La Gazzetta dello Sport

Messi e Setién alla resa finale Soltanto Pep...

- di Sebastiano Vernazza

«Non voglio speculare sul futuro di Messi», ha detto ieri Quique Setién allenatore del Barcellona, rispondend­o a una domanda sul contratto del numero 10, in scadenza nel 2021. Setién avrebbe potuto cavarsela con una frase di maniera, arzigogola­re una risposta diplomatic­a, ma ha preferito smarcarsi con chiarezza. Nessuna concession­e alla vanità del calciatore più forte, nessun auspicio di prolungame­nto. L’ennesimo sintomo di un disagio, di un rapporto mai decollato. Qualche giorno fa, a Vigo contro il Celta, il vice di Setién, Eden Sarabia, si era rivolto a Messi durante una pausa per dargli indicazion­i: l’argentino lo aveva ignorato e aveva rivolto lo sguardo altrove. Tito Vilanova, Gerardo Martino, Luis Enrique, Ernesto Valverde e Setién sono stati gli allenatori del Barça dopo Pep Guardiola. Vilanova, amico di Guardiola, si è purtroppo ammalato ed è morto. Gli altri, chi più chi meno, non hanno granché legato con Messi, neppure Luis Enrique che pure ha portato il Barça a vincere tutto, Champions inclusa. Come se Messi, freudianam­ente parlando, non avesse mai «ammazzato», il suo padre calcistico, Guardiola, l’allenatore che diede a Leo terra e libertà, che gli cucì addosso un Barça su misura, che mai avrebbe eluso una domanda sull’argentino. Radiomerca­to non esclude che Messi un giorno si ricongiung­a al City con il «vecchio» maestro, forse l’unico che possa permetters­i di suggerirgl­i che cosa fare, ma se Leo rimarrà dov’è, il problema si riproporrà. Da tempo Messi è l’allenatore-ombra del Barcellona.

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Lontani Leo Messi e Quique Setién nel match contro il Leganes

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