Pisa, non c’è solo Marconi D’Angelo ha un gol per tutti
Il bomber è a quota 13, ma i marcatori del tecnico ora sono 19 In Europa soltanto il Real Madrid fa meglio. È corsa ai playoff
Piazza dei Miracoli sarà anche a due passi dallo stadio Arena Garibaldi, ma per il Pisa salutare la zona retrocessione e trovarsi in mezzo a un testa a testa con il Real Madrid è stata una sorpresa: «Gli abbiamo rosicchiato un punto» ha sorriso Luca D’Angelo commentando la prima rete in campionato di Marin venerdì scorso che ha fatto salire a 19 i giocatori della rosa nerazzurra andati a segno contro i 20 dei primi in questa classifica che prende in considerazione anche i tornei di A e B in Spagna, Inghilterra, Germania e Francia.
La sfida a Zidane
L’allenatore nativo di Pescara, al debutto su una panchina di Serie B, sta al gioco di sfidare Zinedine Zidane perché, al di là della suggestione, questa statistica ha portato alla ribalta il gran lavoro che sta compiendo nelle sue due stagioni al Pisa: la promozione un anno fa ai playoff e adesso il sogno di giocarsi la Serie A agli spareggi, dopo aver agganciato l’ottavo posto battendo il Cittadella nell’ultimo turno. Un obiettivo da inseguire attraverso un paradosso forse più grande del paragone con il Real Madrid: aver allestito una cooperativa del gol e allo stesso tempo esaltare un bomber certificato ma smarritosi in C come Marconi, che dopo la lunga pausa ha segnato le sue prime reti del girone di ritorno salendo a quota 13 nella classifica dei cannonieri. Senza trascurare le altre punte, Masucci (6 gol e 6 assist), Vido arrivato a gennaio e Moscardelli preziosa ruota di scorta insieme al debuttante Fabbro. E allora, come mai l’attacco ha firmato poco più del 50% dei gol (23 su un totale di 42) o, meglio, perché segnano tanto anche centrocampisti (12 reti) e difensori (9)?
I meriti del tecnico
«E’ la testimonianza del nostro spirito di gruppo e poi in diversi hanno dei bei colpi in canna» si schernisce D’Angelo. Ma il merito è principalmente del tecnico, sia dal punto di vista mentale che tattico. D’Angelo non ha mai schierato la stessa formazione, dà una chance anche alla riserva che sembra dimenticata ma chiede a tutti dedizione assoluta. Così gli attaccanti fanno un gran lavoro nel far salire la squadra e gli altri devono ricambiare posizionandosi subito alti, chi cercando soprattutto il fondo, chi andando a rimorchio nei pressi dell’area. Il simbolo di questa attitudine è Lisi, uomo a tutta fascia (la sinistra) non inquadrabile in un reparto specifico, autore di 3 gol, 7 assist e discese in serie. La ricerca della profondità è un mantra per il Pisa. Metà dei gol, 21, sono arrivati da cross alti o traversoni bassi, e quasi un terzo è stato siglato di testa, 13 con 8 giocatori diversi (6 dello specialista Marconi).
I calci da fermo
Tutto questo senza ricorrere troppo ai calci da fermo. Le situazioni da palla inattiva incidono sul 25% delle reti (11, di cui 2 rigori e 1 punizione). Nel cercare con insistenza la porta avversaria non manca l’opzione del tiro dalla distanza. Il Pisa condivide con Chievo ed Empoli il primato dei gol da fuori area, 8 (ci sono riusciti in 6 tra i nerazzurri, Masucci l’unico 2 volte). Adesso all’appello nella rosa mancano solo i difensori Meroni, Ingrosso, Varnier e Caracciolo, che infilzò Donnarumma in un Verona-Milan 3-0. Poi conta anche quando si riesce a segnare. Il Pisa all’andata solo una volta era stato capace di reagire alle situazioni di svantaggio, nel ritorno invece è già accaduto 5 volte, ben 3 dopo il Covid. Sì, perché il Pisa è ripartito fortissimo, facendo più punti di tutti: «Merito dei ragazzi – dice D’Angelo - che hanno lavorato seriamente nel lockdown». Uno smart working che adesso rende il Pisa una delle variabili imprevedibili della B.