Che luna park il Sassuolo Il Lecce giù dalla giostra
Caputo, Berardi, Boga e Muldur danno spettacolo A Liverani non bastano due gol, la difesa è fragile
Èla «Banda della doppia cifra», fratello. Non puoi farci nulla, anche se sciala e regala, se una dormitina la fa sempre, se almeno due gol li prende e se qualcosa concede, più o meno allegramente. È la Banda dei Fantastici tre di De Zerbi, quelli che sistematicamente entrano ed escono dalla gara ma che alla fine portano il Lecce sempre più dentro i cattivi pensieri della B: Boga che arriva a 11 reti come Berardi, Caputo a 15, una giostra del gol davanti alla quale puoi solo stare connesso sui concettibase. Il Lecce ha fatto prosa elegante e non poesia, una gara colma di dignità, ma quando il Sassuolo spinge, beh, saluti. Il discorso è sempre lì: ferisce o regala di più la banda di De Zerbi? Stavolta ha squassato. Ancora. Finendo per fare l’occhiolino all’Europa.
Il dna
La kriptonite del Sassuolo, si sa, è togliergli spazi, manovra, tiki-taka e ossigeno. Perché prima o poi, là dietro, uno scivolone lo fa. Il Verona, qualche giorno fa, c’era riuscito, da subito. Liverani - senza 6 uomini e con una linea difensiva inedita - no, non immediatamente almeno. Il Lecce infila Shakhov trequartista spostando Farias al fianco di Babacar e cerca col proprio trio mediano di applicare il possesso rapido alla verticalizzazione ripida: il problema è che De Zerbi mostra subito la faccia furba della sua creatura, va in vantaggio (5’) con lancio perfetto di Locatelli e con Caputo che - via pallonetto - infila Gabriel a difesa alta, praticamente sulla luna. Lecce spacciato, sembra, ma questo Sassuolo regala sempre una chance a tutti: su angolo a due, Calderoni mette in piena area, Locatelli dimentica Lucioni che (27’) si rifà della Fase Rem sul vantaggio di Ciccio Caputo. La morale del primo tempo, compresa una palla sprecata da Berardi e una paratona di Gabriel su Ferrari, è praticamente il dna delle due squadre: il Sassuolo sa ferire ma pure regalare; il Lecce (pieno di concetti calcistici buoni) viene abraso ma non molla, non si abbatte e ribatte, sta compatto e mostra denti, unghie, idee.
Ingenuità
«Dez» approccia la ripresa infilando Djuricic (subito giallo), Liverani alza la squadra di 10 metri fregandosene dei rischi alle spalle e cercando la forza dell’urto che diventa maggiore quando poi infila Mancosu e Falco: il primo piazza subito il rigore (Marlon ingenuo su Babacar), il secondo frulla molto dando di fatto un assetto da tridente per le speranze leccesi. Il fatto è che il Sassuolo è un cobra: buonino fino a quando non lo stuzzichi, cattivissimo nel momento in cui decide di giocare come sa, di prima e sfruttando quelle ingenuità che solitamente sono sue. Berardi mette il rigore dopo sciocchezza di Paz; e il 3-2 di Boga, per esempio, il Lecce lo prende in superiorità abbracciando definitivamente la sofferenza, perché da quel momento ogni attacco salentino diventa più disperato che lucido. Così il Sassuolo fa il poker con Muldur (secondo gol di fila dopo quello alla Fiorentina) e sale a 40 punti: quota salvezza? Ma dai: «Dez» cerca l’Europa e il suo Trio Fantastico da 37 gol totali spettina tutto e tutti. Elegantemente.