Mani di Radu, rigore netto Ibra e Lazzari in fuorigioco
32’ Ibrahimovic trova il gol del 2-0 ma, prima la segnalazione del secondo assistente Bindoni, poi il check del Var, vedono la sua posizione di offside e annullano la rete. Un minuto dopo il mani di Radu, su cross di Saelemaekers: il laziale è in fallo non con la destra, correttamente chiusa sul corpo, ma con la sinistra aperta in modo innaturale. Calvarese, ben posizionato sull’interno, vede bene direttamente e a nulla servono le proteste di Luis Alberto. Al 53’ ancora una posizione di fuorigioco: è quella di Lazzari che vede sfumare la possibilità di accorciare con la sua rete. Al 70’ Romagnoli rischia entrando duro su Lukaku: il direttore di gara di Teramo lo vede, lo grazia, ma lo riprende. Ci può stare il giallo a Lukaku troppo deciso su Saelemaekers al 78’, un po’ più fiscale quello a Paquetà che sbraccia su Patric.
La decisione definitiva è stata presa soltanto ieri, ma Pioli aveva iniziato ad accarezzare l’idea sempre più dolcemente col passare delle ore già in vigilia. D’altra parte, si sa: quando c’è di mezzo Ibrahimovic è difficile resistere alla tentazione. Era un Ibra a mezzo servizio, in termini di minutaggio, e quindi il tecnico doveva capire quale fosse la strada migliore: dentro subito per provare a indirizzare la partita, o a gara in corso per provare a chiuderla (o magari rimetterla in sesto)? Scelta azzeccata, mister.
Quanta voglia
Ibra iZ back, è tornato un’altra volta, come piace dire a lui, con quella Z di Zlatan che somiglia tanto alla firma di Zorro. E’ tornato dopo un
Un tempo solo Un po’ perché ha minutaggio limitato, un po’ per precauzione
lockdown trascorso a modo suo, ovvero in gran parte... senza lockdown, ospite del suo Hammarby nella Svezia senza mascherine. E’ tornato dopo un guaio al polpaccio che ha messo in countdown allenatore, compagni e tifosi: ma allora torna? E quando torna? Fosse stato per lui lo avrebbe fatto anche prima e ci si è dovuto mettere d’impegno lo staff medico per placarlo. Alla fine è rientrato più o meno quando ci si attendeva, con la Spal, ovvero un mese abbondante dopo la lesione al polpaccio destro.
Fiato sospeso
Ieri tutto si è completato. Dopo un inizio un po’ così, va detto. Un quarto d’ora di rodaggio per capire che fare la guerra ad Acerbi non era l’idea migliore, e infatti Z è andato – come peraltro spesso ama fare – a cercar palloni sulla trequarti. Anzi, anche più in là. E’ entrato nell’azione del primo gol, scambiando con Bennacer e innescando lo spunto di Calhanoglu. Ha bucato Strakosha ma è stato – giustamente – castigato dalla bandierina di Bindoni. E poi è andato in buca dal dischetto, dove la sua buona stella si è accesa in tutto il suo splendore e ha trasformato il portiere biancoceleste in un flipper: palla su un braccio, poi su una natica, infine sulla parte bassa della gamba e gol. Un gollonzo, ma l’importante era varcare quella linea. Alla fine Zlatan è uscito di scena lasciando tutti col fiato sospeso, quando allo scadere del primo tempo si è ritrovato a terra dolorante dopo aver perso il piede d’appoggio e allargato innaturalmente la gamba destra. Pioli l’ha tolto di scena nell’intervallo, un po’ perché il minutaggio resta comunque quello che è, e un po’ per evitare guai peggiori. «Al di là dell’età, sta facendo la differenza – racconta l’allenatore –. E’ “dentro”, ed è un piacere vederlo lavorare».