La Gazzetta dello Sport

Che luna park il Sassuolo Il Lecce giù dalla giostra

Caputo, Berardi, Boga e Muldur danno spettacolo A Liverani non bastano due gol, la difesa è fragile

- di Matteo Dalla Vite - INVIATO A REGGIO EMILIA

Èla «Banda della doppia cifra», fratello. Non puoi farci nulla, anche se sciala e regala, se una dormitina la fa sempre, se almeno due gol li prende e se qualcosa concede, più o meno allegramen­te. È la Banda dei Fantastici tre di De Zerbi, quelli che sistematic­amente entrano ed escono dalla gara ma che alla fine portano il Lecce sempre più dentro i cattivi pensieri della B: Boga che arriva a 11 reti come Berardi, Caputo a 15, una giostra del gol davanti alla quale puoi solo stare connesso sui concettiba­se. Il Lecce ha fatto prosa elegante e non poesia, una gara colma di dignità, ma quando il Sassuolo spinge, beh, saluti. Il discorso è sempre lì: ferisce o regala di più la banda di De Zerbi? Stavolta ha squassato. Ancora. Finendo per fare l’occhiolino all’Europa.

Il dna

La kriptonite del Sassuolo, si sa, è togliergli spazi, manovra, tiki-taka e ossigeno. Perché prima o poi, là dietro, uno scivolone lo fa. Il Verona, qualche giorno fa, c’era riuscito, da subito. Liverani - senza 6 uomini e con una linea difensiva inedita - no, non immediatam­ente almeno. Il Lecce infila Shakhov trequartis­ta spostando Farias al fianco di Babacar e cerca col proprio trio mediano di applicare il possesso rapido alla verticaliz­zazione ripida: il problema è che De Zerbi mostra subito la faccia furba della sua creatura, va in vantaggio (5’) con lancio perfetto di Locatelli e con Caputo che - via pallonetto - infila Gabriel a difesa alta, praticamen­te sulla luna. Lecce spacciato, sembra, ma questo Sassuolo regala sempre una chance a tutti: su angolo a due, Calderoni mette in piena area, Locatelli dimentica Lucioni che (27’) si rifà della Fase Rem sul vantaggio di Ciccio Caputo. La morale del primo tempo, compresa una palla sprecata da Berardi e una paratona di Gabriel su Ferrari, è praticamen­te il dna delle due squadre: il Sassuolo sa ferire ma pure regalare; il Lecce (pieno di concetti calcistici buoni) viene abraso ma non molla, non si abbatte e ribatte, sta compatto e mostra denti, unghie, idee.

Ingenuità

«Dez» approccia la ripresa infilando Djuricic (subito giallo), Liverani alza la squadra di 10 metri fregandose­ne dei rischi alle spalle e cercando la forza dell’urto che diventa maggiore quando poi infila Mancosu e Falco: il primo piazza subito il rigore (Marlon ingenuo su Babacar), il secondo frulla molto dando di fatto un assetto da tridente per le speranze leccesi. Il fatto è che il Sassuolo è un cobra: buonino fino a quando non lo stuzzichi, cattivissi­mo nel momento in cui decide di giocare come sa, di prima e sfruttando quelle ingenuità che solitament­e sono sue. Berardi mette il rigore dopo sciocchezz­a di Paz; e il 3-2 di Boga, per esempio, il Lecce lo prende in superiorit­à abbraccian­do definitiva­mente la sofferenza, perché da quel momento ogni attacco salentino diventa più disperato che lucido. Così il Sassuolo fa il poker con Muldur (secondo gol di fila dopo quello alla Fiorentina) e sale a 40 punti: quota salvezza? Ma dai: «Dez» cerca l’Europa e il suo Trio Fantastico da 37 gol totali spettina tutto e tutti. Eleganteme­nte.

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Felicità Berardi, Bourabia e Locatelli festeggian­o il gol su rigore dell’attaccante. Il Sassuolo insegue la zona Europa

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