La Gazzetta dello Sport

COSA RESTA NEL BICCHIERE DI ANTONIO

INTER, FURIA CONTE «BISOGNA CAPIRE CHI È ALL’ALTEZZA DI QUESTA MAGLIA»

- di Nino Minoliti

Ancora una volta il Bologna. Ancora una volta un confronto dopo una sconfitta in casa contro Sinisa Mihajlovic: un anno fa il k.o. mise a rischio il quarto posto, adesso il terzo. Domenica da schiaffi per l’Inter, domenica da pensieri e parole. Ecco perché a fine partita Antonio Conte è entrato negli spogliatoi furibondo, alzando parecchio la voce. Tremavano le mura, nella pancia di San Siro. I giocatori hanno visto e sentito l’allenatore imbufalito. Ma non c’è stato un confronto con la squadra, i temi della partita saranno affrontati stamattina ad Appiano. Piuttosto, Conte è rimasto a lungo negli spogliatoi riunito con Marotta, Ausilio e Oriali. Un’ora buona di colloquio, tanto è vero che il tecnico si è presentato in sala interviste 90 minuti dopo la fine della partita.

Mezzo vuoto

E sì che ieri a San Siro il bicchiere è sembrato mezzo vuoto. Persino un calciatore equilibrat­o come De Vrij si è lasciato scappare: «Siamo riusciti a non vincere anche oggi, c’è tanta strada da fare». Frase amara, specchio di una delusione forte. Ancora una volta l’Inter ha fallito un’occasione, nel caso specifico quella di farsi vedere negli specchiett­i retrovisor­i dalla Lazio. Forse è bene guardarsi dietro. Anzi, guardarsi dentro. Come ha fatto Conte dopo la partita: «Questa sconfitta è una delusione enorme - ha commentato -. Mi auguro che l’1% della delusione che provo io sia avvertita anche dai calciatori. Siamo riusciti a perdere una partita da portare a casa in carrozza. E invece è accaduto qualcosa di imponderab­ile, cosa che in una grande squadra non può mai avvenire. C’è poco da spiegare: evidenteme­nte non siamo una grande squadra, dobbiamo lavorare per diventarlo». Parole che per la prima volta segnano una - seppur parziale presa di distanza del tecnico dai suoi giocatori. «Sia chiaro, siamo tutti sotto esame, io per primo. Mi faccio delle domande, ma è giusto se le facciano anche i calciatori. Dobbiamo dimostrare di meritare l’Inter, di poter far parte di un progetto vincente». E qui non manca una puntualizz­azione relativa al mercato di un anno fa, una puntura alla società: «Le situazioni si valutano solo affrontand­ole. Per me questo è il primo anno di lavoro con l’Inter e ho preso un pacchetto preconfezi­o

Siamo tutti sotto esame Io mi faccio delle domande ma devono farsele anche i giocatori Il tecnico urla negli spogliatoi alla presenza della dirigenza «Delusione enorme, c’è tanto da fare. Rigore? Meglio glissare...». E la società si arrabbia con Lautaro per il penalty “rubato” a Lukaku

nato, con tante cose da migliorare». Il riferiment­o è ad alcune problemati­che presenti nella rosa che, a detta dell’allenatore, non sono state affrontate per tempo. E che lui vorrà rivedere in sede di mercato (vedi pezzo a fianco) a fine stagione. «Sono stato chiamato per riportare l’Inter a vincere ancora Conte -. Chiarament­e i trofei non arrivano dall’oggi al domani, ma tante situazioni lasciano molta amarezza: pensi di essere a un livello e invece sei a uno molto più basso. Da qui alla fine dovremo dimostrare tutti di meritare l’Inter, bisogna fare qualcosa di diverso rispetto agli ultimi 10 anni. Bisogna capire se l’allenatore e i calciatori sono all’altezza. Altrimenti è giusto prendere anche altre decisioni».

Rigore e cambi

Frase, questa, che vale l’ennesimo rilancio di palla alla società. Conte ha poi respinto l’accusa di cambi ritardati: «Stavo inserendo

Questo è il mio primo anno e ho preso un pacchetto preconfezi­o nato con tante cose migliorabi­li

I cambi? La partita era in controllo, non volevo perdere equilibrio. Ma siamo riusciti a perdere...

Lo sfogo di Conte

Sanchez e Borja al 70’, ma la nostra era una partita in totale controllo e che non andava disequilib­rata. In quel momento, abbiamo preso il pari e allora abbiamo provato a cambiare qualcosa. Fino a lì, la gara era in nostro totale dominio. Eppure siamo stati capaci di perdere». Col rigore sbagliato di Lautaro che doveva essere tirato da Lukaku e per questo ha fatto arrabbiare molto la società. E lo stesso allenatore l’ha fatto capire: «Glisso su questa situazione, sono dinamiche che è meglio restino nello spogliatoi­o. Dico solo che potevamo fare meglio anche lì». Certo, quello è l’episodio che condiziona il risultato. E in altri tempi sarebbe stato il titolo. Ma oggi il focus è su un’Inter che pensava di aver salito chissà quanti gradini. Invece si ritrova sullo stesso pianerotto­lo dell’Atalanta.

Amarezza nerazzurra In grande Antonio Conte, 50 anni. Nelle foto piccole Romelu Lukaku, 27 anni, e Lautaro Martinez, 22 anni

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Conte, Lukaku, Brozovic e Lautaro (rigore sbagliato) Sotto: Juwara e Barrow autori dei due gol del Bologna
Sotto shock Conte, Lukaku, Brozovic e Lautaro (rigore sbagliato) Sotto: Juwara e Barrow autori dei due gol del Bologna
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