Fuori Giappone e Azerbaigian Pure in Bahrain un secondo GP?
Otto gare sono già in calendario, ma Liberty lavora per blindarle (sono il numero minimo per dare validità iridata alla stagione) e per arricchire la stagione, arrivando a 15/18 GP, che, grazie ai diritti tv, si traducono in guadagni per i team. Con questo duplice intento, gli americani si sono tenuti il circuito tedesco di Hockenheim come riserva nel caso in cui una ripresa dei contagi consigliasse di cancellare una delle gare in programma in Europa e nel frattempo studia come salvare più corse possibili tra quelle che si corrono su autodromi che già hanno un contratto con la F.1. Un impegno che ha sinora ottenuto risultati contrastanti: in Russia c’è la volontà di confermare l’appuntamento di Sochi e anzi di raddoppiarlo nel caso di defezioni; a Baku invece si è dovuto alzare bandiera bianca e tra pochi giorni (se non ore) verrà annunciata la cancellazione.
Cina recuperata
Lo stesso vale per Singapore e Giappone, patria della Honda che ha già dovuto far slittare l’Olimpiade al 2021. Il Vietnam sarebbe intenzionato a debuttare solo l’anno prossimo con il pubblico in tribuna. Verrà probabilmente recuperata la Cina, si correrà negli Stati Uniti (tappa a cui Liberty tiene tantissimo) e forse in Messico, mentre il Brasile- malgrado le assicurazioni degli organizzatori paulisti - è a forte rischio. Se non ci saranno gare sufficienti in calendario avremo una doppietta in Bahrain prima del finale ad Abu Dhabi. Ma senza Azerbaigian ecco che il GP al Mugello potrebbe diventare una realtà: per la Ferrari l’opportunità di festeggiare nel proprio autodromo il GP numero 1000. Entro fine mese sapremo.