La Gazzetta dello Sport

Eriksen tocca a te

L’INTER LO PRETENDE PIÙ TRASCINATO­RE E PIÙ CONTINUO

- di Carlo Angioni

Il danese, titolare col Bologna, guida l’assalto al 2° posto: da lui si vuole qualità, cattiveria e dialogo in attacco per andare a -1 dalla Lazio

La sua avventura italiana finora è stata come un giro continuo sulle montagne russe. Prima su, poi giù, poi di nuovo su, poi di nuovo giù. D’altronde se ti chiami Christian Eriksen, se mezza Europa che conta era sulle tue tracce e se l’Inter ti ha inseguito e comprato per rivaleggia­re con CR7, non può essere altrimenti. Ecco perché il centrocamp­ista danese non smette di far parlare di sé e ha sempre i fari puntati addosso. Prima per le difficoltà a entrare nella macchina dai meccanismi perfetti di Conte, poi per aver fatto cambiare idea ad Antonio che per lui ha rimodellat­o la squadra con il 3-4-1-2, infine per aver steccato due partite facendo temere un ritorno nell’anonimato dopo alcuni lampi da super-giocatore. Christian è così, è sempre stato così: prendere o lasciare. L’Inter l’ha preso e dopo le settimane di conoscenza reciproca, più i mesi di distanziam­ento forzato durante il lockdown e la ripresa ad Appiano, l’ha messo al centro della squadra. Ora è lui che deve dare risposte sempre più convincent­i, spingendo l’Inter a -1 dalla Lazio. Perché questo pezzo di stagio- ne diventi il miglior allenament­o – se così si può dire - per l’anno prossimo, con le ambizioni nerazzurre moltiplica­te rispetto a oggi, visto il colpo Hakimi già in casa e una lista della spesa molto interessan­te.

Prima e dopo

Per Eriksen e l’Inter c’è un prima e c’è un dopo. Sino all’8 marzo l’ex Tottenham non era mai stato titolare nelle partite importanti, aveva segnato il gol in casa del Ludogorets e aveva mostrato solo qualche lampo, come la traversa da lontanissi­mo presa con il Milan. Da metà giugno, grazie anche a una condizione fisica molto più convincent­e (e al suo vocabolari­o italiano molto più completo...), Conte gli ha affidato il motore dell’Inter. E adesso gli chiede continuità e maturità.

Perché deve essere Chris a far girare la squadra in ogni momento e non viceversa. Contro il Napoli il danese in Coppa Italia ha segnato dal calcio d’angolo; contro la Sampdoria ha messo velocità al pallone nerazzurro e pericolosi­tà nei calci piazzati; contro Sassuolo e Parma ha spento la luce, forse perché doveva rifiatare; con il Brescia si è riposato in panchina per 70 minuti e poi ha trovato il tempo per segnare il primo gol in Serie A in tap-in.

Numeri in crescita

Al di là dei voti in pagella, leggendo le statistich­e del campionato si vede bene che l’Eriksen di oggi è sulla strada giusta, perché ha fatto un balzo in avanti rispetto al giocatore visto nell’inverno nerazzurro. Sono cresciuti i tiri, gli assist, le occasioni create per i compagni, i passaggi positivi. Tutto è raddoppiat­o ma ora c’è un altro step da fare. Con il Bologna Chris tornerà al suo posto, dove può fare tantissimo. Il k.o. della Lazio riapre i giochi per il secondo posto e lui stavolta dovrà prendersi più responsabi­lità, essere più centrale nel gioco rispetto alle ultime uscite da titolare con Sassuolo e Parma. E poi dialogare di più con la coppia d’attacco, che sia la Lu-La ma anche con Sanchez, tirare fuori quei colpi di biliardo che danno all’Inter più soluzioni e la rendono imprevedib­ile. Tocca a Christian adesso alzare la famosa asticella richiamata tante volte da Conte.

 ??  ??
 ?? GETTY ?? Danese Christian Eriksen, 28 anni, è arrivato a fine gennaio dal Tottenham: con l’Inter ha giocato finora 13 partite segnando 3 gol
GETTY Danese Christian Eriksen, 28 anni, è arrivato a fine gennaio dal Tottenham: con l’Inter ha giocato finora 13 partite segnando 3 gol

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy