I NUMERI
rà. E presto ci si riabbraccerà dopo i gol».
più interessato al ritorno dell’Nba il 31 luglio?
«Da settimane non faccio che vedere partite degli anni 90. Credo si debba navigare a vista, perché la situazione negli Stati Uniti è ancora critica, ma non a caso riprenderanno un mese e mezzo più tardi. Trovo valida l’idea della bolla di Disney World, a Orlando. Per i giocatori sarà un sacrificio, ma proporzionato ai loro guadagni. E alla fine anche i valori saranno gli stessi: i più forti, nel medio-lungo periodo, riemergeranno».
Cosa pensa delle proteste che infiammano il Paese?
«È sconcertante il fatto che nel 2020 ci siano menti così chiuse. Mi scandalizza che ci sia ancora chi nota la differenza tra un bianco e un nero. Il video della morte di George Floyd mette i brividi, quel “sto soffocando” è di enorme drammaticità. E le reazioni di questi giorni sono la conseguenza. La violenza non è mai giustificata, ma qui c’è una razza che è incomprensibilmente denigrata, che subisce torti che partono da lontano».
Quanto sta accadendo la tocca personalmente?
«Io mi sento più nero che bianco, ascolto rap e vivrei per il basket. A Chiara, la mia ragazza, dico spesso che non mi stupirei se nostro figlio nascesse di colore».
andata la vostra convivenza “forzata”?
«Siamo fidanzati da dieci anni, ma abitiamo insieme solo da dicembre. Ed è andata alla grande. Le avevo sempre detto che avrei voluto aspettare il dopoOlimpiade per un simile passo. Temevo che le mie tensioni potessero farci del male, condizionarci. Poi, in ottobre, ai Mondiali di Doha, mi sono reso conto che molti colleghi, da Mutaz Barshim a Ilya Ivanuk, oro e bronzo, sono sposati, come lo è il mio amicone australiano Brandon Starc. E allora, dopo altre riflessioni, ci siamo buttati. E ora non potremmo essere più felici. Se doveva essere una prova, siamo usciti fortificati».
3Siete
già tornati al mare? «Qualche giorno fa, per una scappata vicino casa. È stato estremamente suggestivo».
3Come
tanti, vi siete dedicati anche alle tecnologie? 3Ha partecipato a “dirette”? «A parecchie, alcune molto belle. Con Gigi Datome, Fabio Fognini, Alex Zanardi, che ho guardato e ascoltato per mezzora a bocca aperta. Anche con Jovanotti, che ringrazio per l’opportunità. E con Rocco Siffredi, la più divertente».
3Siffredi
l’attore porno? «Lui: il figlio Leonardo, che ha una ventina d’anni, fa atletica. Ha 8”04 sui 60 hs e 2.02 in alto. Rocco mi ha scritto, chiedendomi qualche consiglio. Ci siamo sentiti ed è nata l’idea. Ognuno, nella vita, fa le scelte che più crede opportune. Io ho scoperto un uomo intelligente. E so che
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potrà far sorridere. Ma abbiano anche trovato punti di contatto. Sapete come la penso sul doping: ecco, nella sua professione lui ha sempre rifiutato pillole e punture...».
3Cosa
prevede, quindi, il suo calendario?
«Non ho mai smesso di allenarmi, ma se fino ad aprile la condizione è stata alta ora, cancellati i cicli di forza, è un po’ calata. Ci sta. Ho però bisogno di dare stimoli al lavoro. Stiamo definendo una serie di appuntamenti-test. Salvo contrordini gareggerò giovedì 18 ad Ancona, domenica 21 a Formia in circostanze simili e giovedì 25, ancora ad Ancona, in una sfida virtuale contro il bahamense Jamal Wilson, 2.33 in febbraio, il tedesco campione europeo Mateusz Przybylko e Stefano Sottile».
3Pesa
la responsabilità che a Tokyo sarà l’unico azzurro candidato a una medaglia? «Le responsabilità mi caricano. Solo ai Mondiali di Pechino 2015 le ho mal gestite. Poi è vero che non è semplice individuare tanti italiani da podio, ma ce ne sono un sacco in crescita: penso a Tortu e a Jacobs, la cui amichevole rivalità potrà solo aiutarli, a Re, a Crippa, a Stecchi, che nell’asta ha la sfortuna di vivere in un’epoca di fenomeni, a Fabbri e a diverse ragazze, Iapichino in testa, per la quale il rinvio dei Giochi potrà rivelarsi una manna. E poi ci sono io: disposto a tutto per una medaglia».
La morte di Floyd mette i brividi. Io mi sento più nero che bianco
GIANMARCO TAMBERI
Disposto a tutto per una medaglia a Tokyo. Non facile trovare italiani da podio, molti però stanno crescendo GIANMARCO TAMBERI SULL’OLIMPIADE