Zaytsev torna al primo amore «Olimpiade 2024 magari nel beach»
Partita a Modena senza contatto: «Amo la sabbia più del volley, c’è tempo per pensare ai Giochi di Parigi. Una bella suggestione»
La sabbia è da sempre il grande amore, quello che non si scorda mai. Ivan Zaytsev, d’altronde, quando era un ragazzino che doveva decidere se fare il palleggiatore o lo schiacciatore, nel 2008 vinse lo scudetto di beach volley e l’anno dopo arrivò secondo, battuto in finale da Paolo Nicolai e Matteo Varnier che 7 anni più tardi (giocatore il primo e allenatore il secondo) avrebbero vinto l’argento olimpico. In questi giorni che a pallavolo non si può giocare e il tempo non gli manca in attesa di volare in Russia, Zaytsev è tornato a frequentare la sabbia. E ieri mattina, assieme a Davis Krumins (ex palleggiatore in A1 e A2), ha sfidato Enrico Rossi e Gianluca Casadei che ha sostituito l’infortunato Adrian Carambula. Una partita strana, a porte chiuse e senza attacchi contro il muro come previsto dalle restrizioni ancora in vigore, ma pur sempre contro un giocatore (Rossi) che sta provando a qualificarsi per Tokyo e un altro che sul podio del campionato italiano ci è salito 8 volte.
Zaytsev, come è finita?
«In caciara. Come succede quando un giocatore di pallavolo si mette a giocare a beach volley contro i professionisti».
Gazzetta, durante il lockdown, disse che ama il beach più della pallavolo…
«È vero e anche per questo mi fa male pensare che non si possa ancora giocare e che sia considerato uno sport di contatto. Vedere sulle spiagge le reti abbassate per giocare a beach tennis è ogni volta un colpo al cuore».
Tra l’altro, il 26 aprile a Che tempo che fa, chiese proprio al ministro Spadafora di non dimenticarsi del beach volley. «Purtroppo non è cambiato molto. Si possono fare aperitivi, riaprono i cinema e le discoteche, addirittura le saune, ma a beach volley all’aperto, non si può ancora giocare. Non riesco ancora a capacitarmi».
Lei del beach volley non si è mai dimenticato. Ci pensa mai a tornare sulla sabbia? «Rispetto a 12 anni fa, quando vinsi lo scudetto, lo sport è cambiato. Allora il giocatore di difesa era alto al massimo un metro e novanta. Ora spesso è grosso quanto me. Detto questo, però, mi piacerebbe provarci, ma non so quanto sia fattibile».
Quanto tempo ci metterebbe Zaytsev ad arrivare al livello dei big mondiali?
«Dieci anni fa avrei detto 6 mesi. Oggi, col beach più fisico e il livello internazionale molto più alto, ci vuole più tempo».
Facciamo un anno e mezzo? «A occhio e croce...».
E allora un pensierino a Parigi 2024, quando lei avrà 35 anni, possiamo farlo?
«Per ora sono concentrato sull’Olimpiade di Tokyo, poi avrò solo 3 anni per pensare alla successiva. Non nego che è una bella suggestione, ma è un po’ presto per pensarci seriamente».
La storia del beach volley, d’altronde, racconta di tanti giocatori forti over 30… «L’americano Jake Gibb (44 anni, ndr) è un esempio. Certo, io sto molto bene fisicamente, ma quanti Gibb ci sono al mondo?».