La Gazzetta dello Sport

Tas, ci sono i ricorsi di Iannone e Wada

Il pilota chiede di annullare i 18 mesi del primo grado, l’agenzia vuole 4 anni di stop

- di Mario Salvini

Se non altro qualcosa si sta muovendo. Il passaggio era in un certo senso obbligato, e il fatto di esserci arrivati è il segno che la vicenda-Iannone dovrebbe essere vicina al suo epilogo. Succede infatti che il Tas, il tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna, ha annunciato i ricorsi che gli sono pervenuti in merito. Uno è di Andrea Iannone — e dei suoi legali, Antonio De Rensis in testa — che si appella all’organismo internazio­nale contro la sentenza con cui il Tribunale Disciplina­re della Federazion­e Motociclis­tica Internazio­nale lo scorso 31 marzo lo aveva condannato a 18 mesi di sospension­e per doping. Chiedendo in pratica l’assoluzion­e. Al contempo però allo stesso Tas è pervenuto anche un altro ricorso, quello della Wada, l’agenzia antidoping, che si appella per la ragione opposta. Ritiene cioè troppo blanda la condanna, visto che in effetti è molto inferiore rispetto a quella invocata in primo grado. E quindi dal Tas la Wada vorrebbe il ripristino proprio di quella prima richiesta: quattro anni di sospension­e. Niente di particolar­mente eclatante: una volta annunciato il ricorso di Iannone, quello dell’Agenzia antidoping è una specie di riflesso condiziona­to: non contro-ricorrere sarebbe stata un’ammissione di errore nell’istruttori­a iniziale. Tanto vale quindi vedere l’aspetto positivo della tempistica: se il Tas annuncia i due ricorsi significa che è in procinto di esaminarli. E dunque di addivenire a sentenza.

Tas verso la sentenza

Niente previsioni ma c’è impazienza L’innocenza di Andrea è certificat­a

Massimo Rivola

A.d. Aprilia Racing

«Si spera avvenga presto, anche se per come sono andate le cose finora è meglio non fare previsioni», dice Massimo Rivola, amministra­tore delegato Racing di Aprilia. Convinto com’è che, date le motivazion­i della sentenza di primo grado, il tribunale di Losanna non potrà fare altro che prosciogli­ere il suo pilota. Già all’indomani della condanna, a fine marzo, Rivola disse infatti: «Al Tas andremo a vincere». Una certezza che il dirigente di Noale ribadisce: «In pratica la corte della Fim in primo grado aveva riconosciu­to la contaminaz­ione nella carne che Iannone ha mangiato nell’hotel in Malesia, una struttura di primo livello in cui si presume che tu non debba preoccupar­ti della qualità del cibo. Ha sancito che non è stata un’assunzione prolungata, né per migliorare le prestazion­i. Tanto più che è accertato come la sostanza incriminat­a (Drostanolo­ne, uno steroide anabolizza­nte di cui nelle urine sono stati individuat­i 1,150 nanogrammi per millimetro, n.d.r.) non migliori le performanc­e nel motociclis­mo. Dunque in definitiva pur in una sentenza di condanna, il tribunale della Fim in primo grado ha certificat­o l’innocenza di Andrea».

Subito in moto

Si spera quindi che il verdetto sia vicino, anche se difficilme­nte sarà prima del 19 luglio, data del via alla stagione da Jerez. Ma ciò che preme a Iannone è che sia di assoluzion­e, così da ritornare subito in moto. «Io speravo di vedercelo già in Qatar — rivela Rivola — figuriamoc­i quindi quanto siamo impazienti. Finora il tempo che si è perso è stato un danno per lui e per noi. Andrea scalpita. E noi con lui».

 ?? EPA ?? Sotto accusa Andrea Iannone, 30 anni, sull’Aprila durante un GP del 2019, sua prima stagione nel team di Noale
EPA Sotto accusa Andrea Iannone, 30 anni, sull’Aprila durante un GP del 2019, sua prima stagione nel team di Noale

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy