Amarezza Gotti: «Errore incommentabile». E Nicola spera
Il tecnico dei friulani e i tre punti sfumati sul finale. Suona la carica il rossoblù: «Lottare fino alla fine»
La salvezza era cosa fatta. Per l’Udinese. E Luca Gotti non la manda proprio giù. Ama la verità. Non cerca alibi o scorciatoie, mai. Ha dominato e vinto a Roma, ma avrebbe preferito i punti con l’Atalanta perché quella è la partita che, secondo lui, l’Udinese ha giocato meglio dalla ripartenza. Ma stavolta aveva stravinto, non vinto, con la prodezza di un Fofana, tornato ad altissimi livelli e il raddoppio di Lasagna che sembra non fermarsi mai (quattro gol in tre gare). «Purtroppo l’amarezza è superiore alle cose che possono essere andate bene che sono sicuramente tante -attacca Gotti-. È la terza volta che perdiamo punti nel finale (anche a Bologna la vittoria era sfuggita nel finale e a San Siro col Milan la beffa del gol di Rebic nel recupero). Pensiamo a fare il giusto sacrificio con la speranza di non essere ancora penalizzati da errori individuali così marchiani. Un errore così in serie A è incommentabile». Intanto dovrà andare giovedì a Ferrara senza Sema, squalificato, e rimettere in fiducia il sostituto Zeegelaar che è l’imputato numero uno perché il fallo da rigore nel recupero lo ha commesso lui.
Speranza Grifo
Davide Nicola era andato via qui tra i rimpianti (suoi). Non era riuscito a incidere come avrebbe voluto. Ora la nuova sfida: salvare il Genoa. Ci stava riuscendo. Ma dalla ripartenza aveva catturato un solo punto, rimediando un pareggio a Brescia, come stavolta qui, in Friuli.
Dal 2-0 al 2-2. Questo è il punto della speranza. Ora, fino al derby del 22, tre match su quattro in casa (Napoli, Spal e Lecce con la trasferta a casa Toro il 15). «Sarà una situazione interessante fino alla fine quella per la salvezza. Può coinvolgere più squadre perché si gioca ogni tre giorni. E questo condiziona un po’ tutto. Bisogna dosare forze e uomini. L’unica cosa che dobbiamo metterci in testa è che dobbiamo lottare fino alla fine. Compie questa squadra ha dimostrato che lo sta facendo. Sul 2-0 non si è disunita. È riuscita a reagire. Non abbiamo perso la testa e non abbiamo concesso molti spazi all’Udinese. E così siamo anche riusciti a recuperare».
L’eroe
Ma il pareggio al Genoa lo ha regalato Andrea Pinamonti, 21 anni compiuti il 19 maggio, all’ultimo respiro. Rigore, parata di Musso («L’avevo studiato» ha detto l’argentino) e ribattuta sull’attaccante che ha segnato: «È un gol che dedico alla mia fidanzata. Era da tempo che me lo chiedeva. Glielo avevo promesso». Accontentata. E salvato il Genoa da un nuovo incubo. La truppa di Nicola riparte da qui.