Maledizione Toro
Verdi l’ultimo crack Lesione muscolare, stagione a rischio Il problema è al retto femorale sinistro: dopo Baselli (operato ieri) altro grave ko
Nell’infermeria granata è entrato anche Simone Verdi. Diagnosi seria e altamente fastidiosa per un calciatore: «Lesione muscolare di primo grado del retto femorale sinistro». Impossibile, oggi, definire con esattezza i tempi necessari per il rientro, ma sullo sfondo si prospetta il rischio molto concreto che la stagione dell’attaccante possa essere ormai compromessa. Dopo la mazzata di Baselli della scorsa settimana, Moreno Longo perde un altro pezzo importante per un periodo non definibile. A undici giorni dalla sfida dell’Olimpico contro il Parma, che segnerà la ripartenza in campionato, il Toro paga un prezzo altissimo alla voce infortuni: due titolari fuori dai giochi in pochi gorni. Anche due uomini di tecnica e fantasia. Se non è una maledizione, davvero poco ci manca.
Una doccia gelata
La penultima settimana prima del riavvio del campionato è, dunque, cominciata con un’autentica doccia gelata. Perché, nel precedente weekend, nulla lasciava presagire che la situazione di Verdi potesse essere così delicata. Sì, l’attaccante aveva lamentato un fastidio, che lo aveva rallentato nelle esercitazioni e nel lavoro quotidiano. Ma, visto il periodo e considerato che i calciatori sono da poco riemersi da due mesi passati forzatamente in casa a causa del lockdown, si immaginava che si trattasse del più classico problemino legato a un affaticamento muscolare per aver intensificato la preparazione. Invece, ieri mattina, gli accertamenti diagnostici e strumentali hanno fatto emergere «una lesione di primo grado al retto femorale sinistro», come annunciato dalla società granata in un comunicato pubblicato sul sito. Ovviamente, per Verdi è scattato subito il periodo di riposo: tra sette giorni verrà nuovamente valutato, si sottoporrà a una seconda ecografia per verificare l’evoluzione clinica della lesione. Se non ci saranno intoppi e se non si presenteranno ulteriori sorprese, Verdi dovrà restare a riposo per una ventina giorni, dopo i quali potrà riprendere gli allenamenti. Insomma, se tutto filerà liscio è verosimile immaginare che il Torino dovrà privarsi di lui per un mese abbondante, rinviando il rientro a metà luglio, quando potrebbero mancare poco più di 15 giorni alla fine del campionato. Uno scenario, come si può notare, ricco di se, nel quale non si può neanche scartare l’ipotesi più pessimistica: che la sua stagione possa pure concludersi qui.
Meité e Ansaldi
A rendere meno amaro il lunedì del Toro, ci ha pensato il centrocampista Meité: dopo alcuni giorni di riposo, nei quali ha svolto un lavoro personalizzato, ieri è tornato ad allenarsi con il gruppo. Tutto ok, tutto come previsto: sul finire della scorsa settimana, anche Meité era stato sottoposto a un’ecografia perché manifestava qualche dolorino muscolare. Nel suo caso, l’esame non ha fatto emergere nessuna complicazione: solo un affaticamento. Resta sotto osservazione la situazione di Ansaldi, che da giorni si allena a parte: da settembre lamenta una certa fragilità muscolare.
«Torno presto»
Ieri è stato anche il giorno dell’operazione di Daniele Baselli, «perfettamente riuscita», presso la clinica Toniolo di Bologna: il professore Stefano Zaffagnini gli ha ricostruito il legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Tra due settimane inizierà la rieducazione; dai 4 ai 7 mesi per riprendere gli allenamenti. «Grazie a tutti per l’affetto che mi avete dimostrato, tornerò presto e con più voglia di prima», ha postato Baselli su Instagram. Questa lunga giornata si è chiusa, infine, con le parole di Moreno Longo, rilasciate a Torino Channel. Il tecnico guarda al futuro con ottimismo: «Il Toro deve ripartire dal ritrovare l’autostima mancata nell’ultimo periodo, perché abbiamo le potenzialità per esprimerci diversamente rispetto a quanto fatto nelle gare prima della sospensione. Dobbiamo pensare positivo e ritrovare la fiducia in noi stessi attraverso le prestazioni che arriveranno, già contro il Parma». E chiude: «Non voglio che la mia squadra abbia degli alibi nella testa: ripartiamo tutti alla pari, dovendo giocare 13 partite in un mese e mezzo. La capacità di adattamento a questa situazione farà la differenza».