Ferrari, che batosta! Due stagioni a rischio
La battuta che girava ieri vedeva protagonista Carlos Sainz impegnato a leggersi il contratto con la Ferrari per il 2021, a caccia di una scappatoia per liberarsi e restare dov’è... Se il buongiorno si vede dal mattino, per il Cavallino c’è davvero da preoccuparsi: Vettel non è entrato nel Q3 in qualifica e Leclerc scatta settimo anche per le bandiere gialle finali che hanno impedito a un po’ di gente di migliorare. Per fortuna oggi c’è la gara, e l’esperienza insegna che in gara tutto può succedere, ma il sabato austriaco della rossa è stato un mezzo disastro. Binotto e soci avevano messo le mani avanti, alla vigilia di Zeltweg e anche in precedenza. Ma si pensava – e da un certo punto di vista era un evento in parte atteso – che si trattasse di limitare i danni rispetto a Mercedes e Red Bull, i soliti rivali a cui ci si era anche un po’ abituati. Invece qui stiamo parlando di fare i conti con McLaren, Racing Point e Renault. E a livello cronometrico il confronto con il 2019, quando Charles sullo stesso circuito conquistò la pole, è impietoso. Lì per lì si fa fatica anche a capire cosa possa essere successo. Non c’è un unico problema da sistemare: tra lentezza sul dritto e sovrasterzo evidente, i guai sembrano toccare motore e telaio. Con il solito corollario della resa aerodinamica insufficiente, che da tempo disturba i sonni del reparto corse di Maranello.
Ovvio che la faccenda spaventi parecchio, sull’immediato e in prospettiva. Nel primo caso e passi - perché il prossimo GP è in programma ancora in Austria: se il weekend in corso finisce male diventa difficile evitare un’altra batosta. In prospettiva - e qui la cosa è molto più grave - perché la penuria di sviluppi possibili, causa regolamento post-Covid che li congela, rende molto complicato recuperare. Non solo nel 2020. Così c’è il rischio concreto di ritrovarsi alla vigilia dell’Hungaroring, terzo GP della stagione, con un’attesa e un’aspettativa micidiali. In buona sostanza: o a Budapest l’annunciata e robusta evoluzione della SF1000 funziona - e dovrà rappresentare davvero un grosso passo avanti rispetto a quanto visto ieri – oppure si può già salutare ogni speranza per quest’anno. E pure per il prossimo. Ipotesi sportivamente drammatica, per chi vuol bene alla Ferrari.
Intanto gli altri migliorano, e in un caso - il solito - volano. La Mercedes sembra già su un altro pianeta: oggi, senza problemi di affidabilità, con Bottas e Hamilton potrebbe fare corsa a sé. Non una grande novità, ma questi non la finiscono proprio di aver fame: dopo sei Mondiali consecutivi la banda di Toto Wolff si è rimessa in moto con la ferocia di sempre. Potrebbe vagamente disturbare Max Verstappen con la sua Red Bull, almeno oggi, solo perché in Austria ha sempre viaggiato come un missile. Ma, sulla scorta di quanto visto anche nei test di Montmeló, sembra un Mondiale già ampiamente segnato. Resta lo spazio per un applauso a Lando Norris, alla miglior qualifica in carriera. L’inglese non è solo un mostro di simpatia, è anche un gran bel pilota. Come tanti giovani oggi in F.1.