nella classifica stagionale di Serie A. Da allora Inzaghi nel suo fervore da maestro di calcio ha rivisto l’impostazione della Lazio per assicurare maggior equilibrio tra i vari reparti. E il rendimento che sta risplendendo in questa stagione ha anche pagato dazio nella scorsa stagione.
Raffronto doc
Verso la ripartenza del campionato Inzaghi vuole corazzare ancor di più la difesa con un maggior apporto da parte degli esterni di centrocampo, confidando anche in una rigenerata condizione da parte di Leiva come schermo davanti alla difesa. Davanti a Strakosha, Luiz Felipe (o Patric), Acerbi e Radu stanno dando il meglio di se stessi. La solidità difensiva si propone come una delle risorse migliori della Lazio nello sprint per lo scudetto. Creando anche un raffronto con quelle che erano le peculiarità vincenti di una Lazio che è arrivata allo scudetto. Quella del 1974 allenata da Tommaso Maestrelli. Al termine di quel campionato (a 16 squadre) i biancocelesti incassarono 23 gol (in 30 giornate). Eppure quella squadra si faceva apprezzare per la sua vocazione offensiva, grazie anche al capocannoniere Chinaglia (24 gol). Una manovra che riecheggiava le trame del calcio olandese, a tutto campo. «Non era una contraddizione - fa notare Pino Wilson, perno di quella retroguardia tricolore -. Davanti a Felice Pulici, c’eravamo io e Oddi, rispettivamente libero e stopper, ma avevamo due terzini che sapevano sganciarsi come Petrelli e Martini. La forza della difesa dipendeva anche dalla possibilità di contare su Frustalupi, il nostro regista che sapeva subito rilanciare l’azione. Maestrelli ci chiedeva di aver sempre la massima attenzione in ogni giocata in area». Il capitano del 1974 richiama i punti di forza del pacchetto arretrato di Inzaghi. «Ci sono gli stessi elementi della passata stagione. Incide tantissimo l’intesa raggiunta perché sai subito dove trovare il compagno di reparto. Inoltre, vale tantissimo il contributo di Leiva, che è praticamente un muro insuperabile davanti alla difesa. Senza dimenticare l’apporto di Milinkovic e Luis Alberto quando ripiegano in copertura». Wilson non si addentra in confronti sul piano individuale. «Noi eravamo in quattro dietro ed era diverso il sistema di gioco. Forse sul piano dei movimenti ci sono similitudini tra me e Oddi con Acerbi e Luiz Felipe». Il peso del miglior bilancio difensivo sui conti finali. «Chi prende meno gol arriva spesso allo scudetto...», così il capitano della superdifesa del 1974 indica la via tricolore a Inzaghi.
Arma decisiva L’intesa tra Strakosha, Radu, Acerbi e Luiz Felipe
Ricordo felice Subire poche reti fu fondamentale per vincere lo scudetto del ‘74