La Gazzetta dello Sport

Vulcano Tamberi

«IO, ZANARDI, SIFFREDI E LA VITA CON CHIARA MA ORA VOGLIO SALTARE» Il primo azzurro in gara, il 18 ad Ancona, tra la nuova esperienza di coppia e le dirette social con Alex e Rocco

- Di Andrea Buongiovan­ni

Èstato l’ultimo, sarà il primo: Gimbo Tamberi, chi se non lui? Il 29 febbraio, a Siena, con una gara inventata su due piedi, il marchigian­o centrava un gran 2.31 tirato fuori da chissà dove che è valso (o quasi) il vertice della stagione mondiale indoor. Poi, il dilagare drammatico della pandemia. Con nessun altro azzurro più in pista o in pedana. Sono trascorsi oltre tre mesi. E il primatista italiano di salto in alto, sempre lui, il 18 giugno tornerà – primo atleta top tricolore – a riveder le stelle. Con una prova nella sua Ancona, nel suo stadio. Sarà un piccolo meeting regionale, probabilme­nte contro avversari locali. Ma dall’enorme valore simbolico.

3Sarà

un ritorno alla vita? «In qualche modo sì. Certe cose anche banali, che si davano per scontate, ora si apprezzano di più. Come andare fuori a cena o stare con gli amici. Passatemi il paragone: è come quando si ha la febbre, dura due giorni, ma poi tutto ha un tono diverso. Almeno per qualche ora. Ecco, spero si torni presto alla vera normalità anche in questo senso».

resterà di questa esperienza?

«Da sportivo l’ho affrontata in modo diverso da chi ha perso o rischia di perdere il lavoro. Mi metto nei panni di chi stava per aprire un’attività o lanciare sul mercato un nuovo prodotto. O di chi ha investito per anni in un’azienda. D’un tratto ti ritrovi spiazzato. Non vorrei sembrare irriverent­e, soprattutt­o nei confronti di chi ha patito lutti: ma in qualche modo ho rivissuto quel che mi accadde alla vigilia di Rio 2016 con l’infortunio che ha spezzato il mio sogno».

si può imparare?

«Io, in quel frangente, ho capito che, dopo la mazzata, occorre reagire, rimettersi in gioco. Da tutto si può si tornare, tranne che dalla morte: poi bisogna aver la fortuna di trovare persone giuste che ti accompagni­no. Avere delle ambizioni e non farle affondare. Io oggi guardo ai Giochi di Tokyo con gli stessi stimoli di allora».

però il calcio sta per ripartire, mentre l’atletica, come altri sport, sembra molto più lontana.

«Non sono invidioso, capisco la differenza tra i due mondi. Spero solo, proprio pensando a chi ha subito certe perdite, non si sia data un’accelerazi­one eccessiva dettata da motivi economici. Ma sono certo che si siano fatte tutte le valutazion­i».

Seguirà le prime partite, quelle di Coppa Italia? «Sarebbero le prime della mia vita. Non lo dico per snobismo, ma non sono mai stato appassiona­to. Mi interessan­o, invece, gli aspetti corollari della ripartenza: il numero dei tamponi, le regole da rispettare. In campo nessuno di sicuro si risparmie

Ora si apprezzano piccole cose che prima si davano per scontate

Gianmarco Tamberi

Sulla pandemia

Il calcio riparte, lo capisco. Non guarderò le partite, ma i protocolli di sicurezza che verranno messi in atto TAMBERI SULLA RIPRESA

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