Messi e Setién alla resa finale Soltanto Pep...
«Non voglio speculare sul futuro di Messi», ha detto ieri Quique Setién allenatore del Barcellona, rispondendo a una domanda sul contratto del numero 10, in scadenza nel 2021. Setién avrebbe potuto cavarsela con una frase di maniera, arzigogolare una risposta diplomatica, ma ha preferito smarcarsi con chiarezza. Nessuna concessione alla vanità del calciatore più forte, nessun auspicio di prolungamento. L’ennesimo sintomo di un disagio, di un rapporto mai decollato. Qualche giorno fa, a Vigo contro il Celta, il vice di Setién, Eden Sarabia, si era rivolto a Messi durante una pausa per dargli indicazioni: l’argentino lo aveva ignorato e aveva rivolto lo sguardo altrove. Tito Vilanova, Gerardo Martino, Luis Enrique, Ernesto Valverde e Setién sono stati gli allenatori del Barça dopo Pep Guardiola. Vilanova, amico di Guardiola, si è purtroppo ammalato ed è morto. Gli altri, chi più chi meno, non hanno granché legato con Messi, neppure Luis Enrique che pure ha portato il Barça a vincere tutto, Champions inclusa. Come se Messi, freudianamente parlando, non avesse mai «ammazzato», il suo padre calcistico, Guardiola, l’allenatore che diede a Leo terra e libertà, che gli cucì addosso un Barça su misura, che mai avrebbe eluso una domanda sull’argentino. Radiomercato non esclude che Messi un giorno si ricongiunga al City con il «vecchio» maestro, forse l’unico che possa permettersi di suggerirgli che cosa fare, ma se Leo rimarrà dov’è, il problema si riproporrà. Da tempo Messi è l’allenatore-ombra del Barcellona.