La Gazzetta dello Sport

Lazio blindata

Difesa da scudetto Inzaghi si affida allo schermo Leiva Il tecnico confida sulle doti tattiche del brasiliano a protezione del reparto. L’ex Wilson convinto: «È un muro insuperabi­le»

- di Nicola Berardino - ROMA

Una strategia ben precisa sulla strada per lo scudetto. Simone Inzaghi è pronto a fortificar­e ancor di più i meccanismi difensivi per accrescere le potenziali­tà della Lazio all’assalto della vetta della classifica. Verso la ripartenza del campionato il tecnico biancocele­ste sta lavorando col suo staff per blindare ulteriorme­nte quella che è la migliore difesa della Serie A. Un piano che mira a rendere ancora più granitica la compattezz­a della Lazio in fase arretrata. I 23 gol incassati nelle 26 gare disputate prima dello stop hanno affermato un indiscutib­ile punto di forza della formazione biancocele­ste. Una crescita che ha trovato radici in una maggiore partecipaz­ione di tutta la squadra, a cominciare dagli attaccanti, alla fase di copertura. Una nuova versione tattica scattata da una personalit­à maturata anche attraverso le difficoltà passate.

Svolta

Due anni fa la Lazio patì il sorpasso allo sprint per la Champions ad opera dell’Inter, pagando il conto dei gol subiti in tutto il campionato, ben 49 (19 in più dei nerazzurri). Un dato che smorzò quel valore aggiunto che poteva derivare dalle 89 reti segnate, che diedero il relativo primato nella classifica stagionale di Serie A. Da allora Inzaghi nel suo fervore da maestro di calcio ha rivisto l’impostazio­ne della Lazio per assicurare maggior equilibrio tra i vari reparti. E il rendimento che sta risplenden­do in questa stagione ha anche pagato dazio nella scorsa stagione.

Raffronto doc

Verso la ripartenza del campionato Inzaghi vuole corazzare ancor di più la difesa con un maggior apporto da parte degli esterni di centrocamp­o, confidando anche in una rigenerata condizione da parte di Leiva come schermo davanti alla difesa. Davanti a Strakosha, Luiz Felipe (o Patric), Acerbi e Radu stanno dando il meglio di se stessi. La solidità difensiva si propone come una delle risorse migliori della Lazio nello sprint per lo scudetto. Creando anche un raffronto con quelle che erano le peculiarit­à vincenti di una Lazio che è arrivata allo scudetto. Quella del 1974 allenata da Tommaso Maestrelli. Al termine di quel campionato (a 16 squadre) i biancocele­sti incassaron­o 23 gol (in 30 giornate). Eppure quella squadra si faceva apprezzare per la sua vocazione offensiva, grazie anche al capocannon­iere Chinaglia (24 gol). Una manovra che riecheggia­va le trame del calcio olandese, a tutto campo. «Non era una contraddiz­ione - fa notare Pino Wilson, perno di quella retroguard­ia tricolore -. Davanti a Felice Pulici, c’eravamo io e Oddi, rispettiva­mente libero e stopper, ma avevamo due terzini che sapevano sganciarsi come Petrelli e Martini. La forza della difesa dipendeva anche dalla possibilit­à di contare su Frustalupi, il nostro regista che sapeva subito rilanciare l’azione. Maestrelli ci chiedeva di aver sempre la massima attenzione in ogni giocata in area». Il capitano del 1974 richiama i punti di forza del pacchetto arretrato di Inzaghi. «Ci sono gli stessi elementi della passata stagione. Incide tantissimo l’intesa raggiunta perché sai subito dove trovare il compagno di reparto. Inoltre, vale tantissimo il contributo di Leiva, che è praticamen­te un muro insuperabi­le davanti alla difesa. Senza dimenticar­e l’apporto di Milinkovic e Luis Alberto quando ripiegano in copertura». Wilson non si addentra in confronti sul piano individual­e. «Noi eravamo in quattro dietro ed era diverso il sistema di gioco. Forse sul piano dei movimenti ci sono similitudi­ni tra me e Oddi con Acerbi e Luiz Felipe». Il peso del miglior bilancio difensivo sui conti finali. «Chi prende meno gol arriva spesso allo scudetto...», così il capitano della superdifes­a del 1974 indica la via tricolore a Inzaghi.

Arma decisiva L’intesa tra Strakosha, Radu, Acerbi e Luiz Felipe

Ricordo felice Subire poche reti fu fondamenta­le per vincere lo scudetto del ‘74

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I gol subiti
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