La Williams fa gola (ai genitori di piloti...) E Latifi scatta in pole Me la compri papà?
Il canadese ha già prestato al team 22 milioni di euro, può prendersi tutto. Mazepin l’alternativa
Il Paradiso e poi la caduta. Chissà cos’ha provato Frank Williams quando a fine maggio ha dato l’ok alla ricerca di un acquirente per la sua squadra. Lui che era passato dal gestire il team negli Anni 70 da una cabina telefonica (gli avevano tagliato i fili a causa delle bollette non pagate...) a conquistare Mondiali piloti e costruttori a raffica. È la legge del mercato. Nessuno meglio di Frank, che ha una foto di Margaret Thatcher appesa in bella vista nel suo ufficio, lo conosce e lo sa.
Sofferenza
Williams ha provato a resistere a lungo ma la situazione è diventata insostenibile. Ai debiti si sono aggiunti i mancati guadagni per un Mondiale che deve ancora cominciare, con lo sponsor ROCKiT che ha salutato. L’unico punto fermo è il bilancio 2019, e il piatto piange. Le entrate della Williams Grand Prix Holdings sono diminuite in un anno di 35,3 milioni di sterline (95,4 milioni contro i 130,7 del 2018) per un Ebitda negativo di 10,1 milioni di sterline (circa 11,3 milioni di euro). Mentre la Williams Advanced Engineering, che sviluppa progetti ad alto contenuto tecnologico per settori industriali, ha visto crescere le sue entrate a 63,7 milioni contro i 44,8 dell’anno precedente (per un Ebitda positivo di 7,5 milioni di sterline). Ma a fine dicembre 2019 la quota di maggioranza della stessa WAE è stata venduta a un fondo della società di investimenti EMK Capital. Mossa che ha generato liquidità, ma che ha privato il gruppo di una notevole fonte di guadagno. Comunque sia, il consiglio di amministrazione della Williams ha nominato Allen & Company LLC e Lazard & Co. come advisor finanziari cui far pervenire un’offerta. Chi dovesse comprare potrà contare, oltre ovviamente aveva sussurrato l’idea che potesse essere della partita anche Chanoch Nissany, papà di Roy, nominato a gennaio tra i piloti di riserva Williams. L’imprenditore ed ex pilota (fece una sessione di libere con la Minardi nel 2005) gode di appoggi importanti in Israele, anche se da Tel Aviv definiscono difficile la trattativa. Mister Latifi, padre di Nicholas, attende con ansia il debutto del suo ragazzo in F.1, al fianco di George Russell. Canadese di origini iraniane, è titolare della Sofina Food, gigante del settore alimentare, ed è sposato con Marilena Russo, cugina di Joey Saputo, magnate dell’industria casearia, nonché presidente del Bologna calcio. A riprova che la carriera del figlio è importante ma che i suoi interessi nella F.1 sono un po’ più vasti, Latifi padre possiede il 10% di McLaren, settore Automotive e non GP. Ma di recente, oltre ai fondi per mettere in macchina il figlio, alla Williams ha concesso un prestito di circa 22 milioni di euro, ricevendo come garanzia il museo con tutte le auto storiche di Grove. Mentre nello stesso periodo il team ne otteneva un altro (con tasso d’interesse al 5% scadenza aprile 2022) dalla banca HSBC per 28 milioni di euro, con ipoteca su terreni, struttura e macchinari di Grove. Tornando a Latifi senior, essendo già in un certo senso nel capitale dell’azienda, non è inverosimile pensare a un suo progetto di acquisizione.
Alternative
Dmitry Mazepin, bielorusso con passaporto russo, è azionista di maggioranza della Uralchem United Chemicals, tra i leader mondiali nella produzione di fertilizzanti e ammoniaca. Ultimo fatturato noto (del 2018): 1 miliardo e 757 milioni di dollari. Si dice che due anni fa Mazepin avesse messo sul piatto 250 milioni all’anno per quattro stagioni per rilevare la boccheggiante Force India. Ma l’amministratore giudiziario, con la discrezionalità garantitagli dalla legge britannica, preferì l’offerta (si dice inferiore) di Lawrence Stroll. Si arrivò a quella soluzione per la messa in mora del team da parte di Sergio Perez. E chi è abituato a pensare male trova una relazione tra quei fatti e il lungo contratto di cui beneficia ancora il messicano sull’auto rosa. A quel punto da Liberty Media qualcuno suggerì a mister Mazepin di virare sulla Williams, ma lui si defilò. Di certo però nella F.1 vede un orizzonte, non solo il parco giochi del figlio Nikita, 21enne in F.2, al momento privo della Superlicenza. Potrebbe provare ad arrivarci con Hitech, il suo team di F.2 (dove con Nikita quest’anno corre Luca Ghiotto che peraltro ha lo stesso agente di Nissany, Gianpaolo Matteucci). Oppure con la Williams: se è vero che due anni fa era disposto a investire un miliardo per un quadriennio, le prospettive col budget cap devono sembrargli una passeggiata.
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