Rispetto, complimenti, motivazioni simili Conte e Mihajlovic, due duri in panchina
fatto nel debutto vincente di oltre un anno fa col Bologna (contro Spalletti), anche se un occhio all’altra lo butterà di sicuro, visto quello che è stato per l’Inter da giocatore e poi da vice di Mancini. Antonio e Sinisa sono molto simili: ex giocatori tutti e due, ed ex giocatori di grande carattere entrambi, qualità che sono riusciti a portare con loro quando sono passati dall’altra parte, cioè quando sono diventati allenatori. Erano due lottatori prima, lo sono ancora adesso in giacca e cravatta. «Conte sta ottenendo il 120% dall’Inter», ha detto Sinisa un po’ di tempo fa alla Gazzetta. Un bel complimento, perché arriva da un collega che sa come si vincono le battaglie, dentro e fuori dal campo, e sa bene che il ruolo degli allenatori è proprio quello di ottenere il massimo dai suoi giocatori. Ieri Sinisa l’ha ripetuto parlando di Musa Barrow, l’uomo in più del Bologna post-lockdown: «L’allenatore deve trovare il modo di tirare fuori il meglio dai giocatori. Sia umanamente sia tecnicamente. Questo è il nostro lavoro». Questo è il lavoro che Conte sta facendo all’Inter, perché anche se la vetta è lontana e lo scudetto un miraggio, gli 11 punti in più rispetto all’anno scorso sono un inizio da cui ripartire. Ma per tenere il passo Antonio dovrà battere Mihajlovic. «Il Bologna è un ostacolo duro», ha detto ieri ad Appiano. Per poi omaggiare Sinisa: «È un tecnico che ha dimostrato il suo valore, oltre ad essere una persona di grandi valori umani per cui ho tantissimo rispetto e a cui voglio bene». Oggi a San Siro potrà dirglielo guardandolo in faccia. c.ang.