La Gazzetta dello Sport

CAPITAN BERGOMI E I TRENT’ANNI DI ITALIA 90 «CHE RIMPIANTI»

- di Sebastiano Vernazza

Trent’anni dopo, che cosa prevale? La dolcezza della nostalgia o l’amarezza del rimpianto? 9 giugno 1990, la Nazionale di Azeglio Vicini debutta nel Mondiale di casa. Italia-Austria 1-0, all’Olimpico di Roma, con gol di Schillaci. La prima volta degli occhi spiritati di Totò. Lo stadio in festa, i caroselli per le strade, le notti magiche inseguendo un gol, come diceva la canzone di Edoardo Bennato e Gianna Nannini. Sembrava un trionfo annunciato, era l’inizio di un cammino che ci avrebbe portato alla delusione della semifinale persa ai rigori contro l’Argentina, nella Napoli di Maradona. una cosa giusta: “Abbiamo lasciato bei ricordi, quella Nazionale piace ancora”».

Soltanto vittorie e nessun gol subito, fino alla semifinale di Napoli con l’Argentina: 1-1, supplement­ari, rigori, eliminazio­ne

«Io la partita contro l’Argentina non l’ho mai rivista. Sarebbe un dolore troppo forte».

Si giocò a Napoli, nel regno di Maradona. Diego aizzò i napoletani contro l’Italia del Nord. Se si fosse giocato a Roma sarebbe finita diversamen­te?

Azzurri eliminati da Maradona a Napoli: «Se fossimo rimasti a Roma, altra storia»

«L’argomento è delicato e non voglio urtare la sensibilit­à dei napoletani. Dico questo: noi fino a quel momento avevamo giocato soltanto all’Olimpico, in un clima idilliaco. Il nostro pullman partiva dal ritiro di Marino, ai Castelli Romani, e fino al grande raccordo anulare viaggiava tra due ali di folla. Allo stadio trovavamo un’atmosfera fantastica, un tripudio di bandiere. Se avessimo potuto, saremmo rimasti lì».

cosa successe a Napoli? «Allora c’era una rivalità molto forte tra il Napoli e Milano: il

Napoli aveva come avversari il Milan di Sacchi e la mia Inter, quella dello scudetto dei record con Trapattoni nel 1989. La Nazionale era formata in gran parte da milanisti e interisti. Non dico che i napoletani abbiano tifato contro, però quella sera al San Paolo non sentivamo lo stesso entusiasmo di Roma».

parole di Maradona alla vigilia? Una mossa psicologic­a da maestro, se ci caliamo nei suoi panni di capitano del Napoli e dell’Argentina

«Non lo so... Resto convinto che avessimo la partita in pugno.

L’Argentina pareggiò grazie a un’uscita a vuoto di Zenga. «Tutti sbagliamo e non è giusto gettare la croce addosso a nessuno. Quell’errore è stato figlio di una catena di sviste: io ero su Maradona e avrei potuto evitare che Diego lanciasse; Riccardo Ferri stava su Caniggia autore del gol. Non penso di averne mai parlato con Zenga, ho sempre rispettato il suo silenzio sull’argomento. Cosa potrei dire a Walter? Nulla. Gli sono vicino e solidale, oggi come ieri».

l’Italia fosse andata in finale, avrebbe battuto l’allora Germania Ovest?

«Non si può dire, la Germania era molto forte: Matthäus, Brehme, Augenthale­r, Buchwald, Klinsmann, gente che non mollava mai. Matthäus in particolar­e, un condottier­o. Saremmo però ritornati a Roma, nel nostro habitat, e ho la sensazione che avremmo fatto valere la nostra buona tradizione con i tedeschi».

90 è stata un’occasione persa anche per gli stadi? «Nessuno capì che il calcio stava per cambiare, nessuno progettò il futuro. In massima parte si ristruttur­ò l’esistente. Per legge, credo, in tanti impianti si salvarono piste d’atletica che non usava più nessuno. Il Delle Alpi a Torino venne costruito ex novo con la pista: un errore. Nessuno pensò a quel Mondiale al di là del Mondiale».

 ??  ?? Eravamo in vantaggio, poi subimmo un gol evitabilis­simo e lì, sull’1-1, si complicò tutto. Ci mancarono energie fisiche e nervose, il loro portiere parò l’impossibil­e».
Eravamo in vantaggio, poi subimmo un gol evitabilis­simo e lì, sull’1-1, si complicò tutto. Ci mancarono energie fisiche e nervose, il loro portiere parò l’impossibil­e».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy