La Gazzetta dello Sport

Andamento molto lento

TORTU BATTUTO E INFELICE «HO CORSO MALE MALE COME VOTO MERITO 4»

- di Francesco Ceniti - INVIATO A RIETI

Al rientro dopo l’emergenza sanitaria, nei 100 Filippo fa 10”28 in batteria ma perde in finale. «I programmi non cambiano»

Una festa. Dell’atletica, dello sport, dei nostri campioni, degli appassiona­ti, dei volontari, del pubblico che non poteva esserci e allora si è inventato un andirivien­i sul sentiero (fa da curva naturale allo stadio Guidobaldi di Rieti) che costeggia il fiume Velino per non fare mancare un po’ d’incitament­o. La seconda Fastweb Cup ha avuto un valore simbolico da record mondiale: il dopo Covid è ripartito da qui, con le corsie piene e la voglia di competizio­ne che contagiava senza provocare danni alla salute. Certo, le mascherine e le procedure all’ingresso con autocertif­icazione e il controllo della temperatur­a, erano lì a ricordarci cosa ci siamo messi alle spalle e quanto attenzione dobbiamo avere per evitare ricadute. Ma intanto la ripartenza è stata bella ed è servita a scrollarsi di dosso un po’ di naftalina ai nostri atleti di punta: da Davide Re a Luminosa Bogliolo, da Gianmarco Tamberi a Maria Benedicta Chigbolu. Ma soprattutt­o Filippo Tortu. Ha messo in moto per la prima volta in stagione le sue potenti leve. Lo ha fatto in una pista che spesso ha salutato prestazion­i monstre nel mezzofondo, ma che ha anche saputo scrivere la storia dei 100 grazie all’incredibil­e 9”74 di Asafa Powell il 9 settembre 2007 (in batteria!), innalzando allora il giamaicano allo status di uomo più veloce del pianeta. E forse anche per questo che il nostro figlio del vento aveva scelto la città ombelico d’Italia (con tanto di targa che lo ricorda in piazza San Rufo) come punto di partenza verso una stagione particolar­e (stravolta dall’emergenza virus con lo spostament­o al 2021 dell’Olimpiade e la cancellazi­one degli Europei), con un obiettivo particolar­e: portare molto all’ingiù il suo 9”99, migliore prestazion­e italiana (spodestato il 10 netto di Pietro Mennea), fino a cercare di acchiappar­e in una gara virtuale, di moda in questo periodo, il francese Lemaitre che con 9”92 è l‘europeo bianco più rapido.

Delusione cocente

Come è andata? La risposta arriva al termine della giornata per bocca proprio di Tortu: «Male, male. Mi do un bel 4 in pagella, il crono è da schifo: mi aspettavo di fare minimo 10”10 magari andare sotto. E invece mi sono fermato in batteria a 10”28. Non posso essere contento...». Nessuna scusa da parte di Filippo per la prestazion­e deludente con tanto di sconfitta in finale (chiusa in 10”31) dal ghanese Sean Safo Antwi (10”29) in una gara dove ha brillato anche il comasco Chituru Ali, 10”41 in batteria (sui 100 aveva 11”34). Certo, per Tortu si trattava della prima uscita dopo il lockdown e una altrettant­o faticosa ripartenza, iniziata il 4 maggio a Giussano. Ma per uno abituato a vincere è giusto farsi domande.

Sorriso Juve

E pensare che Filippo ha sfoggiato a Rieti il suo look da marie ne: capelli rasi rasi, quasi per avere ancora meno resistenza nell’aria. Un sorta di grido di battaglia lanciato nei confronti del cronometro, avversario numero uno in questo 2020. Tortu era convinto di aver lavorato bene per limare centesimi, si era soffermato sulla partenza e i passi successivi, cercando di migliorare le lacune mostrate

L’obiettivo L’azzurro puntava ad abbassare il suo primato di 9”99

nei confronti dei big internazio­nali. Alla vigilia era ottimista: «Ho buone sensazioni, non aspettatev­i miracoli, ma come si dice: chi ben inizia... Ecco, voglio ripartire nel migliore dei modi». Non è andata così e lo sconforto era ben visibile sul volto di Filippo. Con il sole ritornato a far capolino dopo un pomeriggio piovoso, il primatista azzurro è rimasto con pazienza a firmare autografi. Si è concesso anche diverse foto, ma il sorriso di circostanz­a era evidente, dentro gli bruciava un crono non da lui. «Adesso cercherò di capire, insieme con mio padre, che cosa non ha funzionato. Troppo brutto per essere vero. Peggio in finale rispetto alla batteria? Sì, ma non è che ero contento dopo la prima corsa. Niente, non andavo. I programmi non cambiano, voglio abbassare di molto il personale, ma non certo con prestazion­i simili. Il voto che mi sono dato è forse anche generoso. La Juve ha vinto il derby? Ah, non lo sapevo. Almeno in questa giornata c’è una notizia buona per me. Ma è poca cosa. Adesso, c’è un solo modo per cancellare questa delusione: mettersi sotto e pensare al prossimo appuntamen­to, il 16 a Savona».

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COLOMBO L’azzurro che sbuffa Filippo Tortu, 22 anni, in pista a Rieti. A sinistra, l’arrivo della finale dei 100 vinta dal ghanese Sean Safo Antwi. Sulle tribune i pochi autorizzat­i ammessi seduti a distanza

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